“Pronto chi parla?” E’
il tormentone della settimana! La telefonata di Vendola tiene banco
sul web, fra i commenti nei social network. I più feroci detrattori di Nichi
sono le sinistre sedicenti antagoniste che non aspettavano altro che un passo
falso per chiederne le dimissioni, cosa che, visti gli ammiccamenti e i
sorrisini, ha un sapore di vendetta e di “io l’avevo detto...”, poi ci sono i
giustificazionisti che si arrampicano sugli specchi dicendo che in realtà
Vendola prendeva in giro Archinà, come il bimbo che insisteva che il bicchiere
si era rovesciato da solo, era levitato e caduto, poi quelli che “non me lo
aspettavo”, e altre mille sfumature. Il dato trasversale (tranne alla mezza
dozzina di falcemartellisti duri e puri) è lo scoramento. In realtà è stato un
colpaccio de Il Fatto, colpaccio nel senso più terra terra del termine, si
voleva far passare quella risata per uno sberleffo ai morti per cancro,
ascoltando si evince che così non è affatto. Rimane tuttavia un vulnus, per
dirlo in italiano corrente, una emerita puttanata di Vendola. I rapporti che un
presidente di regione deve tenere sono a 360 gradi, soprattutto quando la
patata bollente si chiama ILVA ed è la maggiore industria dell’acciaio europea
sia come fatturato che come occupazione. In questi ultimi mesi stanno venendo
fuori anche, ahinoi, le porcate dei Riva: evasori fiscali, conti miliardari
all'estero, società off shore che permettono di riciclare il maltolto ed altro
ancora. Roba da fare invidia a Berlusconi! L’intervento della magistratura nei
mesi scorsi ha aperto un dibattito a Taranto e non solo che sembrava,
paradossalmente, mettere gli uni contro gli altri i fautori del posto di lavoro
ad ogni costo contro quelli della salute pubblica e dell’ambiente. Quasi non si
trattasse di istanze imprescindibili. Lo stato, nei passati decenni,
ha iper finanziato l’ILVA con iniezioni di denaro pubblico pari solo, forse,
quelle date alla FIAT negli anni, mentre i Riva si arricchivano a dismisura.
Ora è tempo che questi malfattori restituiscano il maltolto! A mettere pezze alle porcate ambientali ci hanno poi pensato i governi regionali pre Vendola, che si sono nei fatti resi complici del malaffare. Da Report di lunedi 18 novembre 2013, si evinceva tuttavia come ci fosse attorno ai Riva un parterre di politici e partiti che hanno approfittato di preziose regalie di denaro per campagne elettorali, dal PD al PDL c’erano dentro tutti. Tutti, dobbiamo dirlo, tranne il partito di Vendola, beh, il partitino del 3% circa. E dobbiamo ammettere che l’unico governo che ha imposto una virata all’ILVA in fatto ambientale è stato quello del governatore attuale. Rimangono tuttavia ombre ancora da cancellare. Quella telefonata è stato un errore imperdonabile nel merito e nel metodo. Le risate che si fanno al Bar Sport sono una cosa, quelle di un governatore in carica che parla di un giornalista che chiede conto delle morti per cancro sono altra cosa. Soprattutto se lo stesso personaggio aggiunge una considerazione lombrosiana sulla fisiognomica del giornalista. Gli elettori di sinistra, da una persona di sinistra, si aspettano altro, caro Vendola.
Ora è tempo che questi malfattori restituiscano il maltolto! A mettere pezze alle porcate ambientali ci hanno poi pensato i governi regionali pre Vendola, che si sono nei fatti resi complici del malaffare. Da Report di lunedi 18 novembre 2013, si evinceva tuttavia come ci fosse attorno ai Riva un parterre di politici e partiti che hanno approfittato di preziose regalie di denaro per campagne elettorali, dal PD al PDL c’erano dentro tutti. Tutti, dobbiamo dirlo, tranne il partito di Vendola, beh, il partitino del 3% circa. E dobbiamo ammettere che l’unico governo che ha imposto una virata all’ILVA in fatto ambientale è stato quello del governatore attuale. Rimangono tuttavia ombre ancora da cancellare. Quella telefonata è stato un errore imperdonabile nel merito e nel metodo. Le risate che si fanno al Bar Sport sono una cosa, quelle di un governatore in carica che parla di un giornalista che chiede conto delle morti per cancro sono altra cosa. Soprattutto se lo stesso personaggio aggiunge una considerazione lombrosiana sulla fisiognomica del giornalista. Gli elettori di sinistra, da una persona di sinistra, si aspettano altro, caro Vendola.
