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lunedì 16 dicembre 2013

Guido Viale, Stefano Cristante, Forconi e politica

“...Le forme assunte da questa mobilitazione, che non è spon­ta­nea ma nean­che frutto di una pre­cisa orga­niz­za­zione, ci pos­sono far capire quanto distino le forme reali della par­te­ci­pa­zione dalle forme strut­tu­rate della demo­cra­zia: quella rap­pre­sen­ta­tiva dei Par­la­menti e dei con­si­gli comu­nali o regio­nali, ma anche quella par­te­ci­pa­tiva, di una gestione con­di­visa ben orga­niz­zata di riven­di­ca­zioni o di “beni comuni”. Non che vadano messe in con­trap­po­si­zione; ma certo avvi­ci­narle non è un pro­cesso né auto­ma­tico né facile.
Altret­tanto signi­fi­ca­tiva è la dis­so­lu­zione, in que­sto ambito, delle tra­di­zio­nali con­trap­po­si­zioni tra destra e sini­stra. Non che ciò debba signi­fi­care mischiarsi e con­fon­dersi con le orga­niz­za­zioni fasci­ste che a que­sti moti, o alla loro pre­pa­ra­zione, hanno preso parte. Quelle orga­niz­za­zioni sono radi­cate anche, e ben di più, nelle destre fasci­ste e nazi­ste più tra­di­zio­nali, con cui nes­suna com­mi­stione è pos­si­bile. Ma per la mag­gio­ranza di coloro che par­te­ci­pano a que­sti moti destra e sini­stra, come pure poli­tica, se non nell’accezione più pura di auto­go­verno, non hanno più alcun signi­fi­cato. Con­tano le distin­zioni tra alto e basso, one­sto e ladro, povero e ricco, sfrut­tato e sfrut­ta­tore. Impa­riamo a riusarle...” – Guido Viale su Il Manifesto  (articolo completo).

...Anomia è mancanza conclamata di autorità morale, dove le spinte egoistiche hanno preso il sopravvento e dettano le condizioni di una lotta per la sopravvivenza diffusa ad ogni livello sociale. L’Italia sembra un paese anomico, costruito sull'impotenza di fronte alla micidiale crisi economica. La crisi c’è in molti e importanti paesi occidentali, ma lì non coincide con una micidiale crisi politica...  I cittadini in buona fede che stanno scendendo in piazza in questi giorni vogliono ripartire da sè stessi... (Stefano Cristante su Nuovo Quotidiano di Puglia, sabato 24 dic. 2013)



