"Il cosiddetto
presidenzialismo altera gli equilibri costituzionali e riduce le garanzie in
favore dell'esecutivo. E' pericoloso e dobbiamo essere del tutto contrari"….
"Non è nemmeno vero che riformare la costituzione sia un'urgenza. Sono le
strutture, le leggi, le amministrazioni che vanno riformate, nel senso indicato
dalla nostra carta fondamentale"…(Valerio Onida, presid. Emerito Corte
Costituzionale)
Da
anni, ormai, sotto la maschera della ricerca di efficienza si tenta di cambiare
il senso della Costituzione: da strumento di democrazia a garanzia di
oligarchie. Non dobbiamo perdere di vista questo, che è il punto essenziale.
Non è in gioco solo una forma di governo che, per motivi tecnici, può piacere
più di un’altra. L’uguaglianza, la giustizia sociale, la protezione dei deboli
e di coloro che la crisi ha posto ai margini della società, la trasparenza del
potere e la responsabilità dei governanti sono caratteri della democrazia, cioè
del governo diffuso tra i molti…
Soprattutto,
a chi si propone di cambiare la Costituzione si deve chiedere: qual è il
mandato che vi autorizza? Il potere costituente non vi appartiene affatto.
Siete stati eletti per stare sotto, non sopra la Costituzione. Se pretendete di
stare sopra, mancate di legittimità, siete usurpatori. Se proprio non vogliamo
usare parole grosse, diciamo che siete come la ranocchia che cerca di gonfiarsi
per diventare bue. Non è la prima volta. E’ già accaduto. Ma ciò significa
forse che ciò che è illegittimo sia perciò diventato legittimo?
Per
questo, difenderemo la Costituzione come cosa di tutti e ci opporremo a coloro
che la considerano cosa loro. La costituzione della democrazia è, per così
dire, il vestito di tutta la società; non è l’armatura del potere di chi ne
dispone. La mentalità dominante tra i tanti, finora velleitari, “costituenti”
che si sono succeduti nel tempo nel nostro Paese, è stata questa: di fronte
alle difficoltà incontrate e al discredito accumulato, invece di cambiare se
stessi, mettere sotto accusa la Costituzione. La colpa è sua! Non sarà invece
che la colpa è vostra o, meglio, della vostra concezione della politica e degli
interessi che vi muovono? … (Gustavo
Zagrebelsky)
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