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mercoledì 8 agosto 2012

capodanno 2012


Nulla di nuovo oggi, anzi, una cosa di capodanno. E' estate......

Riflessioni sotto il sole del primo gennaio (primogennaio tuttoattaccato) duemiladodici. Ogni anno viene voglia di farle le riflessioni, che poi arrivano da riflettere che a sua volta evoca il riflesso. Un alias dello specchio. Non sono la reiterazione delle flessioni, quelle si facevano a scuola facendo ginnastica (che poi sarebbe diventata educazione fisica), ora è quasi moda fare footing attorno al quartiere per meglio respirare gli scarichi delle auto che passano e pensare di essere in forma smagliante. Qualcuno ogni tanto muore d’infarto facendolo, ma questo è altro discorso.
 Ieri (trentungennaio duemilaundici) ero in piazza Mazzini verso sera. Lui stava chiudendo la sua bancarella di libri a prezzo basso. Sono entrato, ho visto ed ho fatto ben due acquisti: “Pazzi per il cioccolato” e “Pensieri sulla pace” di Erasmo (Da Rotterdam, ma non stava scritto sulla copertina incellophanata, oltre che impolverata). Sacro e profano assieme. Cosa c’entra la cioccolata con la pace? Echissenefrega, mi andava così, e poi cinque euro due libri a pochissime ore dall’uscita da un anno orripilante e dall’entrata in uno che, a quanto pare, sarà ancora peggio, si poteva pur fare. Devo dire che quello sul cioccolato era l’ultima copia esposta, di Erasmo, Hegel e altri filosofi c’era una folla incredibile. Tira più il cacao della pace? Eccerto che si. Poi, a cena, invece del cotechino e delle lenticchie che “devimangiarleperchèportanosoldi”  polpo e patate. Anche perché fra me e le lenticchie da decenni è guerra dichiarata, non mi hanno mai portato il becco di un quattrino. Spudorate come il Grande Fratello televisivo. Quello che sta chiudendo per carenza di spettatori. Hanno lo stesso, identico senso in fondo. Due esibizionisti brutti, a limite dell’osceno (non in senso letterale per carità, poco mi importa delle chiappe esibite da ragazzine assolutamente prive delle nozioni base che ragolano congiuntivi e condizionali, del loro corpo facciano quel che vogliono) osceno nel senso più alto del termine. Perché passare per intrattenimento un programma che è vera immondizia culturale? Sarebbe come se qualcuno dicesse che vuole trasmettere la cultura salentina al nord espiantando ulivi secolari per esportarli. Una vera e propria idiozia, che si giustifica solo con l’abbrutimento degli ultimi decenni.
Ieri (trentundicembreduemilaundici) compro il giornale nazionale che augura buon anno con un titolo a tutta pagina “Ecco la stangata del 2012”, le pagine successive sono piene di cifre che annunciano lacrime, sangue e sacrifici. Le reazioni sono disparate. Da una parte ci sono persone che dicono “finalmente un governo che governa ed è giusto risanare, quindi giuste sono le tasse” dall’altra dicono “è giusto risanare, però qualcuno mi spiega perché devo pagare io solo?” i primi sono i ricchi, quelli con pensioni o salari dignitosi e anche più, gli altri sono i precari, i pensionati con quotazioni da fame, i disoccupati, i precari. Poi ci sono quelli che dicono “basta tasse” dopo aver imposto tasse per due lustri. Mah, misteri della politica.
Allora qualcuno mi spiega perché dovrei mangiare lenticchie? Meglio un polpo con patate. Che per altro preferisco.
A proposito, ho ascoltato anche stancamente il discorso del Presidente della Repubblica (Democratica fondata sul lavoro che sta affondando il lavoro). Avevo chiamato poco prima un amico di Alessandria per fare gli auguri, come si conviene. “Aspetto Napolitano” ho detto “Anch’io, dirà che i sacrifici sono indispensabili, che l’Italia ce la farà, che il governo sta facendo il suo dovere attento a tutte le fasce della società” mi ha risposto.   Poi i saluti, poi Napolitano che ha detto che i sacrifici sono indispensabili, che l’Italia ce la farà, che il governo sta facendo il suo dovere….” Neppure lo straccio di uno scoop, tutto già previsto, stanco, trito, ritrito. E si che Napolitano ha un passato dignitoso e “menomale che Giorgio c’è”.
Stamattina c’è il sole, il primo risveglio accarezzato da lui (scordato la tapparella aperta), fra poco uscirò in strada a respirare smog e fresco salutare, non prima di aver finito la seconda caffettiera però, siamo in tempi di crisi, non si spreca un caffè, diamine.  Da domani inizia l’anno vero, quello con i negozi aperti e con la città che si rianima per pagare bollette e crisi. Poi forse ci sarà ancora qualche puntata del Grande Fratello, quello che venne salutato, nella sua prima edizione, da un titolo a caratteri cubitali su un noto quotidiano un  po’ trasgressivo: “liberate quei dieci deficienti” diceva. Insomma, anno nuovo stessa vita. Non succederà molto di non prevedibile, a meno che una bella botta di emozioni e di rinsavimento mandi in cantina sradicatori di ulivi, spargitori di rifiuti sul ciglio delle strade, incapaci di solidarietà, quelli che dicono “noi padroni a casa nostra”, quelli che dicono “quando c’era lui caro lei”, quelli che pensano che i ragazzi sono tutti incapaci di ragionare, quelli che guardano il mare e pensano solo a quali abbronzanti acquistare per la prossima estate, quelli che dicono che le donne in minigonna se la cercano la violenza, quelli che sanno come si dovrebbe fare per mettere le cose a posto e se dipendesse da loro… Chissà com’è che da loro non dipende mai. 

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