Dopo aver ascoltato
quell'intercettazione la prima domanda che mi sono posto è stata “se fosse
stato Fitto avrei dubbi sulla collusione?” la risposta è stata “no”. Non li
avrei avuti perchè la politica della destra negli ultimi vent'anni è andata
proprio in quella direzione: collusioni, leggerezza, spudoratezza inquietante
(la nipote di Mubarak), compravendita di vacche, pardon, di parlamentari
disponibili a passare la mano per un pò di quattrini (mi scusino le vacche),
quasi dovessero rispondere a sè stessi prima che agli elettori. Insomma, quella
parte politica ha fatto dell’improvvisazione il suo mestiere, hanno governato
per sè stessi. Avrei risposto NO e mi sarei unito a chi chiede forte le
dimissioni. Vendola, con quella telefonata, ha ferito un’idea diversa di
governo. Anche dopo le scuse rimane l’amarezza. Come rimane amarezza nel non
sapere ancora perchè avesse un rapporto privilegiato con il malfattore Verzè e le
sue cliniche private. Anche di questo ancora aspettiamo notizie e scuse. Ombre
non di poco conto sul governo regionale, anche se risultati, dopo
l’oscurantismo degli anni passati, ci sono stati, ma non sono sufficienti a
giustificare tutto ed ogni cosa.
Ora purtroppo, come
nel caso della Cancellieri, auspico le sue dimissioni. Per la ministra
dovrebbero essere scontate ed ovvie, una telefonata ad un amico di famiglia,
per giunta in presenza di accuse pesantissime da parte dei giudici, è diversa
da quella di un ministro in carica. Se diciamo che sono peccatucci veniali
dobbiamo, obtorto collo, ammettere la venialità delle nipotine di Mubarak, il
potere logora chi ce l’ha a volte. L’etica dice che, se non vogliamo essere
come i peggiori governanti degli ultimi vent'anni, dobbiamo marcare una
differenza nei comportamenti, quindi, cara ministra, fai come la Idem che per
una sciocchezza è stata dimissionata dallo stesso Letta, che ora difende
l’indifendibile. A proposito di Letta apro una parentesi, tutto si può dire, ma
non che sia poco coerente. Per lui ci sono comportamenti da condannare senza ma
e senza se e peccatucci veniali. Un ministro può mandare nelle galere di un
dittatore una mamma con il suo bimbo, può telefonare per far scarcerare
malfattori, ma guai, guai, guai se salta una rata dell’ICI. Fosse per lui e per
salvare il suo governo, metterebbe il malvivente di Arcore al Quirinale
domattina per poi fare l’occhiolino al PDL intero e dire che si tratta di
arresti domiciliari. E per Vendola? Coerenza, etica, regole del buon governo
spingerebbero a meditare le dimissioni e magari una ricandidatura alle prossime
regionali, mettendo uno stop alle voci insinuanti e dimostrando fattivamente di
voler chiedere un parere agli elettori. Sarebbe una bella cosa. Probabilmente
un gesto così eclatante mi inviterebbe ad uscire dal torpore che mi prende ad
ogni tornata elettorale e impegnarmi in una campagna. Per quanto
riguarda i sinistri sedicenti di sinistra chiederei loro di proporre un
candidato che abbia il 3% di possibilità di venire eletto, poi ne parliamo!
Oppure è così bello far governare gli altri e dire quanto sono brutti, sporchi
e cattivi?
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