I movimenti che stanno “disturbando” il tran tran del Natale italiano sono arrivati dirompenti, immediati e inattesi, come giustamente dice Guido Viale. E si chiede come mai la rabbia non sia esplosa prima, come in altre parti, successe. La risposta che si da è che in Italia la rabbia si espresse ancora una volta in modo civile, con il voto. Ne raccolse i frutti il Movimento cinque stelle che in soli dieci mesi è nudo come il re della fiaba, ha dimostrato tentennamenti, incapacità di agire e reagire, mostrando il suo capo, al contrario, una vis polemica dai toni forti pur se velati da incredibilità (non credibilità). Una schiera di parlamentari composta in moltissimi casi di persone  capaci  ridotta al rango di portavoce del capo, senza di lui il movimento sarebbe un megafono senza pile. Espulsioni per chi non pensa come il capo, liste di proscrizione per i giornalisti rei di pensare diversamente e via dicendo. In sostanza, un nuovo partito nato sulla scia del vecchio che incombe. Senza un capo in testa, senza l’uomo solo al comando non si va da nessuna parte, l’esatto opposto della Democrazia. Così moltissimi elettori del movimento si ri/trovarono senza rappresentanza credibile, soprattutto senza Politica (con la P maiuscola: interazione, organizzazione).
Perché i partiti, tradizionali e non, sono stati fagocitati da quella che Stefano Cristante chiama Anomia. “Conclamata mancanza di autorità morale”, ed etica ovviamente. Quindi le persone scendono in piazza, una folla decisamente composita, che porta votanti di ogni partito rappresentato in Parlamento e fuori, senza esclusione di destre, sinistre ,centri e centrini. In sostanza, decidono di decidere, spinte da chi alla buon’ora organizza la loro rabbia. Non partiti organizzati e democratici, ma un manipolo di neofascisti, un Calvani che aringa le folle promettendo la caduta del governo e la sua sostituzione con un militare pro tempore e campi di concentramento per immigrati. Sono stati presi in contropiede anche i leghisti di Salvini che deve rincorrere e si schiera accanto a questi a prescindere da tutto, lo fa e basta, rivangando nel fango leghista gli slogan del suo predecessore.
Come si è arrivati a questo punto? Come i partiti democratici hanno reso possibile tutto ciò? Penso si tratti di una deriva partita da lontano, da almeno vent'anni. Da quando, in nome della Repubblica detta seconda, si tentò maldestramente un bipolarismo che, nei fatti, si è trasformato seduta stante nella ricerca del leader, a destra come a sinistra, quasi a voler significare che non è la politica a decidere le sorti del paese, piuttosto l’uomo solo al comando, il “sindaco d’Italia”. Allora come stupirci se ora il popolo vuole il conducador? Si chiami Cavani o Renzi poco importa, quello che conta non è il partito che guida il governo, conta il nome del suo capo in testa. Se non è populismo questo....
Anche chi non era berlusconiano e si poneva come alternativa “di centro sinistra” ha seguito questa deriva abbandonando la rappresentanza, il concetto stesso di essere eletti e di dover agire “in nome del popolo italiano”. Allontanandosi, nei fatti, sempre più dalle persone. Ricordiamo Veltroni e il suo clamoroso flop non tanto elettorale (in democrazia succede di vincere o perdere) quanto etico e politico. La distruzione di decenni di storia e storie, di contatti con le persone diretti e anche personali, il venire meno della presenza nelle piazze che hanno portato altri, si chiamino Cavani o forconi, a guidare e pilotare il malcontento delle persone normali che non comprendono questa politica.
La crisi economica ha fatto il resto, ed ha fatto ancora peggio la deriva, ancora una volta, degli stessi partiti, tangentopoli si è trasformata in mutandopoli nel Piemonte sabaudo dove Cota mette in conto agli italiani le sue mutande verdi, in leccaleccopoli in Lombardia con il trota che si faceva pagare anche le caramelle,  in sanitopoli in Lombardia e non solo. E potremmo continuare, nella certezza che nessuna regione si dimostrerebbe esente da stronzate. L’uomo solo al comando, questa volta, si chiama governatore. E l’Europa che fa? Le imposizioni dell’Europa dell’economia dettano le regole, riducono alla fame prima i greci, poi gli spagnoli, fra poco arriveranno anche da noi. Perchè l’aumento di 23 milioni al giorno del debito pubblico non consente nessun rientro. Conclamata distanza fra istituzioni e persone insomma, resa ancora più acuta dalla crisi economica. E veramente incomprensibile come il dirigente europeo che dice “forse con Grecia e  Spagna potevamo essere meno inflessibili” non senta il dovere etico e morale di dimettesi?
