Ultim’ora (20 dicembre 2013): Nella legge
di stabilità 2013, sulla quale il governo Letta ha messo la fiducia alla Camera
dei deputati, esiste una norma (proposta dalla nuova destra centro o come diavolo si chiama, e votata al senato anche dai senatori PD) che dice che i comuni virtuosi, che controllano
e regolamentano le slot machine nei loro territori per intervenire sulla piaga
delle ludopatie, verranno penalizzati e verranno loro girati meno quattrini
dallo stato in quanto minerebbero le entrate dell’erario. Questa norma è un
vero e proprio ricatto ai comuni virtuosi e un favore alle lobby del gioco d’azzardo.
Per dirla con le parole di Orlando, Sindaco di Palermo: “si tratta di un vero e
proprio pizzo”. Metodi mafiosi per agevolare i guadagni delle lobby. La domanda
più spontanea che viene in mente è “chi è collegato alle lobby? E quanto
guadagna? Quali mazzette prende?” Non esistono alternative a queste domande,
nessun governo veramente democratico avrebbe mai potuto usare questi ricatti e
metodi mafiosi.
Di gioco d'azzardo, ludopatie e della tragedia che sta minando la vita di molte famiglie, in particolari indigenti, comunque povere, si sta molto dibattendo in questi giorni. Da una parte uno Stato che diventa biscazziere e incassa dai giochi d'azzardo, dall'altro i gestori di gioco d'azzardo che non hanno regole. Questa deregolazione iniziò con la finanziaria del 2000, quando di fatto si liberalizzò il gioco d'azzardo dandolo in concessione ai gestori, in primis ad AAMS (monopoli di stato). Da allora si è assistito ad una vera e propria escalation dei giochi, ad una pubblicità continua, pressante, bugiarda nei fatti. Basti pensare che la pubblicità del tabacco è vietata, mentre quella del gioco d'azzardo è non solo sopportata, addirittura supportata.
Per capire il fenomeno occorre guardarci dentro, capirne i numeri e interpretarli.
Il governo accattone guidato da Enrico Letta ha inserito
nella legge di stabilità una norma che precede l’apertura di 30 nuove sale
bingo e 7000 per videolottery con l’obbiettivo di rubare 145 milioni di euro
dalle tasche degli italiani.
Con tutta probabilità il sindaco d’Italia plaudirà alle
decisioni.
E allora parliamo di gioco d’azzardo, forse è bene entrare
anche con i numeri nel fenomeno della piaga azzardo.
Per farlo utilizziamo dati dalle seguenti fonti: Libera e
CONAGGA (coordinamento Nazionale Gruppi Giocatori Azzardo).
Anticipo che i dati utilizzati sono relativi agli anni 2011
e parzialmente 2012. Il motivo è semplice, AAMS (Azienda dei Monopoli di Stato)
da metà 2012 non ha più reso noti i dati dei giochi come faceva prima. Il
motivo che è stato addotto da un funzionario della regione Lombardia è il
seguente “non li pubblichiamo per evitare facili speculazioni” (Sic) Il popolo
bue non ha diritto di sapere, in sostanza.
Nel 2011 il mercato mondiale dei giochi (legali) è stato
2214 miliardi di euro. L’Italia, con l’1% della popolazione mondiale.
Rappresenta il 4,4% del mercato mondiale e il 15% di quello europeo. Nei solo
gratta e vinci nel 2010 siamo stati al primo posto a livello mondiale (19% dei
biglietti venduti nel mondo intero).
Per il gioco on line l’Italia si pone ai primi posti con il
23% del mercato.
Nei primi otto mesi del 2012 ogni italiano (maggiorenne in
quanto il gioco dovrebbe essere vietato ai minori) ha speso 1703 euro. Al primo
posto ci sono Videolottery e slot. Seguono il gratta e vinci, lotto, scommesse
sportive, superenalotto, bingo e scommesse ippiche.
Evidentemente lo Stato incassa sempre più denaro
dall’azzardo. FALSO, lo stato, secondo la tabella che segue, incassa sempre
meno in quanto è aumentato il payout (pagamenti di vincite) e sono aumentati a
dismisura i profitti dei gestori dei giochi.
ANNO
Spesa complessiva
Entrata erariale
2004
24.8 miliardi di euro 7.3 miliardi = 29.4%
2005 28,5 miliardi di euro 6,16 miliardi = 21,6%
2006
35.2 miliardi di euro 6.72 miliardi = 19%
2007
42.1 miliardi di euro 7.2 miliardi = 17,1%
2008
47.5 miliardi di euro 7.75 miliardi = 16.3%
2009
54.4 miliardi di euro 8.8 miliardi= 16,1%
2010
61,4 miliardi di euro 8.7 miliardi= 14,1%
2011
79,9 miliardi di euro 8,8 miliardi= 11 %
2012
94 miliardi di euro (stima)
7,9 miliardi = 8,4 %
Come si nota più aumentano le giocate, più diminuiscono le
entrate per l’erario, un vero scempio per la ragionevolezza, una enorme risorsa
per le mafie.
