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sabato 5 novembre 2011

piene e alluvioni


C’è allarme ad Alessandria. Dopo Genova che conta, ad oggi, sette morti, dopo le cinque terre e la Toscana, ora tocca al Piemonte aspettare, come già nel 94, l’onda di piena del Po, del Tanaro e degli altri fiumi e torrenti. Ho vissuto l’alluvione del 94, è stato dramma. Alessandria contò sei morti, trascinati via da una piena non prevista, non annunciata colpevolmente e senza colpevoli civili o penali. La storia è nota, il Tanaro aveva un’onda di piena che iniziò nel cuneese, poi travolse l’astigiano per arrivare, dopo una notte, ad Alessandria senza che nessuno mettesse in allarme nessun altro. Nel mio paesino, era domenica, arrivò un fax in Comune, diceva di possibile piena e di stato d’allerta. Peccato che il sindaco lo trovò dopo l’alluvione, andando in ufficio per prendere contatti con prefettura e protezione civile, dopo che tutti eravamo mobilitati ad aiutare gli alluvionati. Quel fax arrivò nel cuore della notte in un Comune di 1800 abitanti con gli uffici chiusi. Non una telefonata ma un fax, non vennero svegliati i carabinieri della caserma che andassero a tirar fuori dal letto le persone, un fax. Solo un fax. Coscienze pulite in fretta e furia.
Poi le storie che si sono susseguite in tutti questi anni, il malgoverno dei quattrini piovuti, poi altre alluvioni in altre parti d’Italia. Ora la Liguria e la Toscana. Domani a chi toccherà? E’ inquietante che di fronte a queste sciagure criminalmente, ora possiamo dirlo, volute da chi non fa prevenzione, si parli del ponte sullo stretto e della TAV. Ed è criminale che le istituzioni europee e internazionali chiedano all’Italia, in questi frangenti, un rientro dal debito con tassazioni e simili amenità. Ancora una volta, di fronte a queste sciagure, comprendiamo come le persone che crepano, il territorio ferito, siano delle cose secondarie. Importante è salvare le banche. Non se ne può più. Le persone hanno diritti, il primo è il diritto alla vita. Ed un criminale, più colpevole di altri, se ne va in giro dicendo che i ristoranti sono pieni. Roba da ricovero psichiatrico. Perché non si rimette l’elmetto e se ne va come a l’Aquila, fra i genovesi? Perché consentiamo a questi ignobili figuri di proseguire a giocare con le vite degli italiani? E un governo diverso cosa potrà o vorrà fare? Interrogativi che inquietano.  Ancora una volta dobbiamo dire cose che, ahimè, ripeteremo domani o dopodomani: “ne abbiamo pieni i coglioni”. 

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