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lunedì 14 novembre 2011

quando il gioco si fa duro...


Un vecchio adagio recitava: “Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”. Questo tempo è giunto. Ora vedremo quali attori ed attori di satira politica riusciranno a sopravvivere. Comodo lavorare aprendo il giornale la mattina o ascoltando il giornale radio ancora nel letto alle dieci di mattina. Ora se le vadano a cercare le battutine.
Prima bastava guardare le fotografie sui giornali per vedere presidenti del consiglio con il colbacco accanto a Putin. Oppure mentre  guardava il culo di una sua omologa alta almeno sessanta centimetri più di lui (pare sia 1,80). Era sufficiente  ascoltare il premier che chiamava Kapò un eurodeputato socialista tedesco. Fino a venerdi era comodo ascoltare Bossi, Calderoli e Castelli e morire dal ridere, se si voleva leggerne la parte meno alfabetizzata e più lontana dall’etica e dalla politica con i loro ricchi idiomi carichi di “padania… nord… terroni”. O ascoltare la ministressa della scuola parlare di tunnel sotto l’Italia. È finita! Mettetevelo in testa. Questa ricchezza di argomenti è definitivamente morta. Parlare di Scilipoti che chiama traditore (sic) chi vota contro il governo del nano di Arcore è come sparare sulla croce rossa. Forse ci sarà un generale al ministero della difesa, scelta discutibilissima quanto giustificata dal fatto che: “per un governo di tecnici ci vuole un tecnico”. Prima c’era La Russa, impossibile non immaginarlo con tuta mimetica che manda gli altri  “a spezzare le reni all’Afghanistan” e a caccia di bolscevichi (per imitare il suo vir ideale forse?). Impossibile non farci satira. Anzi, troppo facile. Ora sono affaracci vostri. Vedremo chi rimarrà a galla e chi annegherà per la mancanza di incipit. Però non si preoccupino troppo i comici, il parlamento è immutato. Ancora potrete sentire Alfano e la Gelmini cinguettare. La Prestigiacomo proseguirà imperterrita nel suo silenzio. Da quando si è accorta che occuparsi dell’ambiente non significa mandare un’impresa di pulizie ad arieggiare gli uffici del suo capo è caduta in depressione. Emblematica la risposta che un docente diede a chi l’intervistava a proposito della sciagura di Genova. Domanda “e il ministro dell’ambiente?” un attimo di pausa a chiedersi chi diavolo fosse poi la risposta sibillina: “È una bella donna”.  Se anche un docente che si occupa di ambiente riesce a strappare un sorriso, beh, per i vari Crozza, Vauro e compagnia bella era facile… Prima.   

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