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venerdì 13 luglio 2012

A Nardò con gli invisibili


A Nardò, nella piazza con tre palme mercoledi 11 luglio c’è stato il presidio per gli immigrati, “gli invisibili” che sciamano nei campi prima dell’alba e dopo il tramonto. Boncuri non è stata riaperta “perché non c’erano i requisiti di sostenibilità” dice il Sindaco Risi che arriva, scende dall’auto ed inizia un dialogo con Antonella Cazzato della CGIL. Parole pacate… quasi pacate… come si conviene fra controparti che dovrebbero stare assieme.

Pochissima gente, meno delle sigle che hanno organizzato l’evento, ci dovrebbero essere tutti i partiti, Libera, arriva Don Raffaele Bruno, c’è la CGIL, c’è Emergency con il suo striscione, c’è Terra del Fuoco. Qualche bandiera di SEL e PD, a rappresentare la presenza, le persone che mancano sono fantasmi altri, nessuna faccia nota ai non neritino, solo in tardissima serata arriva Capone, il segretario provinciale del PD “sono venuto a rendermi conto, ci sono cose non chiare” dice prima di andare al bar perché la calura opprime e c’è necessità di dissetarsi. Ci sono un paio di telecamere e forse qualche giornalista sparso.
Nardò non ha risposto, d’altra parte se alcuni noti consiglieri comunali, anche di maggioranza, vanno dicendo che occorre liberarsi dei negri, qualcosa non funziona. Mica siamo in terra di lega qui. Il sindaco però c’è, “sono progressista come la mia amministrazione”. Essere progressisti e non aprire Boncuri si sposano bene?
Ho sentito qualche neritino dire “mica possiamo pagare noi cittadini, paghino i produttori”. Il fatto è che ogni anno si ripete la stessa deprimente storia, a metà luglio esplode il problema degli immigrati, visibili e non.
“Sindaco, perché non ci si pensa a gennaio?”
“Mica posso immaginare di vivere sempre l’emergenza, la legge dice che i datori di lavoro debbono pensare all’alloggio per i dipendenti stagionali…” L’impressione però è che si tratti di prassi consolidata, altro che emergenza. E l’unica certezza che c’è è proprio che la collettività deve farsi carico del disagio. Se ci sono datori di lavoro che pagano caporali armati i quali alle prime luci dell’alba girano su furgoni bianchi a prelevare persone, vengano individuati e puniti. Se c’è chi manda prostitute fisse fra gli immigrati a tariffe variabili venga individuato. Se poi, proprio non ci pensano i dator idi lavoro ci si faccia carico delel spese, si renda la vita dignitosa per i lavoratori e poi si presenti il conto ai datori di lavoro, ogni immigrato dichiari per chi ha lavorato e per quanto tempo, il datore paghi. Insomma, le multe per divieto di sosta si e la dignità delle persone proprio non vogliamo farcela pagare?
“E’ inadeguato quello che l’amministrazione sta facendo” Dice Antonella Cazzato
“Abbiamo obbiettivi identici, faremo passi avanti. La tendopoli di Boncuri non aveva i requisiti di civiltà. L’esperienza dell’anno passato non è ripetibile, l’accoglienza è un problema delicato. D’altra parte quest’anno sono meno del passato” replice il Sindaco Risi.
Frammenti di dialogo:
Cazzato: “I lavoratori stanno dispersi, sfuggono, sono invisibili”
Risi:“Io sto ogni momento fra loro, arrivo ora da Boncuri… L’errore della CGIL è il non capire che sono stati fatti passi avanti”
C :“In che senso?”
R: “Più legalità e condizioni diverse”
C: “E’ da gennaio che spingiamo per avere Boncuri dignitosa, perché l’amministrazione
  Comunale  provinciale si sono tirate indietro?”
R: “Igiene, ordine pubblico e condizioni minime non erano sostenibili a Boncuri”
C: “Non si è voluta determinare la condizione minima di accoglienza”
Voce fuori campo “i lavoratori ci sono, Boncuri no, dove vivono i lavoratori? Dove dormono?”
R: “In cambio di Boncuri tentiamo di dare servizi che possiamo: acqua, servizi igienica e servizio di assistenza sanitaria, quello che davamo a Boncuri mancano solo le tende. L’anno passato c’erano oltre 400 presenze, nessun controllo di ordine pubblico, tutto ciò sotto la responsabilità del sindaco. In questi giorni l’ispettorato del lavoro ha fatto controlli, su 121 lavoratori 80 erano italiani, 41 immigrati, solo 2 irregolari come rapporto di lavoro, questo è un passo in avanti consistente”.
C: “Perché si va nei campi quando c’è poca gente?”
R: “Mi attengo ai dati ufficiali”
Voce fuori campo “CGIL ha altri dati? Quali?”
C: “Stanno arrivando lavoratori da Foggia in questi giorni, la realtà è che molto è fuori controllo”
La discussione, pacata ma tutto sommato poco esaustiva, è proseguita senza approdare. Rimane il divario fra burocrazia e bisogni, fra lavoratori che dormono sotto gli ulivi oppressi dai caporali e dati ufficiali che dicono che tutto è sotto controllo. Rimane il problema di capire cosa significa accoglienza e a chi spetta dare un tetto a quei lavoratori. Chissà se con protocolli di intesa stringenti, controlli puntuali nei campi, punizioni esemplari di chi assume in nero e utilizza caporali armati non si possa ridare dignità al concetto stesso di lavoro. Gli arresti per riduzione in schiavitù, poi derubricati in sfruttamento perché “mancano le catene ai polsi degli schiavi” evidentemente non sono bastati. E anni di malgoverno centrale che ha nei fatti deregolarizzato l’immigrazione anziché controllarla ed umanizzarla provocano questi stati di disagio. E’ di ieri la notizia di 54 morti in mare su 55 passeggeri di un’imbarcazione. Vogliamo proseguire a definirci un paese civile? Ai signori neritini che vogliono cacciar via gli stranieri e dicono “le mafie li vogliono, se ne occupino loro” ricordiamo sommessamente che a Santa Maria al Bagno, quando arrivarono gli ebrei, nessuno ha detto “di loro si occupino i nazisti, mica noi che non abbiamo risorse”. Dove sta la civiltà?
 


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