Non è ancora finita con mutandopoli e simili amenità. Leggo
che tal Gennaro Salvatore, consigliere regionale campano del gruppo “Caldoro
presidente” aveva messo in conto spese gomme da masticare, sigarette e tintura
per capelli (per donna).
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E vabbè, Roma ladrona, Napoli ladrona, mamma che brutta gente. In padania invece!
Invece
anche i verdi stanno rimanendo in mutande (mai metafora fu più azzeccata). Dice
la cronaca che il vice sindaco di Verona (il primo cittadino è tal Tosi, uno
dei più duri, puri e romaladronisti), che si chiama Vito Giacino, in odore di
candidatura a sindaco nelle prossime elezioni, sia indagatissimo per aver
agevolato padanamente alcuni imprenditori in pratiche amministrative. Mica
aggratis eh, mica perchè lui i padani li adora, macchè, pare chiedesse in
cambio piccoli presenti, che so, una mazzetta di denaro o altre “utilità”. E
già che c’era consigliava i malcapitati di farsi seguire da un noto studio legale molto
padano, anzi, padanissimo. Quello della signora Alessandra Lodi. Che fosse la di lui moglie è ininfluente, solo un giudice comunista può osare sospettare. Bene i due
coniugi sono avvocati, e la signora Lodi, dicono gli inquirenti che hanno
chiuso in carcere il vicesindaco, si vedeva arrivare clienti a volontà, tutti
per consulenze. Evidentemente per sopravvivere onestamente non erano sufficienti quelle che il Comune le passava magari scavalcando qualcuno, e gli inquiretni dicono che non erano poche. Vogliamo credere che avesse meriti immensi la signora moglie del vicesindaco. Spezziamo una lancia dai, non facciamo i malpensanti sempre. loro facevano così per il Comune e per i cittadini, pare i coniugi non dormissero la notte per lavorare per i concittadini. Casa e lavoro, appunto.
Dice che Tosi non ne sapeva
niente. Ma proprio niente eh. Neppure che il suo vice era sposato sapeva. Anzi,
forse non sapeva di avere un vicesindaco che dava consulenza a destra e a
sinistra. Ops, a destra e basta.
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