Le giornate rosse allistine.
Dal 1919 al 1922 l'Italia tutta, Salento
compreso, venne investita dalle lotte contadine. Scioperi e occupazione delle
terre erano ricominciati dopo lo scempio del primo massacro mondiale. La
nascita del PCI a Livorno contribuì alla formazione di una coscienza
rivoluzionaria. Nella fattispecie ai feudatari agrari vennero contrapposti i
fasci da combattimento. Il 3\ marzo 1921 i contadini allistini proclamarono lo
sciopero. La prefettura inviò un funzionario che convinse le parti alle
trattative, i contadini revocarono lo sciopero ma gli agrari non si sedettero al
tavolo. Ad Alliste, Racale, Taviano e
Matino i contadini non la presero bene e proclamarono lo sciopero da 4 aprile.
Alle 10 una delegazione di contadini allistini guidata da Cosimo Panico si recò
dal sindaco Vincenzo Vergari il quale si fece portavoce delle loro istanze. I
contadini erano però molto tesi, fuori dal municipio impedirono l’uscita a
tutti quanti. Il Sindaco promise interventi, i contadini chiesero immediata
firma delle richieste da parte degli agrari, il sindaco prese tempo, i
contadini no “oggi bisogna far sangue, oggi è Repubblica” urlavano. La
repubblica neritina faceva testo ed esempio, la coscienza politica e civile tramutavano
la richiesta di denaro semplice in richiesta politica. Il sindaco chiese aiuto
alla prefettura, vennero inviati rinforzi dalle forze dell’ordine da Gallipoli.
La situazione non degenerò e il 7 aprile gli agrari recepirono in toto le
richieste dei contadini.
(Fonte: wikipedia)
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