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lunedì 9 aprile 2012

Alessandria e Lecce al voto i paradossi delle sinistre




Lecce (95.500 abitanti) e Alessandria (94.000 abitanti), due città omologhe come territorio e popolazione, oltre che come amministrazioni uscenti, centro destra entrambe.
Al nord la sciagura della lega incombe. In Salento le destre sono sempre più fiere di essere tali. Emblematico il caso Ripa, costretto a dimissioni da assessore  per aver chiamato Vendola “signorina” e che si diverte, in piena campagna elettorale, a cinguettare su facebook con un suo amichetto di merende con frasi tipo  “Camerata… Sempre” “Boia chi molla” e simili amenità. Ora ovviamente è ricandidato.  Personaggi omologhi i verdi lassù e i neri qua sotto. 
Vediamo alcuni dati. Intanto annotiamo che l’impatto degli elettori con le primarie del centro sinistra è quantificabile, a livello nazionale,  mediamente nel 25% degli elettori dello stesso schieramento.
Primarie a Lecce:  tre  candidati - Loredana Capone in quota al PD, Carlo Salvemini (Uscito dal PD quando i dirigenti, spinti da D’Alema, dissero che chi non votava Vendola alle primarie era fuori dal partito), Sabrina Sansonetti, I.D.V., candidata di bandiera del partito di Di Pietro e senza speranza alcuna di piazzarsi con dignità.
Nelle passate elezioni il dato sconvolgente furono i 12.500 cittadini che si recarono a votare per il candidato PD poi sconfitto alle elezioni, rappresentarono circa il 50% degli elettori, in questa tornata si è ridimensionata la partecipazione al livello nazionale, hanno votato 7.814 elettori con questi risultati: Capone, 3.743 voti- Salvemini, 3.210 – Sansonetti 810.
Il boom vero l’hanno fatto nel centro destra dove il sindaco uscente, Paolo Perrone, ha dovuto sottoporsi al rito delle primarie a causa della lotta a coltelli fra Mantovano e Fitto che si contendono la guida delle destre leccesi. Hanno votato oltre 17.000 elettori portando Perrone all’ 83,64% e costringendolo ad una rinnovata alleanza con la sua matrigna Adriana Poli Bortone con la quale da anni si scambia ogni tipo di insulto. E con Perrone ha vinto Fitto.
La presentazione delle liste offre il seguente quadro:  600 candidati divisi in 20 liste e sei candidati sindaco. Unica anomalia nel centro sinistra l’inconsistente Valerini di Alternativa Comunista, il resto dello schieramento è coeso nel sostegno alla Capone.

Primarie di Alessandria:  votanti per i due candidati (Rita Rossa PD e Mario Buzzi ex PD)- 2.623 elettori con la vittoria della Rossa (83,44%).  Alle elezioni ci saranno 16 candidati sindaco e circa mille candidati suddivisi in trentaquattro liste.
E leggendo i nomi il sobbalzo viene spontaneo, cosa spinge una ex sindaco del PD (Mara Scagni, che dopo un primo mandato ha caparbiamente voluto consegnare il Comune alle destre ricandidandosi) alla candidatura? Quale sgarbo le è stato fatto? Soprattutto viene spontaneo chiedersi come mai, vista l’abissale distanza dagli elettori che i numeri delle primarie indicano, si vuole parcellizzare ulteriormente la situazione.
A Lecce sarà battaglia durissima da vincere perché la destra,  ha clientele radicate ed acquista voti come al supermercato. Comunque si prova a scardinare un mondo di malgoverno.
Ad Alessandria sembra invece, vedendo da fuori, che il centro sinistra adori farsi del male da solo.




  

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