“...Le forme assunte
da questa mobilitazione, che non è spontanea ma neanche frutto di una
precisa organizzazione, ci possono far capire quanto distino le forme
reali della partecipazione dalle forme strutturate della democrazia:
quella rappresentativa dei Parlamenti e dei consigli comunali o regionali,
ma anche quella partecipativa, di una gestione condivisa ben organizzata
di rivendicazioni o di “beni comuni”. Non che vadano messe in contrapposizione;
ma certo avvicinarle non è un processo né automatico né facile.
Altrettanto significativa
è la dissoluzione, in questo ambito, delle tradizionali contrapposizioni
tra destra e sinistra. Non che ciò debba significare mischiarsi e confondersi
con le organizzazioni fasciste che a questi moti, o alla loro preparazione,
hanno preso parte. Quelle organizzazioni sono radicate anche, e ben di più,
nelle destre fasciste e naziste più tradizionali, con cui nessuna commistione
è possibile. Ma per la maggioranza di coloro che partecipano a questi
moti destra e sinistra, come pure politica, se non nell’accezione più pura di
autogoverno, non hanno più alcun significato. Contano le distinzioni tra
alto e basso, onesto e ladro, povero e ricco, sfruttato e sfruttatore. Impariamo
a riusarle...” – Guido Viale su Il Manifesto
(articolo
completo).
...Anomia è mancanza
conclamata di autorità morale, dove le spinte egoistiche hanno preso il
sopravvento e dettano le condizioni di una lotta per la sopravvivenza diffusa
ad ogni livello sociale. L’Italia sembra un paese anomico, costruito sull'impotenza di fronte alla micidiale crisi economica. La crisi c’è in molti
e importanti paesi occidentali, ma lì non coincide con una micidiale crisi
politica... I cittadini in buona fede
che stanno scendendo in piazza in questi giorni vogliono ripartire da sè stessi...
(Stefano Cristante su Nuovo Quotidiano di Puglia, sabato 24 dic. 2013)
I movimenti che stanno
“disturbando” il tran tran del Natale italiano sono arrivati dirompenti,
immediati e inattesi, come giustamente dice Guido Viale. E si chiede come mai
la rabbia non sia esplosa prima, come in altre parti, successe. La risposta che
si da è che in Italia la rabbia si espresse ancora una volta in modo civile,
con il voto. Ne raccolse i frutti il Movimento cinque stelle che in soli dieci
mesi è nudo come il re della fiaba, ha dimostrato tentennamenti, incapacità di
agire e reagire, mostrando il suo capo, al contrario, una vis polemica dai toni
forti pur se velati da incredibilità (non credibilità). Una schiera di parlamentari
composta in moltissimi casi di persone capaci ridotta al rango di portavoce del capo, senza
di lui il movimento sarebbe un megafono senza pile. Espulsioni per chi non
pensa come il capo, liste di proscrizione per i giornalisti rei di pensare
diversamente e via dicendo. In sostanza, un nuovo partito nato sulla scia del
vecchio che incombe. Senza un capo in testa, senza l’uomo solo al comando non si
va da nessuna parte, l’esatto opposto della Democrazia. Così moltissimi
elettori del movimento si ri/trovarono senza rappresentanza credibile,
soprattutto senza Politica (con la P maiuscola: interazione, organizzazione).
Perché i partiti,
tradizionali e non, sono stati fagocitati da quella che Stefano Cristante
chiama Anomia. “Conclamata mancanza di autorità morale”, ed etica ovviamente. Quindi
le persone scendono in piazza, una folla decisamente composita, che porta
votanti di ogni partito rappresentato in Parlamento e fuori, senza esclusione
di destre, sinistre ,centri e centrini. In sostanza, decidono di decidere,
spinte da chi alla buon’ora organizza la loro rabbia. Non partiti organizzati e
democratici, ma un manipolo di neofascisti, un Calvani che aringa le folle
promettendo la caduta del governo e la sua sostituzione con un militare pro
tempore e campi di concentramento per immigrati. Sono stati presi in contropiede
anche i leghisti di Salvini che deve rincorrere e si schiera accanto a questi a
prescindere da tutto, lo fa e basta, rivangando nel fango leghista gli slogan
del suo predecessore.
Come si è arrivati a
questo punto? Come i partiti democratici hanno reso possibile tutto ciò? Penso si tratti di una deriva partita da lontano, da almeno vent'anni. Da quando, in nome
della Repubblica detta seconda, si tentò maldestramente un bipolarismo che, nei
fatti, si è trasformato seduta stante nella ricerca del leader, a destra come a
sinistra, quasi a voler significare che non è la politica a decidere le sorti
del paese, piuttosto l’uomo solo al comando, il “sindaco d’Italia”. Allora come
stupirci se ora il popolo vuole il conducador? Si chiami Cavani o Renzi poco
importa, quello che conta non è il partito che guida il governo, conta il nome
del suo capo in testa. Se non è populismo questo....
Anche chi non era
berlusconiano e si poneva come alternativa “di centro sinistra” ha seguito
questa deriva abbandonando la rappresentanza, il concetto stesso di essere
eletti e di dover agire “in nome del popolo italiano”. Allontanandosi, nei
fatti, sempre più dalle persone. Ricordiamo Veltroni e il suo clamoroso flop
non tanto elettorale (in democrazia succede di vincere o perdere) quanto etico
e politico. La distruzione di decenni di storia e storie, di contatti con le
persone diretti e anche personali, il venire meno della presenza nelle piazze
che hanno portato altri, si chiamino Cavani o forconi, a guidare e pilotare il
malcontento delle persone normali che non comprendono questa politica.
