Cronachetta della rivoluzione a Lecce.
Ore 8,30
Davanti alla Prefettura ci sono sette persone.
Ore 9,00
Arriva un fiorino, ne scendono altri tre e attaccano volantini rossi alle inferriate della villa comunale.
Ore 10,00
I rivoluzionari sono ben 15
Ore 10,10
Due di loro si gettano a capofitto nel traffico distribuendo volantini alle auto. In particolare una signora bianco vestita urla come una sirena "dobbiamo chiudere la Prefettura" (incurante del fatto che sono forse un pò pochini).
Ore 10,15
Tre dei 15 entrano nella villa comunale, ne escono poco dopo con un gruppetto di una trentina di studenti medi che si stavano facendo i fatti loro
Ore 10,20
I 45, massimo 50 rivoluzionari occupano la strada sotto gli occhi della polizia sorridente che li guarda con compassione.
Ore 10,45
Parte il corteo verso mete non meglio definite.
Ore 11,00
La rivoluzione è finita, si va per l'aperitivo.
Annotazione fatta da un signore: "se togliamo gli studenti, la polizia e i giornalisti qui rimangono in tre".
Chi c'era nel gruppo dei rivoluzionari duri e puri? Almeno un paio di provenienti da Rifondazione Comunista, poi passati al grillismo. Almeno tre di Casa Pound. Altri non meglio identificabili.
Frasi raccattate qua e là "Io sono stata il Albania, lì stanno bene, i contadini vivono in 600 metri quadri. Dobbiamo uscire dall'Euro". Per vivere come in Albania? "Ma anche no" direbbe qualcuno. "Se tutta Lecce fosse qui li metteremmo in ginocchio, i leccesi non capiscono un ca..o" agli automobilisti "Siamo qui a lottare per voi" (sottinteso "che non capite un ca..o")
Nelle foto tre momenti della rivoluzione che ha sconvolto (dal ridere) Lecce
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