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giovedì 19 dicembre 2013

gioco d'azzardo, ludopatie e Stato biscazziere

Ultim’ora (20 dicembre 2013): Nella legge di stabilità 2013, sulla quale il governo Letta ha messo la fiducia alla Camera dei deputati, esiste una norma (proposta dalla nuova destra centro o come diavolo si chiama, e votata al senato anche dai senatori PD) che dice che i comuni virtuosi, che controllano e regolamentano le slot machine nei loro territori per intervenire sulla piaga delle ludopatie, verranno penalizzati e verranno loro girati meno quattrini dallo stato in quanto minerebbero le entrate dell’erario. Questa norma è un vero e proprio ricatto ai comuni virtuosi e un favore alle lobby del gioco d’azzardo. Per dirla con le parole di Orlando, Sindaco di Palermo: “si tratta di un vero e proprio pizzo”. Metodi mafiosi per agevolare i guadagni delle lobby. La domanda più spontanea che viene in mente è “chi è collegato alle lobby? E quanto guadagna? Quali mazzette prende?” Non esistono alternative a queste domande, nessun governo veramente democratico avrebbe mai potuto usare questi ricatti e metodi mafiosi.

Di gioco d'azzardo, ludopatie e della tragedia che sta minando la vita di molte famiglie, in particolari indigenti, comunque povere, si sta molto dibattendo in questi giorni. Da una parte uno Stato che diventa biscazziere e incassa dai giochi d'azzardo, dall'altro i gestori di gioco d'azzardo che non hanno regole. Questa deregolazione iniziò con la finanziaria del 2000, quando di fatto si liberalizzò il gioco d'azzardo dandolo in concessione ai gestori, in primis ad AAMS (monopoli di stato). Da allora si è assistito ad una vera e propria escalation dei giochi, ad una pubblicità continua, pressante, bugiarda nei fatti. Basti pensare che la pubblicità del tabacco è vietata, mentre quella del gioco d'azzardo è non solo sopportata, addirittura supportata.
Per capire il fenomeno occorre guardarci dentro, capirne i numeri e interpretarli. 

Il governo accattone guidato da Enrico Letta ha inserito nella legge di stabilità una norma che precede l’apertura di 30 nuove sale bingo e 7000 per videolottery con l’obbiettivo di rubare 145 milioni di euro dalle tasche degli italiani.
Con tutta probabilità il sindaco d’Italia plaudirà alle decisioni.
E allora parliamo di gioco d’azzardo, forse è bene entrare anche con i numeri nel fenomeno della piaga azzardo.
Per farlo utilizziamo dati dalle seguenti fonti: Libera e CONAGGA (coordinamento Nazionale Gruppi Giocatori Azzardo).
Anticipo che i dati utilizzati sono relativi agli anni 2011 e parzialmente 2012. Il motivo è semplice, AAMS (Azienda dei Monopoli di Stato) da metà 2012 non ha più reso noti i dati dei giochi come faceva prima. Il motivo che è stato addotto da un funzionario della regione Lombardia è il seguente “non li pubblichiamo per evitare facili speculazioni” (Sic) Il popolo bue non ha diritto di sapere, in sostanza.

Nel 2011 il mercato mondiale dei giochi (legali) è stato 2214 miliardi di euro. L’Italia, con l’1% della popolazione mondiale. Rappresenta il 4,4% del mercato mondiale e il 15% di quello europeo. Nei solo gratta e vinci nel 2010 siamo stati al primo posto a livello mondiale (19% dei biglietti venduti nel mondo intero).
Per il gioco on line l’Italia si pone ai primi posti con il 23% del mercato.
Nei primi otto mesi del 2012 ogni italiano (maggiorenne in quanto il gioco dovrebbe essere vietato ai minori) ha speso 1703 euro. Al primo posto ci sono Videolottery e slot. Seguono il gratta e vinci, lotto, scommesse sportive, superenalotto, bingo e scommesse ippiche.
Evidentemente lo Stato incassa sempre più denaro dall’azzardo. FALSO, lo stato, secondo la tabella che segue, incassa sempre meno in quanto è aumentato il payout (pagamenti di vincite) e sono aumentati a dismisura i profitti dei gestori dei giochi.

