Un paziente va dal dentista
con un dolorosissimo ascesso. Il dottore lo guarda e dice: «aspetti, chiedo una
consulenza». Arrivano altri due medici e parlottano fra loro, poi escono e spariscono
tutti quanti, salvo tornare dopo alcune ore dicendo «ci stiamo ancora
consultando» e se ne vanno.
Passa la giornata e loro discutono nell’anticamera su chi dovrà agire: «meglio che lo faccia il titolare dello studio o cambiamo medico e lo facciamo fare a quello con tutti i capelli?» non trovano un accordo e vanno all’ordine dei medici, il presidente li consulta uno ad uno e li rimanda indietro per trovare una mediazione. Nel frattempo arriva un altro medico, gli chiedono collaborazione e lui dice «siete tutti cadaveri, siete tutti morti, con voi non lavoro, io so come fare però faccio le dentistarie con i miei per decidere». Apparentemente non esiste soluzione, i medici incapaci cambiano ruoli, però nel frattempo il paziente muore. Forse, banalmente, essendo inadeguati, andavano sostituiti tutti quanti.
Passa la giornata e loro discutono nell’anticamera su chi dovrà agire: «meglio che lo faccia il titolare dello studio o cambiamo medico e lo facciamo fare a quello con tutti i capelli?» non trovano un accordo e vanno all’ordine dei medici, il presidente li consulta uno ad uno e li rimanda indietro per trovare una mediazione. Nel frattempo arriva un altro medico, gli chiedono collaborazione e lui dice «siete tutti cadaveri, siete tutti morti, con voi non lavoro, io so come fare però faccio le dentistarie con i miei per decidere». Apparentemente non esiste soluzione, i medici incapaci cambiano ruoli, però nel frattempo il paziente muore. Forse, banalmente, essendo inadeguati, andavano sostituiti tutti quanti.
Sei famiglie su dieci
vivono con meno di 2.500 euro al mese. Nel 2011 circa il 58% delle famiglie
residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore all'importo medio
annuo di 29.956 euro, circa 2.496 euro al mese. E' quanto emerge dal rapporto
Istat 'Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo'. Un
rapporto che mette nero su bianco alcune contraddizioni laceranti in cui si
dibatte il Bel Paese da qualche anno a questa parte. Una fra tutti, “vantiamo”
la pressione fiscale della Svezia, circa il 44,1%, comunque superiore alla media
Ue, ma abbiamo la povertà della Grecia, con quasi sei milioni di persone, il
10% della popolazione, in povertà assoluta. Sono in situazione di deprivazione
circa 15 milioni di persone in 6,3 milioni di famiglie. Nel 2012, per la
precisione, il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta
almeno tre delle difficolta' considerate nel calcolo dell'indice sintetico di
deprivazione, una quota in aumento rispetto all'anno precedente. Il panorama
regionale mette in evidenza il forte svantaggio del Mezzogiorno, dove
l'indicatore raggiunge il 41,0 per cento. ( www.informazione libera.it )
Alla lunga certe notizie
rendono impotenti, incapaci di comprendere. Sono almeno 5 anni che ci propinano
questi rapporti, e da allora l’immobilismo dei governi tutti è inquietante, si
vivacchia aspettando Godot. Prima o dopo (forse) arriverà. La malattia è iper
conclamata, però chi governa litiga con chi vorrebbe governare mentre la
povertà avanza.
Tutti vediamo come vanno le
cose. Gli unici a non rendersi conto della situazione sembrano i partiti che in
questo modo si stanno rendendo colpevoli di genocidio. Letta litiga con Renzi
il quale vuol fare un governo fotocopia tranciando fuori tutto quello che non è
Renzi. E vuole allearsi con Alfano che è fedele a Berlusconi. Aspettiamo ricette adeguate, non manfrine di
cambio di premier con la stessa maggioranza incapace e ingessata. Aspettiamo persone capaci. Al momento l’unica
ricetta propinata è una legge elettorale che non consente preferenze con la
motivazione “il popolo è bue e vende i voti, non possiamo permetterlo, i
parlamentari le deciderà il capo partito”. Al momento propongono un Renzi qualunque al posto di un Letta
qualunque, con gli stessi programmi e identici alleati, i soci di un condannato
in via definitiva. Ma si, dai, mettiamo Lele Mora alla giustizia, intanto se
l’ISTAT parla di economia allo sfascio chi se ne frega.
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