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sabato 20 settembre 2014

La nostra terra. Un film da vedere.

20 settembre 2014

La storia è attuale, vera, e assolutamente verosimile.
A un boss di mafia del sud della Puglia vengono confiscati i terreni e lui finisce in galera, gli rimane di proprietà solo la grandissima villa che domina i suoi ex possedimenti.
Una cooperativa di giovani tenta di iniziare a lavorare su quei terreni e nella masseria cadente, ma non riesce. In aiuto dei ragazzi viene inviato un “funzionario” dal nord. L’associazione Libera, mai citata se non in una brevissima apparizione del logo su una scatola, è nei fatti lo sfondo di questa situazione.

Lui, esperto di contabilità e burocrazia, manca però di esperienza sul campo, soprattutto conosce i meccanismi della mafia e dei piccoli paesi, dove si trova a vivere, solo teoricamente. Arrivato si scontra immediatamente con situazioni che dovrebbero essere note, scontate, a volte veri e propri “luoghi comuni”: dalla connivenza della politica locale con il capomafia, al tentativo dei carabinieri locali di mantenere il quieto vivere, a tutta una serie di convincimenti radicati nel tempo: “Perché pagare i braccianti in modo ufficiale, quando, in nero si può risparmiare la metà?” si sente chiedere. Tutte situazioni che, vissute realmente, cambiano aspetto, diventano umane debolezze o punti di forza. Il messaggio che viene detto in modo chiaro, è lo stesso che Don Ciotti ripete in ogni occasione pubblica: il vero coraggio non è affrontare i mafiosi, è la legalità, il rispetto delle regole. La mafia si combatte con la legalità e fare i furbetti porta acqua solo ed esclusivamente al suo mulino.
Al capo mafia verranno poi concessi i domiciliari e lui tenterà con ogni mezzo di boicottare i ragazzi della cooperativa composta da  disoccupati, immigrati, emigranti di ritorno alle loro terre, un handicappato. Una vera e propria armata Brancaleone di agricoltori improvvisati e senza conoscenze anche minime, sognatori, bisognosi di uno stipendio subito. E con il boss arrivano gli incendi alle colture, il blocco degli acquisti dello loro produzione perché il mafioso è anche proprietario dell’ingrosso di raccolti. Un film che rischierebbe di scadere in una lezioncina di legalità non fosse per due fattori principali: i fatti prendono spunto esclusivamente dalla realtà, si tratta di un collage di episodi che le cooperative hanno vissuto. La seconda, il valore aggiunto principale, è la bravura degli attori che rendono tutto il racconto piacevole, spesso divertente pur nel greve messaggio e nelle pesantissime situazioni. Da vedere!
Eccezionali la regia, la recitazione, il paesaggio.

La nostra terra
Regia: Giulio Manfredonia
Sceneggiatura: Fabio Bonifaci e Giulio Manfredonia
Attori: Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Maria Rosaria Russo, Iaia Forte, Nicola Riganese, Massimo Cagnina, Giovanni Calcagno, Giovanni Esposito, Mechel Leroy, Bebo Storti, Paolo De Vita, Deborah Caprioglio, Tommaso Ragno.
Fotografia: Marcello Montarsi
Montaggio: Cecilia Zanuso, Roberto Martucci
Musiche: Mauro Pagani
Durata: 100 minuti


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