Dal
28 ottobre 1886 lei se ne sta là. Accoglie immigrati sul fiume Hudson. Per loro
era la meta. Costruita su progetto del francese
Frederic Auguste Barthold e realizzata da Gustave Eiffel (quello della torre),
è alta 93 metri, è costituita da un’armatura d’acciaio e rivestita da 300 fogli
di rame, è sinuosamente appoggiata su una piattaforma di granito sardo. Donata
agli Stati Uniti, venne trasportata, ovviamente smontata, in 1883 casse. Ha
visto passare di tutto: famiglie, uomini soli, vedove affrante, mafiosi,
guerrafondai, criminali di ogni sorta. Migranti accolti, sfruttati, che hanno
fatto fortuna, che hanno avuto sventure, onesti, lavoratori, che ricordavano le
loro terre. In tutto questo tempo e in tutti questi tempi forse ora neppure lei
riesce più a raccapezzarsi. Il mondo che gira al contrario, le farfalle che
svolazzano a Sanremo (volano basso), un Presidente che qualche sciagurato
definì “abbronzato”, altri presidenti che volevano fare la guerra in tutto il
mondo, e che mestamente ricordiamo con le parole di Gianni (un altro Gianni)
Rodari :
Filastrocca
corta e matta.
Il
porto vuole sposare la porta.
La
viola studia il violino.
Il
mulo dice: mio figlio è un mulino.
La
mela dice: mio nonno è un melone.
Il
matto vuol essere mattone.
E
il più matto della terra
Sapete
che vuole? Fare la guerra
Lei è la statua della
Libertà (maiuscolo perché Libertà è roba seria). Parlarne non è facile, agile,
snello, non sempre.
Villa Marina di Mancaversa |
“L'uomo non fa quasi
mai uso delle libertà che ha, come per esempio della libertà di pensiero;
pretende invece come compenso la libertà di parola”. (Sören Kierkegaard)
E ancora: “quello che
mi interessa sapere è se Dio, quando creò il mondo, aveva scelta (A. Einstein).
E ancora citando citando: “Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono”
(Hegel, ma potrebbe essere anche Che Guevara). E potremo proseguire
all’infinito. Di Libertà hanno scritto, parlato, detto, pensato tutti quanti.
Ognuno ne ha un’idea. Per qualcuno si è liberi quando si può giocare alle slot
machine, per altri quando gli schiavi lavorano al loro posto, per altri ancora
la libertà è quella di poter esportare democrazia con le armi, per qualcuno è
semplicemente guardare un tramonto seduti accanto ad una persona (proprio
quella) davanti al mare, mentre dietro camminano e giocano bimbi, e un cane sta
li accanto aspettando il suo padrone che probabilmente si è scordato di
caricarlo in auto, arriverà a casa e si arrabbierà per la testa fra le nuvole
che lo priva della libertà di stravaccarsi sul divano e invece deve tornare indietro.
Riecco la Libertà coniugata con il cane e un divano. Sempre lì, Incombe, non
soccombe. Talvolta si nasconde, quando
arrivano le bombe.
Et voila, stavo
perdendo il filo, uno parla… parla e si perde nei meandri delle parole che sono
inquiete, svettano, deprimono quasi come quando apri speranzoso la magica
scatola dei dolci e scopri che il cioccolato fondente è finito, o come quando
al mattino ti fai il caffè e scopri di non avere zucchero.
Comunque rieccoci
alla statua. Quale luogo migliore per riposare in inverno? Ci vuole un posto
poco frequentato, dove sia bello pensare guardando il mare, dove puoi respirare
le mareggiate che arrivano. E chi ti ci può portare se non un emigrato che fiero
torna nella sua terra? La risposta la trovate a Marina di Mancaversa. Forse è solo
una copia, però vuoi mettere la simbologia?
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