Il 16 gennaio 1920 negli USA entra in vigore il
proibizionismo. Il senatore Volstead (il Giovanardi del tempo) che lo promosse, dichiarò: "I quartieri
umili presto apparterranno al passato. Le prigioni e i riformatori resteranno
vuoti. Tutti gli uomini cammineranno di nuovo eretti, tutte le donne
sorrideranno e tutti i bambini rideranno. Le porte dell'inferno si sono chiuse
per sempre".
In America i
movimenti integralisti erano floridi da tempo, ricordiamo la proibizione dell’Ulisse
di Joyce perchè il protagonista di masturba. Passarono poi norme quali: la
proibizione di spedire pubblicazioni con immagini “erotiche” (compresi testi di
anatomia e di studio), lettere personali contenenti ammiccamenti di natura sessuale,
si normò la lunghezza delle gonne e si proibirono comportamenti sessuali “lascivi”
fuori e dentro il matrimonio. Nel 1920 quindi, venne vietata l’importazione e
la vendita di prodotti alcoolici. Solo in seguito venne punita anche l’assunzione.
Insomma sarebbe stato l’Eden anche per Fini. Dalla sera stessa dell’entrata in vigore della
legge famigerata iniziò il periodo aureo per le mafie e la malavita
organizzata. Furono gli anni del massimo splendore per Al Capone, Lucky Luciano
ed altri gangster. Fra i contrabbandieri
dell’epoca ci fu anche tal Joseph P. Kennedy, padre del futuro presidente degli
USA. Dall'entrata in vigore, i prezzi schizzarono verso l’alto, fecero la
fortuna delle mafie e non diminuì affatto il consumo che semplicemente si
regolamentò in modo autonomo e gestito dai distributori.
La porcata terminò il 5 dicembre 1933. Il divieto di
commerciare alcool aveva, fra l’altro, procurato enormi disavanzi nelle casse
pubbliche e l’erario dovette aumentare le tasse per l’industria, ci furono
prese di posizione non già in nome della salute pubblica e contro le mafie, ma
per tenere al riparo i grandi capitali dalla tassazione. Così il presidente Roosevelt pose fine a questo scempio e l’erario impennò verso l’alto. (fonte:wikipedia)
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