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sabato 2 luglio 2016

La Fondazione per il sud e il ricordo di Renata Fonte

La Fondazione per il Sud compie 10 anni, gli ambiti di intervento nei quali agisce sono: Educazione giovani in particolare alla cultura della legalità. Sviluppo del capitale umano ad alta qualificazione. Cura dei beni comuni, in particolare ambiente, cultura, beni confiscati alle mafie. Sviluppo e qualificazione dei servizi socio sanitari non in sostituzione all’intervento pubblico. Accoglienza, integrazione culturale sociale ed economica degli immigrati.
Sulle attività, sugli 800 interventi e sulle strutture della Fondazione ci si può informare al sito: www.fondazioneconilsud.it
Per festeggiare il suo decennale, la Fondazione ha organizzato 6 incontri:

·       Il 13 maggio a Roma con il premio nobel Amartya Sen
·       Il 10 giugno a Messina su: Danilo Dolci “La Sicilia sognata”
·       Il 30 giugno a Lecce su: Renata Fonte “Per il mio territorio”
·       Il 8 settembre a Napoli su: Adriano Olivetti “Un’altra impresa”
·       Il 29 settembre a Firenze su: Don Lorenzo Milani “la scuola che      serve”.
·       Il 22 ottobre a Venezia su: Franco Basaglia “l’utopia della                 realtà”.

Persone che “se fossero state apprezzate e considerate quando erano in vita, ora l’Italia sarebbe sicuramente migliore” COME HA SOTTOLINEATO Rosy Bindi.

All’incontro di Lecce su Renata Fonte, nelle sale del Castello Carlo V°, hanno partecipato, dopo il saluto del vicesindaco Gaetano Messuti e di Antonio Castorani della Fondazione Puglia, Antonio Maruccia (Procuratore generale presso la corte d’appello di Lecce), Rosy Bindi (Presidente della commissione parlamentare antimafia), Luigi Ciotti (Presidente di Libera), Carlo Borgomeo (Presidente della Fondazione con il sud), Rossella Muroni (legambiente), Viviana Matrangola (figlia di Renata Fonte), Vincenzo Linarello (presidente GOEL, gruppo cooperativo calabrese), Alessandro Leo (presidente Libera Terra mediterraneo).

Viviana Matrangola
La prima a parlare è stata Viviana Matrangola, un intervento densissimo di emozione il suo, con la voce a volte rotta dalla commozione. Ha ricordato il coraggio di Renata di “essere donna” in un ruolo, quello di assessore, dominato dai maschi, ed il suo coraggio di osare, nonostante l’isolamento in cui è stata costretta dai suoi stessi compagni di maggioranza. E “l’isolamento mette la persona al centro del bersaglio lasciandola sola”. Il processo agli esecutori e ad un mandante solamente ha lasciato fuori il “primo livello” degli speculatori che volevano cementificare Porto Selvaggio. Viviana ha voluto ricordare come i famigliari della vittime non siano simboli, ma testimoni di una memoria che deve essere collettiva e costante. Senza memoria non c’è storia.
La conclusione dell’intervento è stata accolta da un applauso in piedi lunghissimo, interminabile, meritato.
Quindi la parola è passata a Luigi Ciotti di Libera, che ha ribadito che la memoria può essere un vero inganno se si limita, come succede purtroppo, ad essere una lapide o una via, deve invece essere celebrazione impegno costante e continuo. Ha parlato di “ecologia integrale” citando Papa Francesco quando dice “Il grido della terra è il grido dei poveri”. E a proposito di memoria come inganno, come mai  “una sola strage, quella di Piazza Della Loggia, abbia trovato i colpevoli e tutte le alte siano senza esecutori e mandanti?”. Si è chiesto Don Ciotti. Come mai la politica non riesce a liberarsi dalle connivenze e dalla corruzione che è il tratto di congiunzione fra mafie e politica?
150 anni di Cosa Nostra, 120 anni di ‘ndrangheta e ancora non si è riusciti a sgominare il male. Anzi, i giovani sono praticamente sbandati:  6 milioni gli analfabeti di ritorno, 2.300.000 giovani che non studiano e non lavorano. Tutto questo perché non si dà corso al primo e più importante testo antimafia: la Costituzione della Repubblica Italiana. La politica fatta non da illusionisti ma da persone oneste deve rispettarne i dettati, garantire pari opportunità a tutti. Certo “moltissimi politici sono puliti”, tuttavia il marcio è quello che urla di più, ha ripetuto più volte il concetto, Don Ciotti.   
Renata Fonte
Il Procuratore Maruccia ha detto come la giustizia colpisce i colpevoli dei reati, tuttavia, ha lasciato intendere, ci si chiede quale parte facciano la politica e i sindacati. Ha quindi elogiato la Fonte che, a differenza delle tabacchine e di altri gruppi di donne che lottavano collettivamente, Renata come personaggio politico era sola contro il moloc della cementificazione di Porto Selvaggio. Fu omicidio di mafia perché lei non si oppose ad uno speculatore ma ad un “sistema”. Esattamente, ricorda Maruccia, come Peppino Impastato che ebbe la colpa di candidarsi al consiglio comunale ed avrebbe ostacolato con ogni mezzo a sua disposizione gli interessi economici di Tano Badalamenti. Renata Fonte e Peppino Impastato ruppero un quadro politico/affaristico e pagarono con la vita. Gli interessi economici della mafie sono il loro humus, la loro stessa vita.
Il Presidente Bindi ha detto dell’impegno delle donne nella società. Ha ricordato le 60 vittime dell’ultimo anno per mano di mariti o fidanzati, ha detto delle donne in politica che, se è vero che ora sono molte più di un tempo, allora rivendicavano e praticavano differenze con la politica maschile, oggi pare che troppo spesso abbiano imparato a frequentarla e spesso ad imitarla.
Alla domanda sul perché non si siano ancora sconfitte le mafie ha detto che “il terrorismo viene combattuto ad ogni livello, le mafie troppo spesso si accordano con la politica”.    

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