Chi gioca?
I lrapporto 2011 della Corte dei Conti evidenzia come il
consumo dei giochi interessi le fasce sociali più deboli. “Gioca il 47% degli
indigenti, il 56% degli appartenenti ai ceti medio basso”. (Eurispes 2007).
Milton Fidman negli anni ’50 disse che il gioco d’azzardo è
un vero business sulla povertà.
Nel dettaglio le ricerche hanno evidenziato la platea dei
giocatori abituali:
Su un campione di questionari (1836 validi)
fatto a Reggio Emilia, Vicenza, Modena, Bologna, Roma, Varese, Salerno,
Cosenza, Verona, Parma e Prato nel 2012 sono emersi i seguenti dati sulle
caratteristiche sui giocatori:
• Maschi : 76,4%
• Femmine :
67,6%
Meno scolarizzazione uguale a
più giocatori
• Gioca
il 75,6% di chi ha la licenza elementare
• 80,3%
licenza media
• 70,4%
diploma
• 61,3%
laurea
• Meno
lavoro più gioco
• 70,8% di chi ha un lavoro fisso
• 73% di chi è disoccupato
• 80,2% di chi è precario e cassaintegrato
• 73,7% degli studenti
• 63,5% dei pensionati
• 65,4% delle casalinghe
• 75,2%
Minorenni nonostante il divieto
Dipendenze da gioco d’azzardo
Secondo recenti elaborazioni (fonte:CNR) emerge che:
• In
Italia il 42% delle persone fra i 15 e i 64 anni ha giocato almeno una volta
nell’ultimo anno, equivalenti a 17 milioni di italiani;
• La maggior parte dei giocatori non è a
rischio;
• 1,7 milioni di italiani sono a rischio;
• Poco più di 500 mila persone rispondono
ai criteri diagnostici certificati
come giocatori d’azzardo patologici.
• E’
aumentato il numero dei giocatori (i cosiddetti «giocatori sociali», che
giocano senza essere a rischio;
• E’
aumentato però anche il numero dei cosiddetti giocatori problematici o a
rischio (coloro in cui non si è ancora instaurata una dipendenza, ma con
una possibile progressione verso una forma di malattia);
• E’
aumentato il numero dei «giocatori d’azzardo patologici»: coloro che
hanno instaurato una dipendenza che compromette lo stato di salute fisica e psichica.
La diagnosi di questa patologia si basa sulla rispondenza ai criteri
diagnostici descritti nella Classificazione Internazionale delle malattie
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD10, F63.0) e nel DSM-IV-TR dell’
American Psychiatric Association.
Si sono inoltre valutati i costi sociali delle ludopatie
tenendo conto le seguenti voci:
• COSTI
SANITARI DIRETTI (ricorso al medico di base del 48% più alto rispetto ai
non giocatori, interventi ambulatoriali psicologici, ricoveri sanitari, cure specialistiche
per la dipendenza…).
• COSTI
INDIRETTI (perdita di performance lavorativa del 28% maggiore rispetto ai
non giocatori, perdita di reddito…).
• COSTI
PER LA QUALITA’ DELLA VITA (problemi che ricadono sui familiari, violenza,
rischio di aumento di depressione grave, ansia, deficit di attenzione, bassa
resistenza ad altri tipi di dipendenze, idee suicidarie, ossessione per il
gioco e per i soldi necessari a giocare…).
Dalla ricerca e dalle valutazioni si ipotizza un costo per
la società pari a una cifra che oscilla fra i 5,5 e i 6,5 miliardi di euro.
Pubblicità dei giochi.
L’etica dello stato che, con la finanziaria del 2000 ha
liberalizzato il gioco d’azzardo e dato carta bianca ai gestori e ad AAMS ha
generato mostri. La pubblicità fuorviante e falsa ne è uno splendido esempio,
ricordiamo lo spot televisivo che diceva “Ti piace vincere facile?” o le
vetrofanie nelle tabaccherie, edicole, bar ecc. che dicono “Gioca oggi, diventa
milionario. Questa è vera istigazione al gioco ed è pubblicità assolutamente
falsa.
