Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno viene messo al rogo.
L'8 febbraio 1600 , dinnanzi ai cardinali inquisitori e dei consultoriBenedetto Mandina, Francesco Pietrasanta e Pietro Millini, è costretto ad ascoltare inginocchiato la sentenza di condanna a morte per rogo; si alza e ai giudici indirizza la storica frase: «Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam» («Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla»).
La chiesa cattolica, con il solito tempismo, amette di avere esagerato, infatti a distanza di 400 anni, il 18 febbraio 2000 il papa Giovanni Paolo secondo, tramite una lettera del suo segretario di Stato Sodano inviata ad un convegno che si svolse a Napoli, espresse profondo rammarico per la morte atroce di Giordano Bruno, non riabilitandone la dottrina: la morte di Giordano Bruno "costituisce oggi per la Chiesa un motivo di profondo rammarico". Tuttavia, "questo triste episodio della storia cristiana moderna" non consente la riabilitazione dell'opera del filosofo nolano arso vivo come eretico, perché "il cammino del suo pensiero lo condusse a scelte intellettuali che progressivamente si rivelarono, su alcuni punti decisivi, incompatibili con la dottrina cristiana".
17 febbraio 2014: Renzi riceve mandato per formare il governo. Agli italiani saranno sufficienti un paio di mesi per capire il disastro.
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