E’ stata presentata la:
Ricerca nazionale su anziani e gioco
d’azzardo. Ne riprendiamo la presentazione dal sito AUSER. Nel sito dell'Associazione è possibile scaricare la ricerca completa.
Ph: Repubblica/Genova |
“Abbiamo promosso questa ricerca – sottolinea Enzo Costa
presidente nazionale Auser -per colmare un vuoto di informazione.
Chi meglio di un’associazione che opera per innovare la cultura
dell’invecchiamento poteva indagare e comprendere quali sono i comportamenti e
le motivazioni che spingono al gioco le persone anziane e quali sono le
conseguenze in termini di spesa e di problemi di relazione. Vogliamo far
crescere tra le persone anziane la consapevolezza di quanto possa essere
facile cadere nei rischi del gioco d’azzardo patologico che ha ricadute umane e
sociali pesantissime”. “L’ Auser – prosegue Costa
- è in prima linea per risvegliare nelle istituzioni e nella
politica l’attenzione sul degrado a cui il gioco d’azzardo espone
le persone, le strade delle nostre città e dei paesi”.
L’Auser è fra le organizzazioni promotrici della Campagna “Mettiamoci in
gioco”, alla quale aderiscono associazioni non profit, sindacati, enti locali
ed ha sostenuto il “Manifesto dei sindaci per la legalità” e il movimento “Non
Slot”. “Il nostro impegno – conclude Costa -proseguirà con una capillare
opera di informazione e sensibilizzazione nelle sedi e nei circoli ed offrendo
un sostegno concreto alle vittime di gioco d’azzardo patologico.“
Secondo Leopoldo Grosso vicepresidente del Gruppo Abele: «La
ricerca, purtroppo, mette in risalto la capillarità che ha raggiunto oggi il
gioco d’azzardo in Italia e ne conferma l’allargamento verso le aree
tradizionalmente più indifese, costituite soprattutto da minori, anziani e
donne. I dati della ricerca – prosegue Grosso – sembrerebbero
far emergere stime superiori a quelle generalmente diffuse sulla valutazione
del gioco a rischio, sia per frequenza che per volume di giocate». «Ne
deriva, a maggior ragione – prosegue Grosso - l’importanza del
coinvolgimento delle organizzazioni che aggregano la popolazione interessata,
perché possono avere un fondamentale ruolo di informazione oltre che
rappresentare un fattore protettivo per queste categorie».
“Il boom delle
varie forme di gioco d'azzardo nel nostro Paese - dichiara Alberto
Tomasso, segretario generale della Cgil Piemonte - è un
fenomeno non recentissimo, ma negli anni ha assunto una dimensione massiccia e,
soprattutto, si sono sviluppate forme assai diffuse di vera e propria patologia
sociale, che colpiscono fasce di popolazione particolarmente vulnerabili, come
i pensionati a basso reddito, i disoccupati, i precari, con un crescente
coinvolgimento di giovani. Tutto ciò impone anche al sindacato un aggiornamento
politico e culturale sul tema”.
I DATI
Il 70,7% dei
partecipanti all’indagine ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso
dell’anno precedente lo studio; tra i vari giochi, quelli maggiormente
utilizzati dai rispondenti sono stati Gratta e vinci e lotterie istantanee,
Lotto e Superenalotto, sia tra quanti dichiarano di aver giocato “qualche volta
l’anno”, sia tra coloro che giocano “qualche volta al mese”, sia tra chi gioca
“qualche volta alla settimana”. In tema di giochi preferiti, è il 30% circa dei
giocatori over 65 a prediligere giochi come Lotto e Superenalotto, il 26,6%
Gratta e vinci e lotterie istantanee, il 15% il Totocalcio e totip, il 10,2% i
Giochi di carte a soldi, il 3,8% Slot e Video lottery.
I luoghi presso cui si gioca d’azzardo sono prevalentemente Ricevitorie e
Tabaccherie (44,9%), seguiti da Bar (24%), l’abitazione privata (8%), i Centri
commerciali (6,4%). Gli over 65 incontrati dichiarano di giocare
prevalentemente per Vincere denaro (45,3%), per Divertimento (19,7%), per
Incontrare persone (8,8%). Le persone intercettate sono nel 51,6% uomini, nel
40,4% donne; il titolo di studio più rappresentato è la licenza media, 31,2%,
seguito dal diploma di maturità, 26,4% e dalla licenza elementare 15,5%. Si
tratta nella quasi totalità (92,7%) di pensionati. In merito all’ammontare
mensile del loro stipendio/pensione, il 41% dei casi ha dichiarato di disporre
di una cifra inclusa tra 1.001 e 1.500 euro al mese; per il 16% lo
stipendio/pensione è incluso tra 1.501 e 1.800 euro; solo per l’8,2% raggiunge
i 2.000 euro mensili. Il 23% possiede tra 501 e 1.000 euro, e il 5,8%, infine,
ha meno di 500 euro al mese.
Il questionario
riportava la scala Canadian Problem Gambling Index (versione ridotta), uno
strumento utilizzato a livello internazionale per valutare il livello di
rischio/problematicità/patologia tra chi gioca d’azzardo. Secondo le
risposte ottenute, il 56,6% dei giocatori rispondenti è risultato “non
problematico”: si tratta di persone che giocano d’azzardo, ma con abitudini che
al momento non comportano loro problemi economici, relazionali, legali o di
salute. Il 14,4% è risultato “a rischio” ovvero con presenza di elementi
problematici che potrebbero nel tempo evolvere in situazioni più gravi.
Per il 16,4%, invece, il gioco d’azzardo sembra già rappresentare un problema
di gravità medio/elevata e che richiederebbe un intervento specialistico.
Di rilievo il dato sull’ammontare del denaro destinato a questo tipo di
consumi. La puntata massima nella vita per i giocatori definibili come
patologici rileva cifre quali: 1.500 euro per Bingo e Scommesse; 6.000 euro per
giochi di carte a soldi; 7.000 euro per Slot e Vlt; sino a 20.000 nel caso
della puntata massima a giochi come Lotto e Superenalotto.
Considerando tutti coloro che hanno giocato nel corso dei 12 mesi precedenti
l’indagine, i rispondenti dichiarano di aver speso complessivamente in giochi
d’azzardo legali una cifra pari a circa 589.000 euro. Un dato da sottoporre a
ulteriori approfondimenti riguarda la “consapevolezza” di essere già in una
situazione di rischio: mentre i giocatori a media/elevata gravità rispondono
più agevolmente sull’aver avuto qualche tipo di problema, quelli definibili “a
rischio” in base alla scala diagnostica citata, affermano di non avere
incontrato difficoltà. In presenza di danni nella propria vita a causa del
gioco d’azzardo, inoltre, le persone hanno dichiarato di aver chiesto/ricevuto
aiuto perloppiù da conoscenti.
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