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lunedì 20 ottobre 2014

Lega nord fascisti: una faccia, una razza

militanti neofascisti (foto presa in rete)
Sabato 18 ottobre è la data che segna la (forse) definitiva saldatura fra le varie anime del Partito Nazionale Neofascista. E sarà un partito non più locale, ma nazionale, alla manifestazione erano presenti fascisti provenienti da ogni regione d’Italia.
Dopo le avances della Lega Nord di Salvini alla Le Pen, dopo il definitivo sdoganamento di Borghezio, il partito in verde ha indetto una rumorosa manifestazione a Milano con Casa Pound, Forza Nuova e il resto dei cascami dell’umanità.
L’intento, neppure velato, è quello di creare in Italia un movimento sullo stile di Alba Dorata greca o dei neonazisti della Le Pen, la politica di questi loschi figuri è il populismo coniugato nella xenofobia, nella paura del diverso, nel nazionalismo. Il loro fine, presumibilmente, è l’annullamento della Democrazia.
Il no alla Moschea e alle moschee trova facile humus nella crisi economica che aumenta la povertà, e contro un governo nazionale che non sa prendere misure dignitose per combatterla.
E’ Importante  dare un volto al “nemico” da combattere,   un tempo qualcuno lo fece con gli ebrei, oggi cambia la geografia sociale e politica, oggi sono gli immigrati i nemici dell’Italia (l’Europa sta sullo sfondo, mai riconosciuta realmente, senza una politica estera comune, senza un governo comune, solo con le sanzioni che mettono in ginocchio i poveri e danno fiato ai populisti e ai neonazisti). Sempre identici sono, oggi come allora, gli slogan e creare il terrore verso il diverso. Parlare oggi di nazionalismo, protezione dei confini nazionali, chiusura, dovrebbe essere follia pura se non fossero gli stati europei ad alimentarne la speranza. Cos’altro è l’intransigenza tedesca? Cos’è la Francia che dice che se ne fregano dei parametri comuni? Cosa sono se non la dichiarazione provata dell’inesistenza dell’Europa e del rilancio dei nazionalismi?
La gravità di questa situazione si potrebbe acuire se non si muta l’antagonismo a  fenomeni inquietanti come il rinvigorimento del nazismo e del fascismo.
tipico militante leghista (foto on line)
Parole d’ordine come “antifascismo” devono tornare prepotentemente nel lessico comune, occorre riprendere la strada, purtroppo abbandonata precocemente, della costruzione militante di informazione, acculturazione, occorre entrare nelle scuole, fra i giovani e spiegare cos’è oggi il fascismo, non farne solo la storia antica, dire oggi cosa significa e provare ad arginare questo cancro. Xenofobia, sessismo, tifo deviato negli stadi, tutti fenomeni da combattere in ogni luogo, senza lasciarsi andare al sorriso sarcastico o al credere che sono fenomeni marginali.  La mancanza di un Partito delle sinistre serio, determinato e con un’idea di società diversa da quella corrente nei Partiti attualmente in Parlamento, anche in quello Democratico, è un vulnus terribile, che consente l’insinuarsi di questi figuri nel panorama politico, sociale, istituzionale.

L’urgenza esiste tutta. Dagli anni ‘90 del secolo scorso ad oggi è diventato chiarissimo come le mafie in Italia abbiano avuto ed abbiano ancora fortissime complicità e coesione con il neofascismo nostrano, con gli eredi dello stragismo. In questo quadro si insinua la Lega Nord di Salvini vista da un lato come alleato privilegiato del criminale di Arcore, dall’altro come braccio nelle istituzioni dai picchiatori di Forza Nuova e Casa Pound. La miscela può diventare veramente esplosiva se non si contrappone in fretta una filosofia che non so chiamare in altro modo se non Antifascismo Militante. Dove militante non significhi certo la stupidità si pochi incappucciati vestiti di nero che lanciano uova contro la polizia, ma informazione, attenzione verso i più giovani, significhi dire chiaramente che da oggi chi vota lega nord non è più uno che ama la sua terra e la sua autonomia, ma è a tutti gli effetti, complice dei fascisti e dei neonazisti. Prima che sia troppo tardi poniamoci il problema.   In particolare, per chi ha funzioni di governo e di dialogo con tutti, dovrebbe significare chiedere conto agli interlocutori del loro operato e della loro ideologia. Sappiamo, perché lo dice lui in ogni occasione, che il fuorilegge di Arcore, lo stesso che aveva un mafioso come Dell’Utri (sentenza docet) come suo ispiratore, ha un asse privilegiato con la Lega Nord di Salvini e Borghezio (gli stessi che oggi hanno a loro volta un asse con Putin, e non è questione di lettoni), con queste frequentazioni è veramente il caso di dialogare serenamente con lui senza chiedergli conto della sua visione della Democrazia e della Costituzione Repubblicana? Al momento sappiamo che ogni “si” di Forza Italia al governo in carica è conseguente alla politica del fuorilegge di Arcore e delle sue fonti ispiratrici, siano esse cupole mafiose, destre xenofobe, o massoneria deviata.  

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