Un vecchio adagio recitava: “Quando il gioco si fa duro, i
duri iniziano a giocare”. Questo tempo è giunto. Ora vedremo quali attori ed
attori di satira politica riusciranno a sopravvivere. Comodo lavorare aprendo
il giornale la mattina o ascoltando il giornale radio ancora nel letto alle
dieci di mattina. Ora se le vadano a cercare le battutine.
Prima bastava guardare le fotografie sui giornali per vedere
presidenti del consiglio con il colbacco accanto a Putin. Oppure mentre guardava il culo di una sua omologa alta
almeno sessanta centimetri più di lui (pare sia 1,80). Era sufficiente ascoltare il premier che chiamava Kapò un
eurodeputato socialista tedesco. Fino a venerdi era comodo ascoltare Bossi,
Calderoli e Castelli e morire dal ridere, se si voleva leggerne la parte meno
alfabetizzata e più lontana dall’etica e dalla politica con i loro ricchi
idiomi carichi di “padania… nord… terroni”. O ascoltare la ministressa della
scuola parlare di tunnel sotto l’Italia. È finita! Mettetevelo in testa. Questa
ricchezza di argomenti è definitivamente morta. Parlare di Scilipoti che chiama
traditore (sic) chi vota contro il governo del nano di Arcore è come sparare
sulla croce rossa. Forse ci sarà un generale al ministero della difesa, scelta
discutibilissima quanto giustificata dal fatto che: “per un governo di tecnici
ci vuole un tecnico”. Prima c’era La Russa, impossibile non immaginarlo con
tuta mimetica che manda gli altri “a
spezzare le reni all’Afghanistan” e a caccia di bolscevichi (per imitare il suo
vir ideale forse?). Impossibile non farci satira. Anzi, troppo facile. Ora sono
affaracci vostri. Vedremo chi rimarrà a galla e chi annegherà per la mancanza
di incipit. Però non si preoccupino troppo i comici, il parlamento è immutato.
Ancora potrete sentire Alfano e la Gelmini cinguettare. La Prestigiacomo
proseguirà imperterrita nel suo silenzio. Da quando si è accorta che occuparsi
dell’ambiente non significa mandare un’impresa di pulizie ad arieggiare gli
uffici del suo capo è caduta in depressione. Emblematica la risposta che un
docente diede a chi l’intervistava a proposito della sciagura di Genova.
Domanda “e il ministro dell’ambiente?” un attimo di pausa a chiedersi chi
diavolo fosse poi la risposta sibillina: “È una bella donna”. Se anche un docente che si occupa di ambiente
riesce a strappare un sorriso, beh, per i vari Crozza, Vauro e compagnia bella
era facile… Prima.
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