ASSOCIAZIONE
PER LA DIFESA E L'ORIENTAMENTO DEI CONSUMATORI
SEDE
PROVINCIALE DI LECCE
73100 LECCE -
Via P. Palumbo, 2
Tel.
0832.246667 - Fax 0832.246665
e-mail:
lecce@adocpuglia.it
Comunicato stampa
Lecce, 15 gennaio
2014
ADOC: PARLIAMO DELL'AGROALIMENTARE
PUGLIESE DI QUALITA'
Istituzioni, università, sindacati, esperti, produttori ne
discutono a Maglie in un convegno venerdì 17 gennaio dalle 15.30 nell'Aula
Magna del Liceo Capece
***
E'
vero che, soprattutto in tempi di crisi, ha senso investire nell'agricoltura di
qualità? Esiste un "rinascimento" dell'agricoltura pugliese? E’ vero
che molti giovani stanno tornando a puntare sulla campagna e ad affollare le
facoltà di agraria? Le Istituzioni pubbliche e l'Università credono in questo
settore e ne accompagnano adeguatamente lo sviluppo? Il prodotto pugliese di
qualità può conquistare nuovi mercati esteri, ma soprattutto il consumatore
pugliese stesso? I consumatori hanno interesse ad un prodotto sano, di qualità,
a filiera corta, da acquistare al giusto prezzo?
Da queste domande siamo partiti per organizzare il convegno che vede
ospiti illustri che hanno molto riflettuto e lavorato sul tema. Questo convegno
infatti cerca di tenere insieme molti punti di vista: quello dei consumatori,
quello del sindacato, dell'Università, delle Istituzioni, degli esperti
agronomi, dei coltivatori.
Questo convegno che si inserisce all'interno di un percorso teso a
portare i consumatori a livelli sempre più alti di coscienza e di conoscenza
sui consumi virtuosi da devono privilegiare. Il consumatore pugliese ha tutto
l'interesse a “mangiare” pugliese: primo perché fa bene alla salute, avendo
raggiunto il prodotto pugliese livelli qualitativi in alcuni casi eccezionali.
Secondo perché fa bene all'economia pugliese, consente a tanti produttori seri
di stare sul mercato e investire per produrre prodotti sempre migliori e
diffonde ricchezza tra tanti produttori invece di concentrare ricchezza nelle mani
di multinazionali. Terzo: fa bene all'ambiente perché la filiera corta
garantisce un minore impatto ambientale sull'equilibrio già precario del nostro
Pianeta. Curare l'agricoltura di qualità significa tutelare il territorio e
prendersi cura della qualità del territorio stesso. Quarto: spesso fa bene alla
tasca, i prodotti pugliesi sono spesso più economici rispetto a prodotti che
arrivano da altri mercati e sono gravati di costi di trasporto, marketing,
packaging ecc. che nulla hanno a che fare con la qualità di ciò che finisce nel
piatto.
In questi anni stiamo assistendo ad un vero e proprio boom mediatico
dell'agroalimentare: Ma è tutto oro che luccica, cioè stiamo assistendo cioè ad
un vero e proprio rinascimento pugliese o anche l'agroalimentare sta subendo
una vuota “spettacolarizzazione” come ogni settore della società?
I numeri ci dicono che una certa “sostanza” c'è. Partiamo da un dato:
nonostante la crisi che sta mettendo in ginocchio molti settori produttivi,
l'agroalimentare pugliese ha fatto registrare nel corso del 2013 un + 13,6 %
nelle esportazioni e si consolidano gli indiscussi i primati produttivi
dell'agricoltura pugliese. L'agroalimentare rappresenta (sono dati Coldiretti)
l'8% del PIL pugliese. E' un ottimo punto di partenza. Noi di Adoc siamo
convinti che la vera mission economica della nostra regione con il suo
clima, con la sua ideale collocazione geografica debba essere quella
dell'agricoltura, la Puglia può e deve diventare il giardino d'Europa. Lasciamo
l'industria pesante, l'industria estrattiva, il carbone, i petrolchimici, le
TAP, le perforazioni petrolifere, ad altre zone più vocate o magari coperte dai
ghiacci per 300 giorni l'anno. Ritagliamo per la Puglia un ruolo di “orto
d'Europa”!
Il consumatore pugliese, che proviene da
una tradizione di buon mangiare, è un consumatore particolarmente attento e
disponibile anche a spendere una buona fetta del suo reddito per il cibo di
qualità. Ma quanto delle 100 euro a settimana che una famiglia media spende per
il cibo rimangono in Puglia? Guardiamo positivamente ai farmers market
di Coldiretti-Campagna Amica ma sappiamo che vi è ancora molto da fare: ancora
oggi la massaia ci dice che è difficile trovare sul mercato aglio non dico
pugliese, ma addirittura italiano, o comprare un litro di latte sicuramente
proveniente da mucche pugliesi. Non parliamo delle patate: a Lecce è più facile
trovare una patata francese che una di Galatina! Oppure pensiamo al ritardo sul
biologico. Dopo una fiammata del fenomeno prima del 2000, ancora oggi il
biologico pugliese stenta. Nemmeno il 10% delle superfici agricole pugliesi è
destinato a coltivazioni biologiche.
Ne discutiamo a Maglie venerdì pomeriggio 17 gennaio con Lamberto
Santini Presidente Nazionale di Adoc, con Amedeo Maizza, preside della Facoltà
di Economia dell'Università di Lecce con Stefano Mantegazza, Segretario
nazionale UILA, con Loredana Capone, assessore allo Sviluppo Economico della
Regione Puglia e con Rosario Centonze, presidente dell'Ordine degli Agronomi di
della Provincia di Lecce.
L'evento è organizzato in
collaborazione con la UIL Provinciale e con la UILA (Unione Italiana Lavoratori
Agroalimentari) e gode del patrocinio del Comune di Maglie e dell'Ordine dei
Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Lecce.
Nessun commento:
Posta un commento