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venerdì 18 novembre 2011

caduta delle ideologie?



Strane sensazioni, si può essere felici per la caduta del peggiore governo della storia della Repubblica, tuttavia la contentezza è attenuata dalle prospettive prossime venture. Il governo dei politic sostituito da quello dei tecnici.
Quel che è peggio è che avviene a favore di tecnici addestrati, avvoltolati alle banche. Il prezzo che paghiamo per uscire da anni di sfacelo della politica, della Democrazia e della Costituzione, oltre che della lingua italiana, è così elevato? È vero che occorre  uscirne in fretta e al meglio da una crisi epocale. Ma quale prospettiva hanno gli elettori democratici (in senso lato)? Quelli che vogliono banalmente tornare a parlare di Persone, di problemi reali, anche prescindendo, anzi, soprattutto facendolo, dalle strettoie di PIL e Spread? Questo capitalismo, questo forma di economia globale evidentemente non funziona perché assolutamente deregolata e lasciata in mano, dice chi se ne intende, a pochi speculatori. È caduto il peggiore e lo spread famigerato è aumentato. “Le borse sono salite” diceva il TG3, erano salite dello 0,90%. Dove sta il virtuoso? Soprattutto sia che governi il peggiore, il tecnico o il meno peggio, gli speculatori sembrano fregarsene proprio. Quello che salta agli occhi con uno sguardo veloce è che nessuno, quanto meno in Italia, cerca un’alternativa a questo stato delle cose. Lo fanno gli studenti in corteo con il loro striscione stupendo che diceva “Non ci avrete come volete” saranno i dirigenti di domani. Ma domani è tardi.  Quelli di oggi sono inquietanti per la loro mancanza di prospettive. L’Europa tenuta appesa dalla Germania e solo in parte dalla Francia è un’entità astratta. E il centro sinistra accetta questo come l’unico mondo possibile. Mancano di credibilità perché hanno perso anni, come dice Rinaldi,  senza riuscire a darsi una fisionomia unitaria, senza avere un leader riconosciuto non da una parte, più o meno grande, ma credibile dal centro sinistra tutto. Magari ricercato con le primarie dando fiato e voce a chi è tenuto fuori dalle segrete stanzette dei partiti.  Forse è tempo di tornare a  fare filosofia, oltre che di amministrare l’esistente. Darsi una prospettiva in cui credere, che non può essere, per le persone normali, lo Spread o il pil che, dicono i soloni, non sono reali  perché l’Italia ha fondamentali migliori e non merita questa caduta. Di cosa stiamo parlando? Siamo migliori o peggiori? E perché i mutui aumentano se non lo meritiamo?  E se non ci spetta questa speculazione, perché nessuno governa l’economia facendo in modo che ognuno abbia il suo e a chi ha meno trovi solidarietà anziché armamenti? Forse è il caso di ripensare al governo mondiale dell’economia globalizzata, spendere qualche parola su questi sistemi, anziché rimettere l’ici alle prime case “perché così fan tutti” dice il Monti, e costringere a comprare il giornale con la carta di credito. E chi non ha un conto in banca che farà? E se il “così fan tutti” è per le prime case, perché non si parla di patrimoniale vera verso chi ha beni mobiliari ed immobiliari di rilevante peso economico? Perché non si porta la tassazione delle rendite da investimenti in titoli dal 12,5% al 25%?   Troppo da comunisti? Berlusconi non vuole? Il governo tecnico governi tecnicamente, non a vantaggio dei ricchi come i governi hanno fatto negli ultimi vent’anni. La caduta del peggiore non deve essere un comodo alibi per farne passare l’etica, altrimenti che è caduto a fare? Usciamo dal tunnel post ideologico in fretta, facciamoci almeno un’idea di quel che vorremmo diverso, del significato di Democrazia globale e non solo.  

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