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martedì 31 gennaio 2012

Suicidi fra i disoccupati


Eures rende noti gli studi sui suicidi nel 2009: 357 disoccupati si sono tolti la vita +1,6% donne, più 5,7% uomini rispetto all’anno precedente.
Imprenditori: oltre 50 nel solo nord est i suicidi di piccoli imprenditori per motivi economici. Alcuni con forti crediti, un caso su tutti quello di Giovanni Schiavon, nel padovano, proprietario della Eurostrade di Vigonza. Creditori, che non pagavano da lungo tempo. Enti pubblici gli dovevano almeno 300mila euro.
357 disoccupati che decidono di farla finita è un numero impressionante. Uno per ogni giorno dell’anno. Uomini, donne, ragazzi. Uno stillicidio di vite umane in preda alla depressione per non poter trovare lavoro, per averlo perso, soprattutto per non riuscire a immaginare un futuro. E forse è questo lo scempio più grande.
Forse qualcuno dirà che si tratta di depressi, oppure che è sono peccatori, ritengo invece che siamo di fronte ad una guerra vera e propria con tanto di vittime.
E lo studio Eures si ferma al 2009, cosa è successo fino al 2011? Cosa succederà nel 2012 visto che, alla buon’ora, anche il governo parla di recessione? Anche l’anomalia del popolo delle partite IVA viene fuori con tutte le sue contraddizioni proprio in questi dati. Si tratta molto spesso solo di lavoratori, artigiani, piccoli commercianti, che non hanno uno straccio di ammortizzatore di fronte ad un capitalismo (si può ancora dire questa parola o i puristi sinistri del mercato la ritengono troppo fuori moda?) spietato che ha spostato, negli ultimi vent’anni, la possibilità di arricchirsi per pochissimi solo nel mondo della finanza, non già su quello della produzione, è morto il circuito denaro – merce – denaro ed è stato sostituito con denaro - denaro.
Specchietti per allodole che hanno fatto urlare ai liberisti all’amatriciana del miracolo italiano, delle partite IVA diffuse, poco importa loro che i lavoratori autonomi e quelli fuori dal mercato del lavoro non abbiano alcun potere contrattuale, diventino di punto in bianco dei paria.  A fronte di tutto ciò anche la lotta agli evasori (cosiddetta) che incita al linciaggio del bottegaio è amorale, sembra un modo per deviare l’attenzione dai veri evasori, quelli miliardari, quelli delle mafie e delle SPA, piuttosto che dal malaffare degli appalti sporchi. I giornali sono pieni di notizie su scontrini per un caffè non emessi, poco si legge dei riciclaggi delle mafie. Nascono siti internet per denunciare il bottegaio lanciando così una vera guerra fra poveri.
A Padova è nata un’associazione con consulenti fiscali, commercialisti, psicologi che aiutino le partite IVA in difficoltà. Un vero e proprio antiracket, dove per racket si intendano banche e Equitalia.
In Grecia intanto, in nome del liberismo europeo, si lasciano bimbi in istituti o nelle scuole perché trovino un po’ di cibo che i genitori non possono garantire loro.
E’ immorale che un governo, sia pur tecnico, non abbia, al momento, bloccato la spesa di 15 miliardi di euro per acquisti di aerei da guerra. Come è indegno che il ministro della guerra che ha sostituito il suo omologo fascista chieda carta bianca per bombardare l’Afghanistan.
Meglio fare molto rumore contro il pizzicagnolo. Monti e i suoi hanno sicuramente più dignità del governo precedente (in verità bastava poco, era sufficiente essere normali), però seguono le stesse filosofie.
Mentre i disoccupati si suicidano il governo dei tecnici offre la sua rivoluzione:  consente di prorogare la scadenza della carta d’identità e le banche potranno rimanere aperte fino alle 22. (Forse per i senza tetto che ci troveranno un po’ di calore nelle ore notturne?).  Complimenti e grazie.

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