Il gioca d’azzardo in Italia è vietato dalla legge. Per ogni
lotteria o estrazione o gioco on line ed off line occorre un decreto
ministeriale che lo consenta. Da un’analisi sul gratta e vinci de Il
Miliardario autorizzato con DM in gazzetta ufficiale in data 14/9/2005 si
evidenzia che vennero stampati 30.000.000 di biglietti da 5 euro (valore
complessivo 150.000.000 di euro. Questi generarono “vincite” pari a 105.000.000
di euro. Queste “vincite” sono un dato falso. Il 61,5% dei biglietti perde. Il
28,7% vince 5 euro (il costo del biglietto, una partita di giro in sostanza).
Quindi lo Stato restituisce, di fatto, 65.000.000 di euro, al netto di quelli
da 5 euro. Nel dettaglio:
BIGLIETTI
VINCENTI
|
% sul venduto
|
PREMI
|
5
|
0,0000167%
|
500.000,00
|
25
|
0,00008%
|
100.000,00
|
250
|
0,0083%
|
10.000,00
|
5.000
|
0,016%
|
1.000,00
|
7.500
|
0,025%
|
500,00
|
55.000
|
0,22%
|
100,00
|
120.000
|
0,4%
|
50,00
|
90.000
|
0,3%
|
25,00
|
270.000
|
0,9%
|
20,00
|
300.000
|
1,2%
|
15,00
|
2.030.000
|
6,8%
|
10,00
|
8.010.000
|
28,7%
|
5,00
|
Gioco illegale e mafie.
La malavita organizzata vede il gioco d’azzardo come una
fonte di reddito pari alla vendita di sostanze stupefacenti. Intanto gestisce
il gioco illegale, stimato in 10 miliardi di euro annui, con scommesse
clandestine, sale gioco illegali,
addirittura con la stampa e vendita di gratta e vinci taroccati e in altre mille forme.
Però si inserisce nel gioco legale con alcuni stratagemmi:
• Con
la concessione, attraverso prestanome, di sale bingo e punti scommesse;
• Con
l’ imporre ai commercianti il noleggio di videogiochi, in alcuni casi, ma non
sempre, truccati;
• Con
la gestione diretta di bische clandestine e il gioco d’azzardo, promuovendo il
toto e il lotto nero, e le corse ippiche clandestine;
• Inserendosi
nel segmento del gioco d’azzardo on-line, in espansione e meno rischioso e che
gradualmente sostituirà le bische e il gioco in nero;
• Con
il riciclaggio di denaro sporco, anche
attraverso l’acquisto fraudolento di biglietti legali vincenti;
• Praticando
prestiti ad usura nei confronti dei giocatori incalliti.
• A
volte gestendo i punti del compro oro spesso nelle vicinanze di sale gioco.
Però siamo in periodo di crisi e di necessità di rientro, il
governo attuale si è speso nel gioco d’azzardo in modo encomiabile.
Ogni slot machine deve essere collegata telematicamente
all’erario per stabilire le giocate e pagare le tasse relative. La Guardia Di
Finanza scoprì come le 10 sorelle (i concessionari di Slot machine) avessero
“scordato” di collegare le loro macchine mangiasoldi e vennero emanate sanzioni
e multe pari a 2,5 miliardi di euro nei confronti di: Bplus, Lottomatica, Snai,
Sisal, Cirsa, Codere, Cogetech, Gmatica, Gamenet, Hgb.
In particolare si segnala che la proprietà di Bplus fosse di
Francesc oCorallo, latitante, arrestato nel 2013 per corruzione. Il governo
Letta, nella necessità di fare cassa, pèortò queste sanzioni, con un vero e
proprio colpo di mano, a 500 milioni di euro (sconto dell’80%). Di questi ne ha
incassati solo 250 circa perchè le concessionarie dissero che era troppo esosa
la cifra.
Inoltre il governo è stato battuto su un emendamento della
lega nord e altri che chiedeva una moratoria di un anno su nuove concessioni.
Il governo diede parere negativo, venne però battuto perchè alcuni senatori del
PD votarono contro, non certo per motivi etici, piuttosto perchè “ci siamo
sbagliati”.
Concludiamo questa
carrellata di numeri dicendo che chi scrive è decisamente contrario al
proibizionismo. Vietare il gioco d’azzardo altro non farebbe che riconsegnarlo
tutto quanto nelle mani delle mafie. E’ tuttavia indispensabile che lo Stato
riacquisisca l’etica lasciata nelle cifre del pareggio di bilancio in nome del
quale ogni cosa è lecita, anche massacrare con tasse occulte come quella sul
gioco. Occorre che si vieti ogni tipo di pubblicità, che si vieti il gioco ai
minori effettuando controlli che non esistono allo stato attuale, magari
obbligando i gestori di slot a mettere apparecchiature di verifica del codice
fiscale come per i distributori di sigarette. Ed occorrono normative
severissime per chi vende giochi d’azzardo, dai gratta e vinci in avanti.
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