“Mentre tutto intorno è pioggia, pioggia, pioggia e Francia” (Paolo Conte).
Champagne Ardenne |
Francia non è solo
pioggia, ovviamente, e Champagne Ardenne è un distretto famoso per la sua bellezza, per il
vino con le bollicine, soprattutto è regione con paesini piccoli, di pochissimi
abitanti. Che diavolo ci fanno in quella regione francese al confine con il
Belgio Stefania De Dominicis di Cavallino e Emilia Taurisano di Lecce?
Trasformano in
spettacolo i racconti che hanno imparato dagli abitanti di quella regione, una
delle più povere di Francia, mentre bevevano assieme a loro un caffè.
Il loro spettacolo è
narrazione, recitazione, scrittura, fotografia, giocoleria, manipolazione.
Studiano, ascoltano, parlano, trasformano e poi torneranno in quei paesi e
saranno loro a rielaborare le storie nelle case, nelle sale da pranzo, davanti
a un pubblico minimo. Un caffè che diventa un gioco del dare/avere, un filo che
unisce ospiti e ospitati in uno scambio di ruoli. Loro, le attrici, dovrebbero
essere ospitate, invece invitano gli abitanti in un momento di convivialità che
permette un contatto non mediato da palcoscenici, platee, galleria, sipari.
Ho incontrato Emilia e
Stefania al Fondo Verri, mentre stavano lavorando e rielaborando le loro
storie. Abbiamo parlato senza bere neppure un caffè.
“Come è nato il
progetto?”
“Abbiamo risposto ad
un bando della regione Champagne Ardenne che chiedeva di mettere in atto azioni
culturali con lo scopo di coinvolgere a partecipare gli abitanti. Angeline, amica e collega è originaria
proprio di quella regione che è una delle più povere di Francia, lo
Champagne è arcinoto come eccellenza, meno forse come regione, la parte
Ardenne è invece poverissima, ci sono paesini di 80 abitanti”.
“Come mai vi siete
trovate in Francia?”
“Io ci vivo, Stefania
mi ha raggiunto per questo progetto” dice Emilia.
“Ditemi del bando”
“Avevamo pensato a qualcosa
di simile per la periferia di Parigi. Abbiamo lavorato con Bertrand, in una
periferia della capitale. Balzava a gli occhi nelle piazze, nelle strade il
disagio, bambini che utilizzano internet per vedere film violentissimi, furti,
degrado. Abbiamo sentito il bisogno di lavorare con queste persone e per loro.
Abbiamo iniziato a sfogliare i bandi per cercarne uno che ci consentisse un
lavoro sul territorio. Poi l’incontro con la regione Champagne Ardenne”.
“Quindi voi avevate
già una compagnia”
“Si, nuovo circo e
fotografia. Lavoriamo per il teatro, il cabaret, i gala. Sono lavori che si prestano
anche ad essere rappresentati in strada. A differenze dell’Italia dove il nuovo
circo è prevalentemente teatro di strada, in Francia non è così. Là tutti i
teatri stabili hanno programmazioni di teatro, danza, musica e nuovo circo.
Rientra a pieno titolo nelle rappresentazioni ufficiali, è riconosciuto”.
“Quindi siete
arrivate nella zona rurale”
Un momento del caffè |
“Angeline, come
dicevo, è originaria dell’Ardenne. Grazie a lei, che ha suggerito di andare a
lavorare là, ci siamo mossi per scelta precisa proprio nelle zone più disagiate,
quelle rurali, lasciando perdere le città ed i grandi agglomerati. Subito ci
siamo posti il problema di come presentarci senza imporre la nostra cultura, volevamo
cercare sul territorio l’identità di quelle persone, che è forte. Da
qui la creazione di un punto di contatto fisico, reale fra noi e
loro. In Francia esiste una cultura del caffè molto forte, prima dell’avvento
della televisione era costume abituale invitare i vicini a prendere un caffè
che è molto lungo e si beve tranquillamente seduti, facendo trascorrere il
tempo, in grandi tazze. Ci è sembrato un ottimo punto di contatto. Abbiamo
proposto loro un baratto. Noi offrivamo un caffè e loro, in cambio, ci
regalavano storie. Noi portavamo la nostra voglia di sapere ed un caffè, loro
ci restituivano le loro conoscenze. Per farlo abbiamo imbandito meravigliose
tavole nelle piazze e in luoghi dominati dalla natura, lì
invitavamo le persone a sedersi con noi e a raccontare storie, aneddoti, fiabe.
Alcuni Sindaci ci hanno aiutati, sia
pure parzialmente, dopo questa prima fase di raccolta abbiamo iniziato a
elaborare.”
“Parliamo della rielaborazione
di questo lavoro, cosa proponete?”
