Impressioni di primavera. Si è insediato il Parlamento!
Prima immagine: Un vecchietto con occhiali da sole e
cappello con visiera, pallido, emaciato, incazzato nero, esce dall’ospedale, le
foto mostrano un volto che sta a metà strada fra Totò Riina e zio Misseri. Nei
primi anni delle superiori se avevo la minaccia di un’interrogazione delicata
per la quale ero impreparato mi alzavo con un “terribile mal di testa”.Mia
madre non chiamava il medico perché sapeva e mi firmava la giustificazione che
irrimediabilmente diceva “indisposizione”. Il tacito accordo era che avrei
potuto utilizzarlo al massimo tre volte nel corso dell’anno scolastico. Nell’era
moderna si parla di legittimo impedimento.
Seconda immagine: su un giornale un tizio, il direttore agli
arresti domiciliari, scrive delle Camere occupate da un giustizialista ed una
comunista. Ecco, siamo sulla buona strada. Se quello lì e il suo amichetto
Belpietro scrivono queste cose vuol dire che la Democrazia funziona. Certo, avrebbero preferito una Pivetti qualunque, una Carfagna o una
Ruby, così non è, hanno perso le elezioni e se ne debbono fare una ragione.
Terza immagine: L’elezione alla presidenza del Senato
(seconda carica dopo il Presidente della Repubblica) ad un uomo che conosce le
mafie e l’antimafia, ma le conosce dalla parte giusta, non da quella (come
dicono gli inquirenti) di Dell’Utri e di altri noti personaggi presenti in Parlamento.
E questa elezione è dovuta alla scelta di alcuni cinquestellini. Finalmente
parlano gli eletti e non un tizio mascherato che corre sulla spiaggia e insulta
i giornalisti. A proposito, che gusto ci provano alcuni giornalisti a
rincorrerlo e farsi dare del deficiente, ladro, bugiardo? Perché la stampa
spesso si odia a tal punto? Chi li manda? Ora potranno parlare con i deputati
veri e capire (speriamo) che fra loro ci sono anche persone che ragionano. Un
parlamentare cinquestellino siciliano ha detto che non può tornare in Sicilia dopo aver
consentito l’elezione di Schifani. A tutto c’è un limite, se ne faccia una
ragione il guru mascherato (uno con gli occhiali da sole, l’altro col volto
coperto dal nero: trova le differenze).
Quarta immagine: Scilipoti che ottiene un solo voto per la
Presidenza del Senato e dice “non sono stato io a votarmi”, pochi gli credono. E lui, Antonio Razzi
che passò da Di Pietro a Noi Sud per salvare il suo vitalizio, famosa la sua
frase “io sono qui (in Parlamento n.d.r.) per farmi i cazzi miei”. Ecco, questi
due sono stati eletti nel partito della Carfagna, di La Russa e di Schifani.
Poi le immagini si sfocano, l’obbiettivo è appannato. Poi
toccherà a Napolitano e toccherà agli eletti nelle fila di Grillo dimostrare
che il parlamento più giovane e con più donne in assoluto può partorire un
governo “in nome e per conto del popolo italiano”, anziché affidarsi alle urla
di un guitto e far crollare un’esile speranza.
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