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mercoledì 12 febbraio 2014

La tragedia del piroscafo Oria

A Uggiano La Chiesa è stata commemorazione ieri, 11 febbraio 2014. Nella sala consiliare dedicata a Sandro Pertini c’era un sacco di gente, e c’erano molte fasce tricolori dei sindaci dei paesi vicini. Il primo impatto è stato veramente emozionante, vedere la fotografia di Pertini era rassicurante. Non immagini della decadenza dell’etica in politica, ma lui, il Presidente che ancora amiamo e che veramente oggi manca molto. Vederlo là e pensare a come i suoi successori hanno ridotto l’Italia la prima parola che salta in mente è “scusaci!”

La commemorazione e il ricordo erano nell’anniversario del naufragio della motonave Oria nella quale morirono 4163 soldati italiani diventati IMI per i nazisti.

L’otto settembre 1943 fu un momento tragico per l’Italia e per l’esercito tutto. Il regime cadde, il re e la sua corte non pensarono di meglio che fuggire precipitosamente e vilmente, i militari mandati a fare improbabili guerre e invasioni si trovarono sbandati, senza guida, senza ordini e decisero, dovettero farlo, da che parte stare, se con i loro “alleati” nazisti o contro di loro. Furono giorni di tragedia. In particolare in Grecia si trovavano allora circa 80.000 soldati italiani. Moltissimi decisero di rimanere fedeli  al re e di non sottostare agli ordini del nuovo nemico tedesco.
Fu ritorsione, moltissimi vennero prelevati e mandati nei campi di concentramento  diventando IMI (Internati Militari Italiani), dicitura ideata per scavalcare le convenzioni internazionali sui prigionieri di guerra. Per farlo venne utilizzato ogni tipo di mezzo disponibile, soprattutto navi anche da carico sulle quali i prigionieri vennero stipati come sardine. Il bilancio fu drammatico, i naufragi e affondamenti da parte alleata ad oggi noti sono i seguenti:
          
Data naufragio
Luogo
Nave
Imbarcati
Morti
23/9/43
Rodi
Donizetti
1835
1584
28/09/43
Cefalonia
Ardena
840
720
11/10/43
Corfù
Rosselli
5500
1300
13/10/43
Cefalonia
Marguerita
900
544
18/10/43
Creta
Sinfra
2390
1850
08/02/44
Creta
Petrella
3173
2646
12/02/44
Rodi
Oria
4200
4163
22/11/44
??
Alma
300
150
   Fonte: mare nostrum rapallo

In particolare della motonave Oria poco si seppe per molti anni, ancora oggi troppi sono i dispersi, forse seppelliti nello scafo, almeno in quel che ne rimane dopo il prelievo del ferro, nel 1955, da parte di palombari greci. Quello che è certo è che dei 4200 imbarcati italiani, 4163 morirono.

Quel maledetto 12 febbraio una tempesta colossale fece perdere il governo della nave. 

 “Colto da una tempesta, il piroscafo affondò presso Capo Sounion, dopo essersi incagliato nei bassi fondali prospicienti l’isola di Patroklos  (in Italia erroneamente nota col nome di isola di Goidano). I soccorsi, ostacolati dalle pessime condizioni meteo, consentirono di salvare solo 37 italiani, 6 tedeschi, un greco, 5 uomini dell'equipaggio, incluso il comandante Bearne Rasmussen e il primo ufficiale di macchina”. (www.piroscafooria.it)

Quei morti, in particolare i 121  salentini sono stati ricordati a Uggiano. 
I 121 erano originari di:
Acquarica del Capo, Alezio, Alliste, Aradeo, Arnesano, Botrugno, Calmiera, Campi Salentina, Cannole, Caprarica di Lecce, Carmiano, Casarano, Castrì, Castrignano dei Greci, Castrignano del Capo, Copertino, Corigliano d’Otranto, Cursi, Cutrofiano, Diso, Galatina, Gallipoli, Guagnano, Lecce, Lequile, Leverano, Lizzanello, Maglie, Martano, Martignano, Matino, Melissano, Minervino di Lecce, Nardò, Novoli, Parabita, Poggiardo, Presicce, Racale, Sanarica, San Donato di Lecce, San Pietro in Lama, Seclì, Soleto, Specchia, Spongano, Squinzano, Sternatia, Supersano, Surbo, Taurisano, Taviano, Trepuzzi, Tricase, Tuglie, Ugento, Uggiano La Chiesa, Veglie, Vernole. 
Tutti ragazzi sui vent’anni, caduti e rimasti senza ricordo per troppi anni, senza commemorazione alcuna.  Dei silenzi colpevoli sulla tragedia ancora ci si interroga, nonostante i resoconti dettagliati dei superstiti non se ne parlò per lunghissimi anni. Il sito di chi cerca ancora una verità è il seguente:  www.piroscafooria.it

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