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lunedì 10 marzo 2014

A chi è intitolata la Biblioteca civica di Alessandria?

 La Biblioteca di Alessandria è intitolata a Francesca Calvo.  Eletta sindaco per due legislature, rimase in carica dal 1993 al 2002. Fu il primo Sindaco donna della città, venne eletta sulla scia del successo della lega nord. Dopo il secondo mandato ne uscì e si avvicinò a Rutelli.
Attivissima dopo l’alluvione del 1994 che provocò 11 morti, fu il primo sindaco, nel corso delle ristrutturazioni della città, a mettere il simbolo della lega nord, la famigerata stella delle Alpi, che spicca, bianca, su una pavimentazione in porfido rosso. Adro è lontano anni luce. A lei si deve l’inizio del lunghissimo iter che porterà all'abbattimento, nel 2009,  del ponte Cittadella per mano di un altro sindaco di destra, tal Fabio in quota PDL., lo stesso che porterà Alessandria in un buco nero di bilancio e al default. Probabilmente verrà promosso senatore prossimamente, chi peggio governa a livello locale, più strada fa (Polverini docet). I tecnici sono tuttora divisi sull'utilità  di quell'abbattimento che porterà a spendere 18 milioni di euro per il nuovo ponte progettato dall'architetto Meier, statunitense, alla faccia delle eccellenze italiane. I detrattori dell'antico ponte dicono che fu lui la causa dell'alluvione, tecnici referenziati sostengono il contrario. Francesca Calvo morì all'età di 54 anni per un male improvviso ed incurabile. Non si parla mai male dei morti. Parlandone da viva, però, ricordiamo i motivi che hanno forse spinto a titolare la Biblioteca a suo nome, quelle sotto sono alcune affermazioni ed ordinanze che ne hanno caratterizzato il percorso da sindaco: 

Il ponte com'era

Il ponte futuro

Metteremo il filo spinato per non far arrivare gli extracomunitari

 “Prima le case ai nostri

 “Certificati medici di sana costituzione per bambini immigrati se vogliono andare all'asilo


“Chiusura della Moschea per motivi igienico sanitari”. La decisione, vedi a volte il tempismo, avvenne poco dopo la sua partecipazione alla messa torinese celebrata dai sacerdoti lefebvriani: una funzione "riparatrice", come aveva precisato il promotore, Mario Borghezio, nel luogo in cui il Comune aveva consentito ai musulmani di celebrare pubblicamente la fine del Ramadan".

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