Non penso che gli  italiani che scendono in piazza con il tricolore, siano riconducibili tout court a movimenti fascisti (più o meno vetero o neo), piuttosto alla disperazione della mancanza di futuro, di soldi, di lavoro. Ci sono i giovani ridotti a marionette che sono stati definiti “Bamboccioni” da uno, “Choosy” da un’ altra, per i quali non siamo riusciti a garantire nulla se non precarietà e incertezza.
Un mix veramente esplosivo, che non ci permette di immaginare cosa avverrà domani. A ben pensare, i movimenti che fanno riferimento alle sinistre sembravano veramente elitari, dai girotondi in avanti intendo. Ci si ponevano problemi indifferbili nel tempo, di democrazia avanzata, dei diritti anche, ma non si riusciva a coinvolgere che noi stessi.
Una classe politica, quella attuale, che è stata messa all'angolo dalla magistratura quando ha dimostrato che abbiamo una legge elettorale criminale e che lei, la politica, si è ostinata, con balletti sconci e volgari, a non voler cambiare. Ora in fretta e furia ci verrà propinata qualche ricettina da sindaco d’Italia e il cerchio del il regime berlusconiano si chiuderà almeno in parte.
Anche il nuovo che sembrava incombere è ridotto al lanternino, a cercare un’identità di sinistra (che sembra avere derive sinistre). Partiti appiattiti al punto da apparire quasi indistinguibili, le larghe intese producono frutti avvelenati in mancanza dell’etica. La stessa cancellazione del finanziamento ai partiti benedetto dal popolo che si lamenta e protesta, è una deriva populista. Ora vivrà chi avrà finanziamenti, e siamo pronti a scommettere che l’industriale che stanzia 200 milioni come azienda e magari la moglie 300 come privata cittadina si impegnerà anche a non partecipare a gare d’appalto? Così facendo i partiti che hanno magari principi sani ed etici verranno annichiliti da quelli che hanno quattrini e finanziatori. “Si fa per le spese della politica” viene detto. E si fa perchè politici di ogni colore si sono rivelati ladri e malfattori, corrotti e puttanieri. Non tutti, ma la percezione di chi scende in piazza è “sono tutti uguali”. Allora perchè i malfattori politici sono meno malfattori degli altri? Perché è stata cassata la proposta di Libera, presentata con un milione di firme, per la confisca dei beni ai mafiosi e ai corrotti, lasciando solo i primi? Era sufficiente votare una piccola norma che dicesse “chi viene preso a comprare mutande verdi con soldi pubblici o ad accettare soldi in cambio di favori  è espulso dalle cariche che ricopre e gli verranno confiscati i beni”, come si fa con Totò Riina. Perché il reato è, se possibile, più aberrante, Riina non è stato eletto e non agisce “in nome del popolo italiano”. Non si volle fare, ora ci si vanta di non permettere ai partiti piccoli di presentarsi, di candidarsi. Bel colpo signor Letta, avrà il consenso di una parte del popolo che protesta, peccato però che anche lei è non credibile agli occhi dello stesso popolo, in quanto membro della casta che vogliono cacciare via. E non è credibile per le porcate fatte con il balletto IMU TARES TRASI TUC IUC. Con il detassare la casa dei ricchi per poi far pagare tutti, soprattutto i poveri.
Ha ragione da vendere Guido Viale “le differenze che contano sono fra alto e basso, ricco e povero, onesto e ladro... “ Destra e sinistra sembrano veramente parole del secolo scorso.
Pensavo in un primo tempo, e ancora non sono convinto del contrario, che la protesta dei commercianti in periodo di festività natalizie sarebbe stato un flop, il Natale è un’opportunità unica per moltissimi di loro. Così pare non essere stato, non sappiamo cosa succederà nei prossimi giorni, aspettiamoci ogni cosa, anche perchè stanno arrivando tasse “da far tremare i polsi” mi dice un amico commercialista.
E se invece dei blocchi stradali la prossima mossa fosse il blocco dei pagamenti di tasse e imposte? Meno cruento apparentemente, molto più pericoloso per chi vorrebbe governare. Ormai la situazione sembra così destrutturata che non viene in mente neppure una “marcia dei quarantamila” come ai tempi della FIAT e dei quadri che cassarono con una manifestazione in giacca e cravatta le lotte operaie che bloccavano ogni produzione. Non viene in mente perchè non si sa chi potrebbe organizzarla, non ci sono più garantiti, non più posti fissi. Non ci sono più ceti medi da difendere, quelli stanno spesso nei blocchi stradali.  






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