La crisi economica ha
fatto il resto, ed ha fatto ancora peggio la deriva, ancora una volta, degli stessi
partiti, tangentopoli si è trasformata in mutandopoli nel Piemonte sabaudo dove
Cota mette in conto agli italiani le sue mutande verdi, in leccaleccopoli in
Lombardia con il trota che si faceva pagare anche le caramelle, in sanitopoli in Lombardia e non solo. E
potremmo continuare, nella certezza che nessuna regione si dimostrerebbe esente
da stronzate. L’uomo solo al comando, questa volta, si chiama governatore. E
l’Europa che fa? Le imposizioni dell’Europa dell’economia dettano le regole, riducono
alla fame prima i greci, poi gli spagnoli, fra poco arriveranno anche da noi. Perchè l’aumento di 23 milioni al giorno del debito pubblico non consente
nessun rientro. Conclamata distanza fra istituzioni e persone insomma, resa
ancora più acuta dalla crisi economica. E veramente incomprensibile come il
dirigente europeo che dice “forse con Grecia e
Spagna potevamo essere meno inflessibili” non senta il dovere etico e
morale di dimettesi?
Non penso che gli italiani che scendono in piazza con il
tricolore, siano riconducibili tout court a movimenti fascisti (più o meno vetero
o neo), piuttosto alla disperazione della mancanza di futuro, di soldi, di
lavoro. Ci sono i giovani ridotti a marionette che sono stati definiti
“Bamboccioni” da uno, “Choosy” da un’ altra, per i quali non siamo riusciti a
garantire nulla se non precarietà e incertezza.
Un mix veramente
esplosivo, che non ci permette di immaginare cosa avverrà domani. A ben
pensare, i movimenti che fanno riferimento alle sinistre sembravano veramente
elitari, dai girotondi in avanti intendo. Ci si ponevano problemi indifferbili
nel tempo, di democrazia avanzata, dei diritti anche, ma non si riusciva a
coinvolgere che noi stessi.
Una classe politica,
quella attuale, che è stata messa all'angolo dalla magistratura quando ha
dimostrato che abbiamo una legge elettorale criminale e che lei, la politica,
si è ostinata, con balletti sconci e volgari, a non voler cambiare. Ora in
fretta e furia ci verrà propinata qualche ricettina da sindaco d’Italia e il
cerchio del il regime berlusconiano si chiuderà almeno in parte.
Anche il nuovo che
sembrava incombere è ridotto al lanternino, a cercare un’identità di sinistra
(che sembra avere derive sinistre). Partiti appiattiti al punto da apparire quasi
indistinguibili, le larghe intese producono frutti avvelenati in mancanza
dell’etica. La stessa cancellazione del finanziamento ai partiti benedetto dal
popolo che si lamenta e protesta, è una deriva populista. Ora vivrà chi avrà
finanziamenti, e siamo pronti a scommettere che l’industriale che stanzia 200
milioni come azienda e magari la moglie 300 come privata cittadina si impegnerà
anche a non partecipare a gare d’appalto? Così facendo i partiti che hanno
magari principi sani ed etici verranno annichiliti da quelli che hanno
quattrini e finanziatori. “Si fa per le spese della politica” viene detto. E si
fa perchè politici di ogni colore si sono rivelati ladri e malfattori, corrotti
e puttanieri. Non tutti, ma la percezione di chi scende in piazza è “sono tutti
uguali”. Allora perchè i malfattori politici sono meno malfattori degli altri? Perché è stata cassata la proposta di Libera, presentata con un milione di
firme, per la confisca dei beni ai mafiosi e ai corrotti, lasciando solo i
primi? Era sufficiente votare una piccola norma che dicesse “chi viene preso a
comprare mutande verdi con soldi pubblici o ad accettare soldi in cambio di
favori è espulso dalle cariche che
ricopre e gli verranno confiscati i beni”, come si fa con Totò Riina. Perché il
reato è, se possibile, più aberrante, Riina non è stato eletto e non agisce “in
nome del popolo italiano”. Non si volle fare, ora ci si vanta di non permettere
ai partiti piccoli di presentarsi, di candidarsi. Bel colpo signor Letta, avrà
il consenso di una parte del popolo che protesta, peccato però che anche lei è
non credibile agli occhi dello stesso popolo, in quanto membro della casta che
vogliono cacciare via. E non è credibile per le porcate fatte con il balletto
IMU TARES TRASI TUC IUC. Con il detassare la casa dei ricchi per poi far pagare
tutti, soprattutto i poveri.
Ha ragione da vendere
Guido Viale “le differenze che contano sono fra alto e basso, ricco e povero,
onesto e ladro... “ Destra e sinistra sembrano veramente parole del secolo
scorso.
Pensavo in un primo
tempo, e ancora non sono convinto del contrario, che la protesta dei
commercianti in periodo di festività natalizie sarebbe stato un flop, il Natale
è un’opportunità unica per moltissimi di loro. Così pare non essere stato, non
sappiamo cosa succederà nei prossimi giorni, aspettiamoci ogni cosa, anche
perchè stanno arrivando tasse “da far tremare i polsi” mi dice un amico
commercialista.
E se invece dei
blocchi stradali la prossima mossa fosse il blocco dei pagamenti di tasse e
imposte? Meno cruento apparentemente, molto più pericoloso per chi vorrebbe
governare. Ormai la situazione sembra così destrutturata che non viene in mente
neppure una “marcia dei quarantamila” come ai tempi della FIAT e dei quadri che
cassarono con una manifestazione in giacca e cravatta le lotte operaie che
bloccavano ogni produzione. Non viene in mente perchè non si sa chi potrebbe
organizzarla, non ci sono più garantiti, non più posti fissi. Non ci sono più
ceti medi da difendere, quelli stanno spesso nei blocchi stradali.
Nessun commento:
Posta un commento