Non è poi così facile capire le vicende delle primarie a Lecce. Tentiamo una sintesi. Salvemini si candida alle primarie. Trova immediato appoggio di Sinistra Ecologia e Libertà. Subito si levano voci (a tono basso, per carità, fra il detto e il non detto) “è il candidato di SEL …” In realtà il percorso politico di Carlo Salvemini è cristallino. Semplicemente piace a SEL. Ad un candidato si chiedono alcune doti: onestà intellettuale (e non solo, ma quell’altra dovrebbe essere scontata), capacità amministrativa, capacità di sintesi fra le varie anime che dovranno formare la coalizione. Carlo sembra riassumere queste caratteristiche. Lui non è mai stato iscritto a SEL, per onestà intellettuale (appunto) non è uscito dal PD per fiondarsi armi e bagagli su un altro carretto. Alle Regionali era candidato in una lista di appoggio a Vendola, la stessa di Stefano, nonostante SEL avrebbe gradito molto averlo fra i suoi. Uscì dal partito al quale aveva dato molto perché non condivideva l’appoggio a Boccia imposto ai dirigenti. Ricordo l’assemblea del PD al Tiziano, alla presenza di D’Alema, quando si disse “i dirigenti che non appoggiano Boccia sono fuori dal partito”. Lui, unico a quanto pare, ne trasse le conseguenze. Questo non voleva dire assolutamente l’ingresso trionfale in un altro partito, fosse anche quello del Presidente.
Quindi si candida per le primarie, ma la coalizione era
tutta da costruire, altri partiti decisamente minori anche se con nomi antichi:
PSI, Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti italiani, chiedevano una
strana cosa: “primarie delle idee”. Molti si interrogano ancora sul reale
significato della cosa. E’ ovvio e scontato che una coalizione debba convergere
su un programma di governo, altrimenti ognuno se ne vada per la propria strada,
il candidato condiviso ha un mandato preciso: proporre un programma,
condividerlo, accettare quello che dalla coalizione arriva, fare sintesi e
vincere le elezioni. Il centro sinistra non è un PDL qualunque dove il capo
decide e chi non ci sta è fuori, chi vota quella parte politica vuole
limpidezza.
Diversa è la storia del maggior partito della coalizione, il moloch.
Il PD che da mesi ormai si arrabatta fra primarie si, no, forse, chissà. E che sarà mai, sono proprio loro gli unici
ad averle nello statuto. Da mesi circolano nomi, cognomi, doppi cognomi, e la
filosofia fu una: “se ci sarà un candidato solo niente primarie”. Praticamente
la scoperta dellì’acqua calda se detta così, però nasconde un tranello. All’obiezione
“Convergete su Salvemini allora? Perché lui è candidato, se ne volete uno solo,
o lui o niente” Niente da fare, loro volevano proprio il ritiro di quella
candidatura per imporre, questa è la parte più esilarante, non si sa chi. A
prescindere dalla poca delicatezza dell’operazione, restava il fatto che
nessuno osa sfidare Salvemini. Perché Carlo sembra raccogliere consensi molto
ampi nella sinistra che conta, quella del voto e senza partito, addirittura fra
quella che non votava più ed ora riacquista, anche grazie a lui, una speranza. Così
si arriva all’affaire Loredana Capone. Le prime voci maligne che ho sentito
girovagando fra amici e compagni era più o meno “vogliono levarsela di torno
dalla regione per metterci un altro, quindi la spingono a farsi triturare qui a
Lecce”. Poi facebook parlò e lei, la Loredana, disse “grazie, no”. Subito il
segretario cittadino rispose che la rete non è la segreteria del partito e lui,
lui si, aspettava una risposta ufficiale sulla sua scrivania. Quasi non ci
credesse. Quasi non avesse il numero di cellulare della Loredana per chiedere
direttamente a lei che stava succedendo. Dalla tragedia si sta passando alla
farsa. E dopo i peana sull’importanza delle rete e del dialogo anche lì…. Ancora
una volta poco delicato veramente dire di non credere alla pagina facebook della
Capone.
E così siamo da capo. Ancora un solo concorrente alle
primarie. Ci sono voci dell’Italia dei Valori con la Sansonetti, è vero, ma
sarebbe lotta impari veramente. Sarebbero finte primarie. Però ora è tempo di
uscire dalle sedi e andare nelle strade e nelle piazze. Le elezioni sono
dopodomani, e le destre estreme o meno si alleeranno sul candidato di bandiera.
Anche se impresentabile, anche senza badante. E se il PD sciogliesse le riserve
e appoggiasse da subito Salvemini, invece di cercare improbabili candidati?
Chissà. Sento alcuni esponenti, non necessariamente di secondo piano, di quel
partito che, come già per Vendola, dicono che alle primarie lo voteranno.
Sarebbe bella veramente una botta di umiltà. Il problema di Lecce è che c’è da
conquistare un feudo apparentemente inviolabile. Sarebbe un peccato sprecare
tutto per beghe interne ad un partito, anche se è il maggiore della coalizione.
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