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sabato 8 marzo 2014

Mino De Santis a Calimera con La Buona Novella

Che ci fanno queste anime
Davanti alla chiesa
Questa gente divisa
Questa storia sospesa

A misura di braccio
A distanza di offesa
Che alla pace si pensa
Che la pace si sfiora

Due famiglie disarmate di sangue
Si schierano a rea
E per tutti il dolore degli altri
È dolore a metà...

E’ stata l’apertura del concerto di Mino De Santis al Cinema Elio di Calimera.  “Disamistade” è parola sarda, significa faida
, inimicizia. E’ stato l’inizio di un’emozione, di più emozioni. Andava la musica, andavano le parole della Buona Novella, l’album in cui de André cantava l'altro Vangelo, quello apocrifo, non ufficiale, quello che racconta di una Madre, Madonna (ma/donna) bambina data in sposa, che quando sarà donna non potrà che piangere il suo figlio massacrato in croce.

Lei sa, e a lei parlano le madri di Dimaco e Tito, i ladri in croce saranno morti per sempre, per il Cristo ci sarà resurrezione, però, Donna, piange il figlio che se non avesse avuto la ventura di essere figlio di Dio sarebbe ancora “figlio mio”. Quasi ad accompagnare le parole del recitato. Non fossero stati uomini immensi sarebbero qui, tra noi.
Andava la disamistade, abbiamo imparato che anche la buona novella può accompagnare un rosario di nomi di vittime del perbenismo, delle mafie, dell’ipocrisia di governanti che se ne lavano le mani. “Stasera è più forte il terrore”, la voce narrante di Donato Chiarello raccontava le storie di disamistade. Quella di Don Pino Puglisi,  morto dicendo ai suoi assassini “vi stavo aspettando”.  Poi un altro cantore di vangelo,  quello Secondo Matteo , “...poeta scomodo, apprezzato e spesso sgradito, spesso lasciato solo, sorte che spesso accarezza gli uomini liberi, resterai nelle nostre coscienze...” parole che dicono di Pier Paolo Pasolini, massacrato in una fredda sera, in un lurido luogo,  “...non provare mai più a rinascere, non sarebbe la stessa cosa”.
Disamistade, ipocrisia, perbenismo.

E quella stupenda Ave Maria,
 ...Ave Maria adesso che sei donna

Ave alle donne come te Maria
Femmine un giorno per un nuovo amore
Povero o ricco, umile o Messia
Femmine un giorno e poi madri per sempre
Nella stagione che stagioni non sente.

Che assieme alla via della croce accompagnava i nomi di altre vie delle croci. Sfilavano uno ad uno Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giorgio Ambrosoli, Peppino Impastato, Giancarlo Siani, Giacomo Ciaccio Montaldo, Rosario Livatino, Cesare Terranova, Lenin Mancuso, Gaetano Costa, Rocco Chinnici. Vittime di mafia, ammazzati perchè ci credevano che quei cento passi, solo cento, non potevano separare l’oppressione dalla legalità, non accettavano. Uno ad uno sono passati per la via della croce, dell’ipocrisia di certa politica. Un rosario vero e proprio, una via costellata di stazioni a cui fermarsi, da non scordare mai. Come non si deve scordare quel testamento di Tito che accompagnava il racconto di Falcone e Borsellino. Loro ora sono assieme nel ricordo e nei ritratti su tutti i tribunali, insieme per sempre “immersi nei loro splendidi e malinconici sorrisi”. Borsellino che il giorno prima di essere ammazzato chiamò il suo confessore. Lui sapeva.
Intensa serata veramente, sarebbe bello sentire qualche opera buffa di Mino, quelle macchiette che sa dipingere con la chitarra e la voce intensa come quella di Fabrizio De André e che ci fanno sorridere. Sarà bello risentirle quelle storielle, con un bicchiere di vino accanto, però non sempre si può ridere, a volte qualcuno che ci costringa a ripercorrere le vie della Croce per non scordare ci risveglia. Perché il dolore degli altri non sia semplicemente “dolore a metà”.
Straordinarie musiche, eccellente gruppo, capace, e Mino che pareva imperturbabile mentre cantava, ma che poi si è lasciato andare su facebook dicendosi onorato di aver potuto cantare De Andrè. La disamistade ha lasciato il posto all'emozione.

E Mino De Santis era accompagnato da un gruppo di stupendi musicisti: Marcello Zappatore, Stefano Rielli, Valentina Marra, Antonio Tau.
Voce narrante Donato Chiarello. Testi di Alberto Minafra. 


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