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sabato 13 settembre 2014

Sgarbi, Maroni e Goebbels

Sgarbi normale
Girovagando fra i canali l'altra sera (11 settembre 2014) ho avuto la sventura di capitare in un intervento di Vittorio Sgarbi. Sciagura durata pochissimo, giusto il tempo di sentire una frase e mandarlo al diavolo chiedendomi come potesse Maroni coprire quello sciagurato di quattrini per fargli organizzare eventi per expo 2015.
E’ pur vero, mi dicevo, che parliamo di Maroni, i conti tornano infatti ognuno cerca il suo simile: democratici con democratici, xenofobi con xenofobi e via dicendo.
Alla domanda sul perché voleva i Bronzi di Riace a Milano e non voleva mandare i visitatori a Reggio Calabria, quello là ha risposto: “Renzi dice di essere favorevole a mandare opere d’arte all’estero, in Italia no, l’Italia si promuove tutta. A lui rispondo che la Calabria non è Italia, è un altro mondo, è vero che il sud è magna Grecia, però poi il nord si è evoluto e quelli sono rimasti a farsi governare dalla ndrangheta…” Ho spento la TV.  
Sarà pur vero che il fascino del sedicente critico d'arte è la capacità di provocare, altrettanto vero è che queste sono affermazioni degne di Goebbels, in subordine di Borghezio, da uno nominato per rappresentare l'expo, quindi l'Italia intera,  ci aspetteremmo un minimo di vis democratica.

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