Nulla di nuovo oggi, anzi, una cosa di capodanno. E' estate......
Riflessioni sotto il sole del primo gennaio (primogennaio
tuttoattaccato) duemiladodici. Ogni anno viene voglia di farle le riflessioni,
che poi arrivano da riflettere che a sua volta evoca il riflesso. Un alias
dello specchio. Non sono la reiterazione delle flessioni, quelle si facevano a
scuola facendo ginnastica (che poi sarebbe diventata educazione fisica), ora è
quasi moda fare footing attorno al quartiere per meglio respirare gli scarichi
delle auto che passano e pensare di essere in forma smagliante. Qualcuno ogni
tanto muore d’infarto facendolo, ma questo è altro discorso.
Ieri (trentundicembreduemilaundici) compro il giornale
nazionale che augura buon anno con un titolo a tutta pagina “Ecco la stangata
del 2012”, le pagine successive sono piene di cifre che annunciano lacrime,
sangue e sacrifici. Le reazioni sono disparate. Da una parte ci sono persone
che dicono “finalmente un governo che governa ed è giusto risanare, quindi
giuste sono le tasse” dall’altra dicono “è giusto risanare, però qualcuno mi
spiega perché devo pagare io solo?” i primi sono i ricchi, quelli con pensioni
o salari dignitosi e anche più, gli altri sono i precari, i pensionati con
quotazioni da fame, i disoccupati, i precari. Poi ci sono quelli che dicono
“basta tasse” dopo aver imposto tasse per due lustri. Mah, misteri della
politica.
Allora qualcuno mi spiega perché dovrei mangiare lenticchie?
Meglio un polpo con patate. Che per altro preferisco.
A proposito, ho ascoltato anche stancamente il discorso del
Presidente della Repubblica (Democratica fondata sul lavoro che sta affondando
il lavoro). Avevo chiamato poco prima un amico di Alessandria per fare gli
auguri, come si conviene. “Aspetto Napolitano” ho detto “Anch’io, dirà che i
sacrifici sono indispensabili, che l’Italia ce la farà, che il governo sta
facendo il suo dovere attento a tutte le fasce della società” mi ha
risposto. Poi i saluti, poi Napolitano che ha detto che
i sacrifici sono indispensabili, che l’Italia ce la farà, che il governo sta
facendo il suo dovere….” Neppure lo straccio di uno scoop, tutto già previsto,
stanco, trito, ritrito. E si che Napolitano ha un passato dignitoso e “menomale
che Giorgio c’è”.
Stamattina c’è il sole, il primo risveglio accarezzato da
lui (scordato la tapparella aperta), fra poco uscirò in strada a respirare smog
e fresco salutare, non prima di aver finito la seconda caffettiera però, siamo
in tempi di crisi, non si spreca un caffè, diamine. Da domani inizia l’anno vero, quello con i
negozi aperti e con la città che si rianima per pagare bollette e crisi. Poi
forse ci sarà ancora qualche puntata del Grande Fratello, quello che venne
salutato, nella sua prima edizione, da un titolo a caratteri cubitali su un
noto quotidiano un po’ trasgressivo:
“liberate quei dieci deficienti” diceva. Insomma, anno nuovo stessa vita. Non
succederà molto di non prevedibile, a meno che una bella botta di emozioni e di
rinsavimento mandi in cantina sradicatori di ulivi, spargitori di rifiuti sul
ciglio delle strade, incapaci di solidarietà, quelli che dicono “noi padroni a
casa nostra”, quelli che dicono “quando c’era lui caro lei”, quelli che pensano
che i ragazzi sono tutti incapaci di ragionare, quelli che guardano il mare e
pensano solo a quali abbronzanti acquistare per la prossima estate, quelli che
dicono che le donne in minigonna se la cercano la violenza, quelli che sanno
come si dovrebbe fare per mettere le cose a posto e se dipendesse da loro… Chissà
com’è che da loro non dipende mai.
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