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domenica 5 agosto 2012

Miriam Makeba



Miriam Makeba
Miriam Makeba  nacque a Johannesburg, il suo vero nome  Zensile Makeba Qgwashu Nguvama Yiketheli Nxgowa Bantana Balomzi Xa Ufnu Ubajabulisa Ubaphekeli Mbiza Yotshwala Sithi Xa Saku Qgiba Ukutja Sithathe Izitsha Sizi Khabe Singama Lawu Singama Qgwashu Singama Nqamla Nqgithi. Spiega la stessa Makeba: “Il motivo di questa lunghezza è che ogni bambino prende il nome di tutti i suoi antenati maschi. Spesso il primo nome è seguito da una o due parole, che dicono qualcosa del carattere della persona; questo fa si che un vero nome africano sia una specie di storia”.
“ sua madre era una sangoma di etnia Swazi e suo padre, morto quando lei aveva sei anni, era uno Xhosa. Makeba iniziò a cantare a livello professionale negli anni 50, con il gruppo Manhattan brothers, e poi fondò una propria band, The Skylarks, che univa jazz e musica tradizionale. Nel 1959 cantò nel musical jazz sudafricano King Kong insieme a Hugh Masekela, che poco dopo divenne il suo primo marito.
Pur essendo già una cantante di successo, alla fine degli anni '50 Makeba ricavava ancora pochissimi introiti dalle sue registrazioni, e non riceveva royalties; per questi motivi iniziò a ipotizzare di lasciare il Sudafrica per gli Stati Uniti. Nel 1960 partecipò al documentario anti-apartheid Come Back, Africa e fu invitata al Festival del cinema di Venezia; una volta in Europa stabilì di non rimpatriare.
Si trasferì a Londra, dove conobbe Harry Belafonte, che la aiutò a trasferirsi negli Stati Uniti e farsi conoscere come artista. In America Makeba incise molti dei suoi brani di successo, come Pata Pata, The Click Song ("Qongqothwane" in lingua xhosa) e Malaika.
Nel 1966 Makeba ricevette il Grammy per la migliore incisione folk per l'album An Evening with Belafonte/Makeba, inciso insieme a Belafonte. L'album trattava esplicitamente temi politici relativi alla situazione dei neri sudafrica sotto il regime dell'apartheid. Nel 1963 portò la propria testimonianza al comitato contro l'apartheid delle Nazioni Unite. Il governo sudafricano rispose bandendo i dischi di Makeba e condannandola all'esilio.
Nel 1968 sposò l'attivista per i diritti civili Stokely Carmichael; l'evento generò controversie negli Stati Uniti, e i suoi contratti discografici furono annullati. Makebe e Carmichael si trasferirono in Guinea, dove divennero amici del presidente Ahmed Sékou Touré e di sua moglie. Makeba si separò da Carmichael nel 1973, e continuò a cantare soprattutto in Africa, Sudamerica ed Europa. Svolse anche il ruolo di delegata della Guinea presso le Nazioni Unite, vincendo il Premio Dag Hammarskjöld per la Pace nel 1986.
Dopo la morte della sua unica figlia Bongi (1985), Makeba si trasferì a Bruxelles. Nel 1987 collaborò al tour dell'album Graceland di Paul Simon. Poco tempo dopo pubblicò la propria autobiografia, Makeba: My Story.
Nel 1990 Nelson Mandela convinse Makeba a rientrare in Sudafrica. Nel 1992 recitò nel film Sarafina! Il profumo della libertà, ispirato alle sommosse di Soweto del 1976, nel ruolo della madre della protagonista. Nel 2002 prese parte anche al documentario Amandla!: A Revolution in Four-Part Harmony, ancora sull'apartheid. Nel 2001 ricevette la Medaglia Otto Hahn per la Pace. L'anno successivo vinse il Polar Music Prize insieme a Sofia Gubaidulina e nel 2004 si classificò al 38° posto nella classifica dei "grandi sudafricani" stilata da SABC3. Nel 2005 si dedicò a un tour mondiale di addio alle scene, cantando in tutti i paesi che aveva visitato nella sua carriera.
Muore per un attacco cardiaco nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2008, appena terminata la sua ultima esibizione a Castel Volturno, nel casertano, ad un concerto anticamorra dedicato allo scrittore Roberto Saviano.” (Da Wilkipedia)

“Ci sono morti che continuano la vita e perfino che indicano un cammino. Che la grande artista sudafricana, una vita di lotta contro l’apartheid, Miriam Makeba, sia venuta a morire a Castelvolturno per cantare in un concerto in onore di Roberto Saviano, fa venire i brividi ma soprattutto ci indica un fenomeno e un cammino. La nuova apartheid è tra noi.
L’apartheid contro i nostri concittadini migranti e l’apartheid dell’accettare che milioni di cittadini vivano in parti del territorio dove lo Stato ha ceduto il controllo alla criminalità organizzata. Non dimentichiamo Miriam, lottatrice contro l’apartheid, non dimentichiamo la nostra apartheid.” (Gennaro Carotenuto, Giornalista)

“E’ giusto che i suoi ultimi momenti siano stati sulla scena”. Così Nelson Mandela, simbolo e leader della battaglia contro l’apartheid in Sudafrica, ha commentato la morte della più illustre tra le musiciste sue connazionali, Miriam Makeba.
“Le sue melodie hanno dato voce al dolore dell’esilio che provò per 31 lunghi anni. - ha continuato Mandela, rendendo omaggio a una delle “madri” della lotta contro l’apartheid.
Allo stesso tempo, la sua musica effondeva un profondo senso di speranza“.

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