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lunedì 10 settembre 2012

Monti: il tassator cortese... e altre storie


Stucchevole, sempre di più, il dibattito politico. Da tempo si dice di Democrazia bloccata, in alcuni momenti sembra la si voglia definitivamente sopprimere in nome e per conto della mariocrazia. Gentile, mite, pacato, Monti prosegue il suo cammino di tassator cortese.
Da tempo mi chiedo a che serve votare con una legge che non offre la possibilità di dare preferenze,  veramente non mi interessa votare in queste condizioni. Ed è di queste ore la spinta che viene da Casini e (toh il caso) confindustria, perché dopo Monti ci sia Monti, a prescindere da come gli italiani si esprimeranno. E magari senza che Mario si candidi per questo o quello schieramento. Non me la sento neppure di parlare di golpe, non lo è nei fatti. Parlerei piuttosto, per dirlo in italiano corrente, di “presa per il c… degli elettori”. Se questo scempio di accordo andrà in porto, sarà come dire agli italiani “votate, spendiamo un sacco di quattrini vostri per farlo, però sia chiaro che il governo è già fatto prima che voi andiate alle urne”. Ci vogliono scippare anche la possibilità, l’unica rimasta, di optare fra due concezioni diverse della vita, della politica, dello stato sociale. Vogliono il pensiero unico. Se così sarà, l’unica alternativa al non voto sarebbe un Beppe Grillo qualunque, pur con tutto il disprezzo per i movimenti simil leghisti, comprenderei chi lo vota. Si ha veramente la sensazione viscida e pelosa che il cerchio di privare l’Italia dalla Democrazia e scavalcare la Costituzione si stia chiudendo. I partiti non di destra in Parlamento che ne pensano? Già siamo in presenza di un’anomalia di non poco conto, alle prossime elezioni non giudicheremo il governo uscente per confermarlo o meno, perché tutti i partiti, tranne poche, a volte poco dignitose (vedi lega nord), eccezioni lo sostengono, neppure saremmo chiamati, se passa il teorema Marcegaglia/confindustria/banche/Casini, a scegliere la persona che dovrebbe guidare il prossimo. Questo scempio, aggiunto alla mancanza di preferenze, è una vera mina sotto la parola Democrazia.
Se pensiamo che a cacciar via il peggior governo dal 1945 ad oggi non ci ha pensato l’opposizione, ma qualche dozzina di escort, e lo aggiungiamo al resto, la situazione è ancora peggiore.
A questo punto, mentre crepano immigrati davanti a Lampedusa, i dibattiti su primarie si o no non fa neppure più sorridere, piuttosto mi convincono sempre più sull’inutilità del mio voto. Primarie per cosa? Per chi? Meglio Renzi il montiano o il montiano Bersani?  
   

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