"Il Pd è al governo. Lega e Forza italia
sono all'opposizione e fanno il loro lavoro. Sulle riforme e sulla legge
elettorale si cerca di lavorare oltre la maggioranza. Stiamo facendo un
processo di riforme con un partito che rappresenta milioni di cittadini e che
siede in parlamento".
"Stiamo facendo un lavoro - continua il ministro - che, a
differenza che in passato, non vuole andare avanti a colpi di maggioranza, nè
sulla legge elettorale nè sulle riforme". Spiega: "È giusto che ci
sia un consenso ampio. Il Pd si è rivolto a tutti i partiti. Fino ad oggi solo
Forza Italia, per l'opposizione, ha deciso di partecipare". E
aggiunge: "Se ci sono stati dei ripensamenti da parte di Lega o M5S, noi
siamo contenti".
Il citato è della ministressa
Boschi. E’ la risposta a chi gli chiedeva conto del fatto di fare le riforme
istituzionali con un pregiudicato. A domanda, sostanzialmente, risponde: Berlusconi rappresenta
milioni di voti.
Si potrebbe rimarcare alla
giovine ragazza che anche la mafia controlla milioni di voti, sarebbe però un
problema se si invitasse alle audizioni Totò Riina. O no?
Questa è la plastica
dimostrazione della falsità di un tormentone che va avanti da anni, da quando un
ottantenne ha detenuto il potere citandola ad ogni piè sospinto: “Ci vogliono i
giovani!!!”
Personalmente ho sempre
sostenuto che ci vorrebbero idee giovani, nuove, fresche. E ci vogliono persone
in grado di portarle avanti. Il fatto che uno sia giovane non è una patente per
dire che è saggio, intelligente e
onesto. Abbiamo un faro guida che ci illumina la via in questo senso, si chiama
Renzo Bossi. Un altro si chiama Renzi, quello che dice a Letta di stare sereno
e lo accoltella alla prima occasione. Certo, il secondo è scaltro e onesto, il
primo è solo un ladrone di denaro
pubblico, però entrambi danno l’idea di come essere giovani non sia di per sé un
buon motivo per guidare una nazione.
Così come il non essere
giovane a volte è sinonimo di saggezza, non è assolutamente un caso che il PD
abbia silurato due candidature eccellenti al Quirinale, Rodotà e Prodi. Erano
troppo saggi e democratici. Rodotà in particolare avrebbe addirittura difeso la
Carta Costituzionale impedendo al giovane Renzi di farne carta straccia assieme
ai suoi compagni di merende Berlusconi, Santanchè e Calderoli.
Ma tant’è, questa è la nuova
Democrazia italiota. Facciamocene una ragione e ingoiamo la vittoria finale
della P2. Ci saranno i referendum, per
fortuna, a riportare le cose al loro posto, se così non sarà, pazienza, i vecchi
come me non hanno molto da perdere (Fornero a parte), i giovani si dotino di
passaporto, se i loro coetanei chiamati a guidare la nazione sono come la
ministressa Boschi, hanno ottimi motivi per andarsene.
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