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martedì 21 febbraio 2012

Statua della Libertà in Salento



Dal 28 ottobre 1886 lei se ne sta là. Accoglie immigrati sul fiume Hudson. Per loro era la   meta. Costruita su progetto del francese Frederic Auguste Barthold e realizzata da Gustave Eiffel (quello della torre), è alta 93 metri, è costituita da un’armatura d’acciaio e rivestita da 300 fogli di rame, è sinuosamente appoggiata su una piattaforma di granito sardo. Donata agli Stati Uniti, venne trasportata, ovviamente smontata, in 1883 casse. Ha visto passare di tutto: famiglie, uomini soli, vedove affrante, mafiosi, guerrafondai, criminali di ogni sorta. Migranti accolti, sfruttati, che hanno fatto fortuna, che hanno avuto sventure, onesti, lavoratori, che ricordavano le loro terre. In tutto questo tempo e in tutti questi tempi forse ora neppure lei riesce più a raccapezzarsi. Il mondo che gira al contrario, le farfalle che svolazzano a Sanremo (volano basso), un Presidente che qualche sciagurato definì “abbronzato”, altri presidenti che volevano fare la guerra in tutto il mondo, e che mestamente ricordiamo con le parole di Gianni (un altro Gianni) Rodari :

Filastrocca corta e matta.
Il porto vuole sposare la porta.
La viola studia il violino.
Il mulo dice: mio figlio è un mulino.
La mela dice: mio nonno è un melone.
Il matto vuol essere mattone.
E il più matto della terra
Sapete che vuole? Fare la guerra


Lei è la statua della Libertà (maiuscolo perché Libertà è roba seria). Parlarne non è facile, agile, snello, non sempre.
Villa Marina di Mancaversa
“L'uomo non fa quasi mai uso delle libertà che ha, come per esempio della libertà di pensiero; pretende invece come compenso la libertà di parola”. (Sören Kierkegaard)  
E ancora: “quello che mi interessa sapere è se Dio, quando creò il mondo, aveva scelta (A. Einstein). E ancora citando citando: “Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono” (Hegel, ma potrebbe essere anche Che Guevara). E potremo proseguire all’infinito. Di Libertà hanno scritto, parlato, detto, pensato tutti quanti. Ognuno ne ha un’idea. Per qualcuno si è liberi quando si può giocare alle slot machine, per altri quando gli schiavi lavorano al loro posto, per altri ancora la libertà è quella di poter esportare democrazia con le armi, per qualcuno è semplicemente guardare un tramonto seduti accanto ad una persona (proprio quella) davanti al mare, mentre dietro camminano e giocano bimbi, e un cane sta li accanto aspettando il suo padrone che probabilmente si è scordato di caricarlo in auto, arriverà a casa e si arrabbierà per la testa fra le nuvole che lo priva della libertà di stravaccarsi sul divano e invece deve tornare indietro. Riecco la Libertà coniugata con il cane e un divano. Sempre lì, Incombe, non soccombe.  Talvolta si nasconde, quando arrivano le bombe.
Et voila, stavo perdendo il filo, uno parla… parla e si perde nei meandri delle parole che sono inquiete, svettano, deprimono quasi come quando apri speranzoso la magica scatola dei dolci e scopri che il cioccolato fondente è finito, o come quando al mattino ti fai il caffè e scopri di non avere zucchero.     
Comunque rieccoci alla statua. Quale luogo migliore per riposare in inverno? Ci vuole un posto poco frequentato, dove sia bello pensare guardando il mare, dove puoi respirare le mareggiate che arrivano. E chi ti ci può portare se non un emigrato che fiero torna nella sua terra? La risposta la trovate a Marina di Mancaversa. Forse è solo una copia, però vuoi mettere la simbologia?
  

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