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lunedì 20 febbraio 2012

Chi cambia la Costituzione?


Non sono mai stato un fanatico dei sondaggi, li considero piuttosto come indicatori di tendenze dei quali i partiti dovrebbero tener conto senza barare. Non sempre è così purtroppo, ricordiamo la leggerezza con cui Veltroni, nelle ultime elezioni, istigava al voto ripetendo il mantra “siamo pari con il PDL, un piccolo sforzo…” Sappiamo come è andata. Questa improvvisazione ha contribuito non poco a regalarci i tre peggiori anni per la democrazia, seguiti da un governo tecnico oggettivamente più vicino a Berlusconi che alle persone.

Oggi leggo su L’Unità un sondaggio che dice:

l’area del non voto è salita al 44,6%, superando, per la prima volta, l’insieme dei consensi convergenti su opzioni alternative rispetto al governo del Paese. Un rovesciamento dei rapporti che indica che si è fortemente ridotta la capacità attrattiva dei due principali partiti e, conseguentemente, delle due principali opzioni politiche. Una forza di gravità che, fino a qualche anno fa, i partiti erano in grado di esercitare nei confronti degli elettori, orientandoli e attivando consensi rispetto a ipotesi alternative di governo.”

E ancora:

 i due principali partiti hanno perso, rispetto a quattro anni fa, il 30% dei consensi. Oggi, la somma dei voti che otterrebbero insieme è pari al 27,7% degli aventi diritto, rispetto al 54,7% del 2008.”

Se sappiamo come, avvicinandoci al voto, i rapporti saranno diversi, è tuttavia bene tener conto che i cittadini, gli elettori non hanno fiducia alcuna nella classe politica attualmente in Parlamento.
A questo aggiungiamo che abbiamo visto, negli ultimi anni, votare qualunque porcata senza neppure credere in quel che si avallava. Parlo della nipote di Mubarak piuttosto che del divieto di processare o arrestare inquisiti per il reato fra i peggiori per un parlamentare: collusione con le mafie.  Abbiamo visto e continuiamo a vedere parlamentari colpiti da condanne, altri che inseguono prescrizioni dei processi che li riguardano, anziché rivendicare la propria innocenza nelle sedi adeguate. Abbiamo assistito a cassieri di partiti non di destra che rubano milioni di euro dicendo “mi servivano”. E potrei proseguire.
A fronte di queste nefandezze il minimo è non riconoscere questi signori come rappresentanti del popolo italiano. Il minimo è auspicare una pulizia decisa e radicale del Parlamento e il rispetto della Costituzione calpestata e stuprata.
Ora stiamo assistendo a qualcosa che, se andrà a buon fine, sarà una sciagura vera e propria: una cupola si riunisce per cambiare la Costituzione. E, con questa maggioranza (parlamentare, non reale) lo potrà fare senza passare attraverso referendum. Ora sarebbe buona cosa chiedere ai parlamentari che credono nei valori della Costituzione e della Democrazia di astenersi da questo scempio. Chiedere loro solamente di restituire quanto prima agli elettori la possibilità di scegliere i loro rappresentanti con le preferenze, andare al voto, candidare persone specchiate e riconosciute come oneste, poi si potrà parlare di riforme costituzionali, e ancora dovremo vedere se sarà il caso di modificare la Carta giudicata da molti “la migliore del mondo”.
Veramente si vuol far modificare la Carta creata da Pertini, Nenni,  Moro,  De Gasperi, Nilde Jotti e via dicendo da personaggi come Santanchè, Mussolini, Veltroni? Siamo ancora in tempo per evitarlo.    

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