A Nardò, nella piazza con tre palme mercoledi 11 luglio c’è stato
il presidio per gli immigrati, “gli invisibili” che sciamano nei campi prima
dell’alba e dopo il tramonto. Boncuri non è stata riaperta “perché non c’erano
i requisiti di sostenibilità” dice il Sindaco Risi che arriva, scende dall’auto
ed inizia un dialogo con Antonella Cazzato della CGIL. Parole pacate… quasi
pacate… come si conviene fra controparti che dovrebbero stare assieme.
Pochissima gente, meno delle sigle che hanno organizzato
l’evento, ci dovrebbero essere tutti i partiti, Libera, arriva Don Raffaele
Bruno, c’è la CGIL, c’è Emergency con il suo striscione, c’è Terra del Fuoco.
Qualche bandiera di SEL e PD, a rappresentare la presenza, le persone che
mancano sono fantasmi altri, nessuna faccia nota ai non neritino, solo in
tardissima serata arriva Capone, il segretario provinciale del PD “sono venuto
a rendermi conto, ci sono cose non chiare” dice prima di andare al bar perché
la calura opprime e c’è necessità di dissetarsi. Ci sono un paio di telecamere
e forse qualche giornalista sparso.
Nardò non ha risposto, d’altra parte se alcuni noti
consiglieri comunali, anche di maggioranza, vanno dicendo che occorre liberarsi
dei negri, qualcosa non funziona. Mica siamo in terra di lega qui. Il sindaco
però c’è, “sono progressista come la mia amministrazione”. Essere progressisti
e non aprire Boncuri si sposano bene?
Ho sentito qualche neritino dire “mica possiamo pagare noi
cittadini, paghino i produttori”. Il fatto è che ogni anno si ripete la stessa
deprimente storia, a metà luglio esplode il problema degli immigrati, visibili
e non.
“Sindaco, perché non ci si pensa a gennaio?”
“Mica posso immaginare di vivere sempre l’emergenza, la legge
dice che i datori di lavoro debbono pensare all’alloggio per i dipendenti
stagionali…” L’impressione però è che si tratti di prassi consolidata, altro
che emergenza. E l’unica certezza che c’è è proprio che la collettività deve
farsi carico del disagio. Se ci sono datori di lavoro che pagano caporali
armati i quali alle prime luci dell’alba girano su furgoni bianchi a prelevare
persone, vengano individuati e puniti. Se c’è chi manda prostitute fisse fra
gli immigrati a tariffe variabili venga individuato. Se poi, proprio non ci
pensano i dator idi lavoro ci si faccia carico delel spese, si renda la vita
dignitosa per i lavoratori e poi si presenti il conto ai datori di lavoro, ogni
immigrato dichiari per chi ha lavorato e per quanto tempo, il datore paghi.
Insomma, le multe per divieto di sosta si e la dignità delle persone proprio
non vogliamo farcela pagare?
“E’ inadeguato quello che l’amministrazione sta facendo”
Dice Antonella Cazzato
“Abbiamo obbiettivi identici, faremo passi avanti. La
tendopoli di Boncuri non aveva i requisiti di civiltà. L’esperienza dell’anno
passato non è ripetibile, l’accoglienza è un problema delicato. D’altra parte
quest’anno sono meno del passato” replice il Sindaco Risi.
Frammenti di dialogo:
Cazzato: “I lavoratori stanno dispersi, sfuggono, sono
invisibili”
Risi:“Io sto ogni momento fra loro, arrivo ora da Boncuri… L’errore
della CGIL è il non capire che sono stati fatti passi avanti”
C :“In che senso?”
R: “Più legalità e condizioni diverse”
C: “E’ da gennaio che spingiamo per avere Boncuri dignitosa,
perché l’amministrazione
Comunale
provinciale si sono tirate indietro?”
R: “Igiene, ordine pubblico e condizioni minime non erano
sostenibili a Boncuri”
C: “Non si è voluta determinare la condizione minima di
accoglienza”
Voce fuori campo “i lavoratori ci sono, Boncuri no, dove vivono
i lavoratori? Dove dormono?”
R: “In cambio di Boncuri tentiamo di dare servizi che possiamo:
acqua, servizi igienica e servizio di assistenza sanitaria, quello che davamo a
Boncuri mancano solo le tende. L’anno passato c’erano oltre 400 presenze, nessun
controllo di ordine pubblico, tutto ciò sotto la responsabilità del sindaco. In
questi giorni l’ispettorato del lavoro ha fatto controlli, su 121 lavoratori 80
erano italiani, 41 immigrati, solo 2 irregolari come rapporto di lavoro, questo
è un passo in avanti consistente”.
C: “Perché si va nei campi quando c’è poca gente?”
R: “Mi attengo ai dati ufficiali”
Voce fuori campo “CGIL ha altri dati? Quali?”
C: “Stanno arrivando lavoratori da Foggia in questi giorni,
la realtà è che molto è fuori controllo”
La discussione, pacata ma tutto sommato poco esaustiva, è
proseguita senza approdare. Rimane il divario fra burocrazia e bisogni, fra
lavoratori che dormono sotto gli ulivi oppressi dai caporali e dati ufficiali
che dicono che tutto è sotto controllo. Rimane il problema di capire cosa
significa accoglienza e a chi spetta dare un tetto a quei lavoratori. Chissà se
con protocolli di intesa stringenti, controlli puntuali nei campi, punizioni
esemplari di chi assume in nero e utilizza caporali armati non si possa ridare
dignità al concetto stesso di lavoro. Gli arresti per riduzione in schiavitù,
poi derubricati in sfruttamento perché “mancano le catene ai polsi degli
schiavi” evidentemente non sono bastati. E anni di malgoverno centrale che ha
nei fatti deregolarizzato l’immigrazione anziché controllarla ed umanizzarla provocano
questi stati di disagio. E’ di ieri la notizia di 54 morti in mare su 55
passeggeri di un’imbarcazione. Vogliamo proseguire a definirci un paese civile?
Ai signori neritini che vogliono cacciar via gli stranieri e dicono “le mafie
li vogliono, se ne occupino loro” ricordiamo sommessamente che a Santa Maria al
Bagno, quando arrivarono gli ebrei, nessuno ha detto “di loro si occupino i
nazisti, mica noi che non abbiamo risorse”. Dove sta la civiltà?
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