ANNO                   Spesa complessiva                       Entrata erariale
2004                      24.8 miliardi di euro                      7.3 miliardi = 29.4%
2005                      28,5 miliardi di euro                      6,16 miliardi = 21,6%
2006                      35.2 miliardi di euro                      6.72 miliardi = 19%
2007                      42.1 miliardi di euro                      7.2 miliardi = 17,1%
2008                      47.5 miliardi di euro                      7.75 miliardi = 16.3%
2009                      54.4 miliardi di euro                      8.8 miliardi= 16,1%
2010                      61,4 miliardi di euro                      8.7 miliardi= 14,1%
2011                      79,9 miliardi di euro                      8,8 miliardi= 11 %
2012                      94 miliardi di euro (stima)            7,9 miliardi = 8,4 %

Come si nota più aumentano le giocate, più diminuiscono le entrate per l’erario, un vero scempio per la ragionevolezza, una enorme risorsa per le mafie.

Chi gioca?
I lrapporto 2011 della Corte dei Conti evidenzia come il consumo dei giochi interessi le fasce sociali più deboli. “Gioca il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti ai ceti medio basso”. (Eurispes 2007).
Milton Fidman negli anni ’50 disse che il gioco d’azzardo è un vero business sulla povertà.
Nel dettaglio le ricerche hanno evidenziato la platea dei giocatori abituali:

 Su un campione di questionari (1836 validi) fatto a Reggio Emilia, Vicenza, Modena, Bologna, Roma, Varese, Salerno, Cosenza, Verona, Parma e Prato nel 2012 sono emersi i seguenti dati sulle caratteristiche sui giocatori:
      Maschi                  :  76,4%
      Femmine              :  67,6%

Meno scolarizzazione uguale a più giocatori

      Gioca il 75,6% di chi ha la licenza elementare
      80,3% licenza media
      70,4% diploma
      61,3% laurea

      Meno lavoro più gioco

      70,8%  di chi ha un lavoro fisso
      73%     di chi è disoccupato
      80,2%  di chi è precario e cassaintegrato
      73,7%  degli studenti
      63,5%   dei pensionati
      65,4%  delle casalinghe
      75,2% Minorenni nonostante il divieto       

Dipendenze da gioco d’azzardo

Secondo recenti elaborazioni (fonte:CNR) emerge che:

      In Italia il 42% delle persone fra i 15 e i 64 anni ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno, equivalenti a 17 milioni di italiani;
       La maggior parte dei giocatori non è a rischio;
       1,7 milioni di italiani sono a rischio;
       Poco più di 500 mila persone rispondono ai criteri         diagnostici certificati  
  come giocatori d’azzardo patologici.
      E’ aumentato il numero dei giocatori (i cosiddetti «giocatori sociali», che giocano senza essere a rischio;
      E’ aumentato però anche il numero dei cosiddetti giocatori problematici o a rischio (coloro in cui non si è ancora instaurata una dipendenza, ma con una possibile progressione verso una forma di malattia);
      E’ aumentato il numero dei «giocatori d’azzardo patologici»: coloro che hanno instaurato una dipendenza che compromette lo stato di salute fisica e psichica. La diagnosi di questa patologia si basa sulla rispondenza ai criteri diagnostici descritti nella Classificazione Internazionale delle malattie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD10, F63.0) e nel DSM-IV-TR dell’ American Psychiatric Association.

Si sono inoltre valutati i costi sociali delle ludopatie tenendo conto le seguenti voci:
      COSTI SANITARI DIRETTI (ricorso al medico di base del 48% più alto rispetto ai non giocatori, interventi ambulatoriali psicologici, ricoveri sanitari, cure specialistiche per la dipendenza…).
      COSTI INDIRETTI (perdita di performance lavorativa del 28% maggiore rispetto ai non giocatori, perdita di reddito…).
      COSTI PER LA QUALITA’ DELLA VITA (problemi che ricadono sui familiari, violenza, rischio di aumento di depressione grave, ansia, deficit di attenzione, bassa resistenza ad altri tipi di dipendenze, idee suicidarie, ossessione per il gioco e per i soldi necessari a giocare…).
Dalla ricerca e dalle valutazioni si ipotizza un costo per la società pari a una cifra che oscilla fra i 5,5 e i 6,5 miliardi di euro.

Pubblicità dei giochi.