“Stefania sta riscrivendo
i testi partendo dai racconti e intrecciandoli con le esperienze che abbiamo fatto
durante questi incontri, in sostanza, tutto ciò che noi abbiamo
imparato. Per il resto facciamo manipolazione di oggetti, antipodismo
(giocoleria con i piedi), lavoro teatrale, il canto, marionette, teatro
d’ombre. Un insieme di specializzazioni che ognuno di noi possiede.
Inoltre stiamo facendo un lavoro sui suoni, il caffè ne ha molti, quando lo si
prepara, quando sale, quando lo si versa, ogni momento ha un suo suono, una
musica. Anche questo elemento sonoro sarà presente. Soprattutto tenendo conto
che non facciamo un solo tipo di caffè, ma diversi: italiano, turco, francese
ecc.”
“L’accoglienza è
stata buona?”
“Non abbiamo mai avuto
folle oceaniche, però ogni giorno abbiamo fatto conoscenze incredibili. In un
paesino dove ci dissero “qui non succede nulla” noi abbiamo egualmente imbandito il nostro tavolo proprio lì abbiamo
conosciuto persone bellissime. Un uomo pieno di storie si è fatto Km. a piedi
per venire da noi a raccontarsi. Un inglese è arrivato con il suo asinello.
Prima era un commerciante di diamanti, ad un certo punto ha avuto problemi di
salute ed ha dato una svolta alla sua vita, si è messo a girare il mondo con un
asinello. Sono storie nelle storie. Poi un’olandese che camminava dall'Olanda
al sud della Francia, una blogger. Lei cammina e si cuce sulla giacca una
targhetta con il nome di chi ha condiviso con lei un pezzo di cammino, così si
porta appresso tutti gli amici”.
“Possiamo parlare
di un sud del mondo come zona disagiata? Ed è possibile un parallelo con il
Salento?”
“Da questo punto di
vista direi di si, è un sud. Per il parallelo con il Salento in
realtà la differenza è marcatissima. Però la nostra ricerca è sullessere umano.
La signora di 90 anni che non ci aprì la porta per timore, e ci spiava dalla
finestra socchiusa potrebbe essere mia nonna salentina. Il signore con
l’asinello perchè non potrebbe essere il barone salentino? Similitudini le
troviamo invece in abitanti di quei luoghi arrivati da fuori per viverci. Come
in Salento, anche là si respira la possibilità di avere una vita meno
oppressiva, più vicina alla natura. Una vita meno ossessionata ed opprimente”.
“ Il progetto è
riproponibile qui in Salento secondo voi?”
“Quando organizzammo
al Fondo Verri una prima rappresentazione venne accolta benissimo, il caffè
riguarda anche noi. Certo, è proponibile, ovviamente non lavoreremmo sulle
stesse corde. Quando lo porteremo in Ardenne ci faremo invitare
nelle sale da pranzo, non nelle piazze o nei teatri, pochi spettatori invitati
dagli stessi padroni di casa. Qui lo faremmo magari nelle corti, ci abbiamo
pensato. Le corti sono micro comunità. Sicuramente
incontreremmo tantissimo materiale su cui lavorare. Con questo spettacolo
contiamo di andare in giro per l’Europa. Magari per il Salento non partiremmo
dal caffè.”
“Negramaro?”
“Pensiamoci! Ci
incuriosirebbe la possibilità di fare spettacoli in case o corti salentine. In
Francia è un esperimento diffuso, qui sarebbe nuovo. Su questo progetto uscirà
anche un libro fotografico e scritto, sarà in doppia lingua italiana e
francese”
“Disponibile
quando?”
“Stiamo cercando una
casa editrice, pensiamo francese, però ci fosse un editore italiano ci
porteremmo pensare”.
“Certo che se
trovaste un bando qui o una finanziamento sarebbe ottimo”
“Ovviamente. Il nostro
non è un pubblico pagante. Senza finanziamenti non potremmo iniziare”.
Forse è un invito,
chissà, forse qualche fondazione o qualche privato o, meglio, qualche ente
pubblico potrebbe provare a pensarci.
Riprendiamo dalla locandina in preparazione dell’incotro dell’ottobre 2013
presso il Fondo Verri:
Compagnia TAU
Un progetto finanziato dalla
regione Champagne Ardenne
Partner del progetto: Association Fleur Sociale, Compagnie La Baladaï,
Côté cour, Festival du Jeune regard de Sy, FJEP de Vouziers, Maison de retraite
de Vouziers, Médiathèque de Poix-Terron, Médiathèque Yves Coppens de
Signy-l’Abbaye, Office d’animation des Crêtes Préardennaises, Café pour tous de
Châtel-Chéhéry, Les communes de: Boult aux Bois, Falaise, Lalobbe, Poix-Terron,
Saint Lambert et Mont de Jeux, Signy-l’Abbaye, Sy, Fondo Verri
Di e con: Stefania De Dominicis, Angeline Soum, Emilia
Tau
Documentazione fotografica: Bertrand Depoortere
Assistente stagista: Igor David
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