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giovedì 11 luglio 2013

Grillo, il PD e Silvio il condannato

Mercoledi 10 luglio 2013. Segnamo questa data, rimarrà nel ricordo dell’indecenza, della volgarità, di un ulteriore passo verso la definitiva perdita di credibilità della politica.

Episodio 1: Un guitto,  capo e socio (di minoranza?) di Casaleggio di un partito con il 25% di voti, chiede ed ottiene un colloquio con il Presidente Napolitano. Uscendo convoca i giornalisti e dice papale papale che ha riferito al Presidente le sue preoccupazioni per il crollo di credibilità dell’Italia, dell’urgenza di intervenire, anche con lo scioglimento delle Camere, e di temere per l’autunno prossimo rivolte popolari “che noi stiamo frenando”. Come si vede sono fatti di estrema gravità e che richiederebbero urgentissimi interventi. Secondo queste parole ogni ora persa è un passo verso un baratro senza ritorno per il paese intero.
Allora ci spiega il guitto come mai ha rinviato una prima data proposta per l’incontro con il presidente perché “aveva già prenotato una vacanza in Sardegna?”. Forse le rivolte stavano iniziando dalla Costa Smeralda, Villa Certosa era tutto un fermento, anche il Bilionaire, è andato là, forse, per fermarli.  I casi sono due: o è uno sciagurato incosciente, oppure sa di aver raccontato palle credibili solo da qualche demente. Comunque sia c’è un filo rosso che lega il tutto: l’improvvisazione e l’inconsistenza politica dell’individuo. La sua incapacità è ormai palese, è del tutto evidente che il guitto sperava caldamente in un rifiuto ad essere ricevuto per poter dire quanto sono cattivi gli altri. Ha invece dovuto traccheggiare con il suo compare di merende Casaleggio per capire cosa diavolo dire. Tre giorni sono stati pochi per i due. Non sono stati in grado di fare proposte. Ah, all’incontro c’erano anche i capigruppo del movimento, sono stati zitti zitti e buoni buoni. Forse non avevano imparato a memoria il canovaccio e se parlavano rischiavano l’espulsione.
A margine annotiamo che Napolitano, compresso nel suo ruolo, aveva da poco dichiarato di fregarsene di cosa pensa il Popolo italiano dell’acquisto degli F35. Secondo l’anziano presidente è lui (assieme al consiglio di guerra) a decidere come spendere i soldi dei contribuenti, non certo gli elettori, figurarsi il Parlamento! Chissà che bel dialogo e duetto questa mattina.


Episodio 2: Il Partito Democratico, nello splendore delle larghe intese, concorda con il PDL il blocco del Parlamento in solidarietà con un pluricondannato e contro l’indipendenza della magistratura, colpevole di aver fissato un’udienza per il 31 luglio  prossimo, in presenza di un reato che si sarebbe prescritto il 1 agosto. Questo è un fatto di una gravità assoluta, potremmo definirlo pregolpista non fossimo convinti che la Costituzione è un valore assoluto che preserverà l’Italia da questi scempi. Il pluricondannato Silvio Berlusconi dovrebbe dimettersi immediatamente da ogni carica per difendersi, se è convinto della sua innocenza, nei luoghi opportuni, soprattutto il Partito che si definisce Democratico dovrebbe (il condizionale si impone) esserlo veramente e scindere la sua posizione da quella di chi vuole ingabbiare la giustizia che sta facendo il suo lavoro per impedire al condannato di farla franca. Il PDL aveva chiesto tre giorni di blocco dei lavori per poter decidere come cullare il padrone del vapore, il PD presenta quasi come una vittoria l’aver ottenuto un solo giorno. Cari ex compagni, questa è una sonora sconfitta, se l’intento è di tenere in vita il governo questo non significa assolutamente che dobbiate vendere i voti che avete ottenuto e accettare ogni ricatto. Il PCI di un tempo contribuì, un nome e per conto del Popolo Italiano (che non lo chiedeva), alla tragica fine di Aldo Moro con la linea della fermezza, oggi i suoi eredi si calano le brache davanti a un pregiudicato pluricondannato. Decidetevi e dimettetevi, chi vi ha votati voleva altro, voleva la difesa della Costituzione e della magistratura. Se un partito ha un leader mariuolo si faccia le riunioni di notte, non utlizzi il tempo e i quattrini degli italiani per difenderlo. E voi, per favore, non siate complici, non vorremmo che se la lega decide di sostenere Letta, voi vi troviate in piazza a manifestare per la riabilitazione di Renzo Bossi. 

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