Non sono mai stato un fanatico dei sondaggi, li considero
piuttosto come indicatori di tendenze dei quali i partiti dovrebbero tener
conto senza barare. Non sempre è così purtroppo, ricordiamo la leggerezza con
cui Veltroni, nelle ultime elezioni, istigava al voto ripetendo il mantra
“siamo pari con il PDL, un piccolo sforzo…” Sappiamo come è andata. Questa
improvvisazione ha contribuito non poco a regalarci i tre peggiori anni per la
democrazia, seguiti da un governo tecnico oggettivamente più vicino a Berlusconi
che alle persone.
Oggi leggo su L’Unità un sondaggio che dice:
“l’area del
non voto è salita al 44,6%, superando, per la prima volta, l’insieme dei
consensi convergenti su opzioni alternative rispetto al governo del Paese. Un
rovesciamento dei rapporti che indica che si è fortemente ridotta la capacità
attrattiva dei due principali partiti e, conseguentemente, delle due principali
opzioni politiche. Una forza di gravità che, fino a qualche anno fa, i partiti
erano in grado di esercitare nei confronti degli elettori, orientandoli e
attivando consensi rispetto a ipotesi alternative di governo.”
E ancora:
“ i due principali partiti hanno perso, rispetto a
quattro anni fa, il 30% dei consensi. Oggi, la somma dei voti che otterrebbero
insieme è pari al 27,7% degli aventi diritto, rispetto al 54,7% del 2008.”
Se sappiamo come, avvicinandoci al voto, i rapporti saranno
diversi, è tuttavia bene tener conto che i cittadini, gli elettori non hanno
fiducia alcuna nella classe politica attualmente in Parlamento.
A questo aggiungiamo che abbiamo visto, negli ultimi anni,
votare qualunque porcata senza neppure credere in quel che si avallava. Parlo
della nipote di Mubarak piuttosto che del divieto di processare o arrestare
inquisiti per il reato fra i peggiori per un parlamentare: collusione con le
mafie. Abbiamo visto e continuiamo a
vedere parlamentari colpiti da condanne, altri che inseguono prescrizioni dei
processi che li riguardano, anziché rivendicare la propria innocenza nelle sedi
adeguate. Abbiamo assistito a cassieri di partiti non di destra che rubano
milioni di euro dicendo “mi servivano”. E potrei proseguire.
A fronte di queste nefandezze il minimo è non riconoscere
questi signori come rappresentanti del popolo italiano. Il minimo è auspicare
una pulizia decisa e radicale del Parlamento e il rispetto della Costituzione
calpestata e stuprata.
Ora stiamo assistendo a qualcosa che, se andrà a buon fine,
sarà una sciagura vera e propria: una cupola si riunisce per cambiare la
Costituzione. E, con questa maggioranza (parlamentare, non reale) lo potrà fare
senza passare attraverso referendum. Ora sarebbe buona cosa chiedere ai
parlamentari che credono nei valori della Costituzione e della Democrazia di
astenersi da questo scempio. Chiedere loro solamente di restituire quanto prima
agli elettori la possibilità di scegliere i loro rappresentanti con le
preferenze, andare al voto, candidare persone specchiate e riconosciute come
oneste, poi si potrà parlare di riforme costituzionali, e ancora dovremo vedere
se sarà il caso di modificare la Carta giudicata da molti “la migliore del
mondo”.
Veramente si vuol far modificare la Carta creata da Pertini,
Nenni, Moro, De Gasperi, Nilde Jotti e via dicendo da
personaggi come Santanchè, Mussolini, Veltroni? Siamo ancora in tempo per
evitarlo.
Nessun commento:
Posta un commento