L’etica dello stato che, con la finanziaria del 2000 ha liberalizzato il gioco d’azzardo e dato carta bianca ai gestori e ad AAMS ha generato mostri. La pubblicità fuorviante e falsa ne è uno splendido esempio, ricordiamo lo spot televisivo che diceva “Ti piace vincere facile?” o le vetrofanie nelle tabaccherie, edicole, bar ecc. che dicono “Gioca oggi, diventa milionario. Questa è vera istigazione al gioco ed è pubblicità assolutamente falsa.
Il gioca d’azzardo in Italia è vietato dalla legge. Per ogni lotteria o estrazione o gioco on line ed off line occorre un decreto ministeriale che lo consenta. Da un’analisi sul gratta e vinci de Il Miliardario autorizzato con DM in gazzetta ufficiale in data 14/9/2005 si evidenzia che vennero stampati 30.000.000 di biglietti da 5 euro (valore complessivo 150.000.000 di euro. Questi generarono “vincite” pari a 105.000.000 di euro. Queste “vincite” sono un dato falso. Il 61,5% dei biglietti perde. Il 28,7% vince 5 euro (il costo del biglietto, una partita di giro in sostanza). Quindi lo Stato restituisce, di fatto, 65.000.000 di euro, al netto di quelli da 5 euro. Nel dettaglio:


BIGLIETTI  VINCENTI
% sul venduto
PREMI
5
0,0000167%
500.000,00
25
0,00008%
100.000,00
250
0,0083%
  10.000,00
5.000
0,016%
    1.000,00
7.500
0,025%
        500,00
55.000
0,22%
        100,00
120.000
0,4%
          50,00
90.000
0,3%
          25,00
270.000
0,9%
          20,00
300.000
1,2%
          15,00
2.030.000
6,8%
          10,00
8.010.000
28,7%
            5,00

Gioco illegale e mafie.

La malavita organizzata vede il gioco d’azzardo come una fonte di reddito pari alla vendita di sostanze stupefacenti. Intanto gestisce il gioco illegale, stimato in 10 miliardi di euro annui, con scommesse clandestine,  sale gioco illegali, addirittura con la stampa e vendita di gratta e vinci taroccati e in altre mille forme.
Però si inserisce nel gioco legale con alcuni stratagemmi:
      Con la concessione, attraverso prestanome, di sale bingo e punti scommesse;
      Con l’ imporre ai commercianti il noleggio di videogiochi, in alcuni casi, ma non sempre, truccati;
      Con la gestione diretta di bische clandestine e il gioco d’azzardo, promuovendo il toto e il lotto nero, e le corse ippiche clandestine;
      Inserendosi nel segmento del gioco d’azzardo on-line, in espansione e meno rischioso e che gradualmente sostituirà le bische e il gioco in nero;
      Con il  riciclaggio di denaro sporco, anche attraverso l’acquisto fraudolento di biglietti legali vincenti;
      Praticando prestiti ad usura nei confronti dei giocatori incalliti.
      A volte gestendo i punti del compro oro spesso nelle vicinanze di sale gioco.

Però siamo in periodo di crisi e di necessità di rientro, il governo attuale si è speso nel gioco d’azzardo in modo encomiabile.
Ogni slot machine deve essere collegata telematicamente all’erario per stabilire le giocate e pagare le tasse relative. La Guardia Di Finanza scoprì come le 10 sorelle (i concessionari di Slot machine) avessero “scordato” di collegare le loro macchine mangiasoldi e vennero emanate sanzioni e multe pari a 2,5 miliardi di euro nei confronti di: Bplus, Lottomatica, Snai, Sisal, Cirsa, Codere, Cogetech, Gmatica, Gamenet, Hgb.
In particolare si segnala che la proprietà di Bplus fosse di Francesc oCorallo, latitante, arrestato nel 2013 per corruzione. Il governo Letta, nella necessità di fare cassa, pèortò queste sanzioni, con un vero e proprio colpo di mano, a 500 milioni di euro (sconto dell’80%). Di questi ne ha incassati solo 250 circa perchè le concessionarie dissero che era troppo esosa la cifra.
Inoltre il governo è stato battuto su un emendamento della lega nord e altri che chiedeva una moratoria di un anno su nuove concessioni. Il governo diede parere negativo, venne però battuto perchè alcuni senatori del PD votarono contro, non certo per motivi etici, piuttosto perchè “ci siamo sbagliati”.

Concludiamo questa carrellata di numeri dicendo che chi scrive è decisamente contrario al proibizionismo. Vietare il gioco d’azzardo altro non farebbe che riconsegnarlo tutto quanto nelle mani delle mafie. E’ tuttavia indispensabile che lo Stato riacquisisca l’etica lasciata nelle cifre del pareggio di bilancio in nome del quale ogni cosa è lecita, anche massacrare con tasse occulte come quella sul gioco. Occorre che si vieti ogni tipo di pubblicità, che si vieti il gioco ai minori effettuando controlli che non esistono allo stato attuale, magari obbligando i gestori di slot a mettere apparecchiature di verifica del codice fiscale come per i distributori di sigarette. Ed occorrono normative severissime per chi vende giochi d’azzardo, dai gratta e vinci in avanti.






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