militanti neofascisti (foto presa in rete) |
Sabato 18 ottobre è la data che segna la (forse) definitiva
saldatura fra le varie anime del Partito Nazionale Neofascista. E sarà un
partito non più locale, ma nazionale, alla manifestazione erano presenti
fascisti provenienti da ogni regione d’Italia.
Dopo le avances della Lega Nord di Salvini alla Le Pen, dopo
il definitivo sdoganamento di Borghezio, il partito in verde ha indetto una
rumorosa manifestazione a Milano con Casa Pound, Forza Nuova e il resto dei
cascami dell’umanità.
L’intento, neppure velato, è quello di creare in Italia
un movimento sullo stile di Alba Dorata greca o dei neonazisti della Le Pen, la
politica di questi loschi figuri è il populismo coniugato nella xenofobia,
nella paura del diverso, nel nazionalismo. Il loro fine, presumibilmente, è
l’annullamento della Democrazia.
Il no alla Moschea e alle moschee trova facile humus nella
crisi economica che aumenta la povertà, e contro un governo nazionale che non
sa prendere misure dignitose per combatterla.
E’ Importante dare un
volto al “nemico” da combattere, un tempo qualcuno lo fece con gli ebrei, oggi
cambia la geografia sociale e politica, oggi sono gli immigrati i nemici
dell’Italia (l’Europa sta sullo sfondo, mai riconosciuta realmente, senza una
politica estera comune, senza un governo comune, solo con le sanzioni che
mettono in ginocchio i poveri e danno fiato ai populisti e ai neonazisti). Sempre
identici sono, oggi come allora, gli slogan e creare il terrore verso il
diverso. Parlare oggi di nazionalismo, protezione dei confini nazionali,
chiusura, dovrebbe essere follia pura se non fossero gli stati europei ad
alimentarne la speranza. Cos’altro è l’intransigenza tedesca? Cos’è la Francia
che dice che se ne fregano dei parametri comuni? Cosa sono se non la
dichiarazione provata dell’inesistenza dell’Europa e del rilancio dei
nazionalismi?
La gravità di questa situazione si potrebbe acuire se non si
muta l’antagonismo a fenomeni
inquietanti come il rinvigorimento del nazismo e del fascismo.
tipico militante leghista (foto on line) |
Parole d’ordine come “antifascismo” devono tornare
prepotentemente nel lessico comune, occorre riprendere la strada, purtroppo
abbandonata precocemente, della costruzione militante di informazione,
acculturazione, occorre entrare nelle scuole, fra i giovani e spiegare cos’è
oggi il fascismo, non farne solo la storia antica, dire oggi cosa significa e
provare ad arginare questo cancro. Xenofobia, sessismo, tifo deviato negli
stadi, tutti fenomeni da combattere in ogni luogo, senza lasciarsi andare al
sorriso sarcastico o al credere che sono fenomeni marginali. La mancanza di un Partito delle sinistre
serio, determinato e con un’idea di società diversa da quella corrente nei
Partiti attualmente in Parlamento, anche in quello Democratico, è un vulnus
terribile, che consente l’insinuarsi di questi figuri nel panorama politico,
sociale, istituzionale.
L’urgenza esiste tutta. Dagli anni ‘90 del secolo scorso ad
oggi è diventato chiarissimo come le mafie in Italia abbiano avuto ed abbiano
ancora fortissime complicità e coesione con il neofascismo nostrano, con gli
eredi dello stragismo. In questo quadro si insinua la Lega Nord di Salvini
vista da un lato come alleato privilegiato del criminale di Arcore, dall’altro
come braccio nelle istituzioni dai picchiatori di Forza Nuova e Casa Pound. La
miscela può diventare veramente esplosiva se non si contrappone in fretta una
filosofia che non so chiamare in altro modo se non Antifascismo Militante. Dove
militante non significhi certo la stupidità si pochi incappucciati vestiti di
nero che lanciano uova contro la polizia, ma informazione, attenzione verso i
più giovani, significhi dire chiaramente che da oggi chi vota lega nord non è
più uno che ama la sua terra e la sua autonomia, ma è a tutti gli effetti,
complice dei fascisti e dei neonazisti. Prima che sia troppo tardi poniamoci il
problema. In particolare, per chi ha
funzioni di governo e di dialogo con tutti, dovrebbe significare chiedere conto
agli interlocutori del loro operato e della loro ideologia. Sappiamo, perché lo
dice lui in ogni occasione, che il fuorilegge di Arcore, lo stesso che aveva un
mafioso come Dell’Utri (sentenza docet) come suo ispiratore, ha un asse
privilegiato con la Lega Nord di Salvini e Borghezio (gli stessi che oggi hanno
a loro volta un asse con Putin, e non è questione di lettoni), con queste
frequentazioni è veramente il caso di dialogare serenamente con lui senza
chiedergli conto della sua visione della Democrazia e della Costituzione
Repubblicana? Al momento sappiamo che ogni “si” di Forza Italia al governo in
carica è conseguente alla politica del fuorilegge di Arcore e delle sue fonti
ispiratrici, siano esse cupole mafiose, destre xenofobe, o massoneria deviata.
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