
E
non erano uomini dal nome sconosciuto, i suo avversari si chiamavano
Gilardengo, Belloni, Bottecchia, Pelissier. I campioni e campionissimi del
ciclismo epico.
Seconda
di dieci figli, per la sua sfacciataggine nell’amare la bicicletta era, ovviamente, considerata un tipo “strano”,
fra il diabolico e l’innaturale. Tuttavia lei, caparbia e tenace, si iscriveva alle gare dei
paesi circostanti e alcune volte riusciva anche a vincere battendo maschi che
la guardavano storto.
Per
vivere faceva la sarta, a 16 anni andò a Torino, sabauda capitale, dove le
donne in bicicletta non erano viste poi così male. Iniziò a gareggiare in
competizioni femminili e si affermò come “miglior ciclista italiana”. Quindi si
spostò a Milano, dove, conosciuto Luigi Strada, appassionato di ciclismo, lo
sposò. Come regalo di Nozze, lui le offrì una bicicletta da corsa. In
seconde nozze sposò invece Carlo Messori, conosciuto a Torino che la
spinse a proseguire nel coltivare la sua
passione. Con lui si recò a San Pietroburgo dove venne premiata dallo zar.
Notata
dal cronista della Gazzetta Dello Sport Fabio Orlandini, venne segnalata a
impresari francesi. Iniziò a gareggiare su pista ed ottenere successi al Parco
Dei principi, al Velodrome Buffalo, e al Velodrome d’Hiver.
Nel
1911 stabilì il record mondiale di velocità femminile. Continuò a gareggiare,
finchè, nel 1917, in piena guerra mondiale, chiese l’iscrizione al giro di
Lombardia. Roba da maschi, tuttavia nessun regolamento ne vietava l’iscrizione.
Su 44 ciclisti, solo 23 arrivarono al traguardo. Alfonsina, sia pure ultima,
arrivò, con 90 minuti di ritardo, in
compagnia di altri due concorrenti.
Nel
1918 prese parte al giro di Lombardia. 49 gli iscritti, solo 36 al via.
Alfonsina c’era. Arrivò ventunesima, battendo in volata Carlo Colombo.
Nel
1924 si impose per concorrere, prima ed unica donna, al giro d’Italia.
Mancavano molti grandi per motivi di carenza di premi in denaro. Molti
giudicarono una pagliacciata l’iscrizione di una donna. Alfonsina, come sempre,
non si lasciò intimidire. La Gazzetta
dello Sport, nell’elenco partecipanti, annoverò “Alfonsin Strada”. Solo un Refuso? Non si sa. Sappiamo invece che “Il
Resto Del Carlino” riportò “Alfonsino Strada”. Il giro partì. 3613 Km. il percorso da compiere
in 12 tappe. 108 erano gli iscritti, solo 90 partirono.
Era
duro, Alfonsina sommò ritardi di alcune ore sui colleghi maschi, tuttavia
tagliò tutti i traguardi. La tappa L’Aquila – Perugia fu durissima. Forò più
volte, più volte cadde. Arrivò al traguardo fuori tempo massimo. Venne esclusa,
ma gli organizzatori, dopo ampia discussione e vista la caparbietà di
Alfonsina, le permisero di proseguire, fuori classifica, il resto del Giro. Non
era amata dai suoi colleghi maschi. Osava sfidarli apertamente, e qualcuno
riusciva a batterlo. Non poco per quei tempi. Comunque tagliò il traguardo a
Milano, con gli altri 29 corridori che riuscirono a portare a termine il Giro.
Non le fu più permessa una partecipazione simile, però rimanevano immortali le
36 corse vinte contro i maschi.
Prima
di ritirarsi con il marito a Milano ed aprire un negozio di biciclette, lavorò
come attrazione da circo. Il suo negozio divenne officina e scuola di ciclismo.
Alla
morte del marito, nel 1957, iniziò a sentire la stanchezza e decise di
regalarsi una moto Guzzi 500. Il 3 settembre 1959 era una domenica. C’era la
“tre valli varesine”. Alfonsina uscì prestissimo di casa per andarla a vedere.
Tornata, divertita e felice, come disse la sua vicina che la incontrò, voleva
portare la moto in negozio e tornare in bicicletta. Provò a mettere in moto, ma
il motore non rispondeva, provò a spingere, scivolò, cadde. La Guzzi la
schiacciò. Non arrivò viva in ospedale.
bibliografia
Paolo Facchinetti, Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada, Portogruaro, Ediciclo
Editrice, 2004. ISBN
88-88829-03-2
Beppe Conti, Le donne dei campioni. Le grandi storie
d'amore degli assi del ciclismo, gli scandali, i drammi, Milano, Gruppo
Editoriale Armenia, 2008. ISBN
88-8113-357-4
Massimiliano Castellani, «La prima donna
del ciclismo», in Avvenire,
13 settembre 2009.
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