Passata la settimana per digerire la sconfitta, Carlo
Salvemini torna a parlare con il suo popolo. Il comitato in Via N. Sauro è gremitissimo, molti rimangono fuori per mancanza di spazio.
Nei giorni scorsi on line si sono letti centinaia di
commenti che lo invitavano a correre da solo, piuttosto che a non mollare o
accettare la sconfitta e sorreggere la Capone. Qualcuno ha anche scritto
“capitano mio capitano”, d’altra parte ognuno elabora a modo suo.
Ha iniziato a parlare ringraziando tutti e sgombrando il
campo dalla possibilità di una corsa solitaria in quanto “mi ritengo vincolato
ad un patto con il centro sinistra” anche se, ammette , non tutti i
comportamenti sono stati limpidi nella competizione con la Capone e gli apparati del PD.
“Noi restiamo in campo perché il centro sinistra può vincere
a Lecce”.
Per la sua partecipazione alla corsa nella coalizione ha
però messo alcuni paletti, con la Capone e con il PD, che hanno accettato, ha
parlato chiaramente di un’unica condizione: “che il perimetro dell’alleanza sia
quello delle primarie”. Quindi nessun accordo preventivo altre forze, neppure troppo
sottinteso che si parlava di UDC. “D’altra parte questa è la coalizione che
governa la Puglia e che già conquistò la provincia di Lecce”.
Pur essendo ardua l’analisi del voto, ha ammesso i limiti
della sua campagna nella quale non si sono mobilitati per il voto tutti i
possibili elettori, ed ha riconosciuto che esiste in città un elettorato
moderato che gli avrebbe dato la preferenza alle elezioni, ma che non si è
sentito di recarsi al Tiziano per le primarie.
Alle formazioni di sinistra che lo hanno appoggiato (SEL e
Federazione della Sinistra) ha detto che l’unica via che ritiene percorribile è
quella di una lista civica nella quale
convergano anche esponenti dei partiti “senza alcun simbolo” in quanto “sono
stato votato con il mio profilo di centro sinistra, però oltre i perimetri dei
partiti”. Se riuscirà nell’intento di
far convergere le schegge sparse avrà fatto un vero miracolo, bene si conoscono
la capacità di parcellizzazione dei partiti delle sinistre, i particolarismi e
il settarismo che non sembra voler morire. Nelle scorse elezioni comunali
rinunciarono a almeno un consigliere pur di dimostrare la loro purezza e
presentarsi divisi.
Per quanto riguarda i programmi della coalizione: “Spetta
alla Capone riassumere le tematiche della campagna per le primarie e fare
tesoro anche del nostro lavoro”.
All’uscita abbiamo provato a cercare qualche esponente dei
partiti della sinistra, blindatissimi nei loro: “dobbiamo riunirci, dobbiamo
discuterne”.
Solo uno diceva che Carlo merita “però non dobbiamo rifare
l’errore di SEL che ha un partito personalistico”.
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