5 settembre 2014
Quelli che “la sinistra non dice… la sinistra non fa…”
Ogni volta che sento queste parole mi domando chi è la
sinistra, dove vive, dove agisce, dove si nasconde. Sinistra, sembra una cosa reale, eppure è un'entità astratta. Di solito a dire quelle parole sono
persone (compagni, pardon) sedicenti “di sinistra”. Ma se loro sono di sinistra
e dicono le cose che dicono vuol dire che la sinistra dice le cose che loro
vogliono siano dette. Invece sembra di no, la sinistra non dice e non fa.
Evidentemente “la sinistra” è altra cosa, probabilmente ha
un nome e un cognome che nessuno dei parlatori che dicono “la sinistra non…”
conosce ma non osa fare, più spesso li dà per scontati. Oppure il sinistro di
sinistra che dice le cose che la sinistra (secondo lui) dovrebbe dire naviga
nel generico. A sparare nel mucchio qualcuno colpisci, e quelli che stanno di
là sono nemici a prescindere. Oramai è uno sport diffusissimo (a sinistra), dire
che non c’è più sinistra. Come quando la mamma dice ai figli adolescenti "questa non è più una casa, è un albergo, ognuno fa quel che vuole". Però poi e le chiedi dice che scherzava, che quella è La Casa. Quelli di sinistra che dicono che la sinistra non fa e non dice invece dicono che la sinistra non è sinistra. Ed io mi chiedo se non si è perso il senso di
appartenenza, di discussione, di voglia di comprendere. Allo stato delle cose
assistiamo ad ogni tornata elettorale a formazioni nuove di pacca che hanno
come unico scopo “quello di unificare le forze a sinistra che non si
riconoscono nel PD”. Salvo poi ascoltarli uno ad uno dire che l’altro è meno di
sinistra di quello che è un po’ più a sinistra ma meno dialogante.
Alle primarie per le comunali di Lecce qualcuno sosteneva (bontà sua) Carlo
Salvemini, però se parlavi davanti ad un caffè non esitava a dire che “si, lo
sostengo però sia chiaro che non è di sinistra, è radical chic ed è sostenuto
da una maggioranza di suoi simili”. Quindi la
sinistra è sempre “altra cosa”. Ora è la
volta di sparare su Stefàno mirando a Vendola che a sua volta “è diventato
radical chic, ed è la causa di ogni male della sinistra”, beh, alla domanda se
al netto degli errori questi ultimi 10 anni la Puglia sia migliorata o meno
rispondono che “si, un poco è migliorata, però si poteva fare di più”. E grazie
al ca…volo. Accidenti a Vendola, non ha neppure armato il proletariato.
Già, un tempo chi si dichiarava di sinistra aveva voglia di condividere i pensieri, discuterli, tentare di fare sintesi. Poi,
piano piano, cullati dalla filosofia berlusconiana del “migliore”, tutti a dire
che la colpa è degli altri. Dei comunisti per qualcuno, dei radical chic per
altri. Anche l’antifascismo non è uno solo, sono tanti. Evidentemente ci sono
antifascisti più antifascisti di altri antifascisti. “Il vero antifascista è
quello che dice che la colpa è dell’Europa” diceva qualcuno che sabato probabilmente ha altro da fare piuttosto che presenziare ad un presidio contro
Borghezio a Lecce ospite di Casa Pound. “Non ci vengo se la sinistra non dice
che l’Europa ecc. ecc. ecc.” La sinistra, appunto. Ma quale sinistra? Non per dire, ma tutte queste sinistre messe
assieme contano percentuali indegne. Però ben sappiamo che “il problema è un
altro…” E’ sempre un altro il problema.
Al momento aspettiamo di vedere quale sarà, dopo l’uscita di
Vendola dalla scena politica, il prossimo birillo da abbattere. Intanto la nave
è incagliata. Auguri a tutti quelli di sinistra che dicono che la colpa è della
sinistra (non la sinistra sinistra… la sinistra).
C’era un vecchio numero di Felice Andreasi in dialetto
piemontese che raccontava della signora dalla merciaia che dice “vorrei del
filo bianco, ma non bianco bianco … bianco” la merciaia gli presenta dieci fili
ed ogni volta quella ripeteva la stessa tiritera: "non bianco bianco.. Bianco!" Finchè la negoziante si
stanca e dice “madamin, ca vaga a da via el cul. Ma nent el cul el cul… El cul”.
Beh, prima o poi gli elettori …. Diventeranno commercianti.
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