Ricordiamo un vero e proprio
rosario, con tanto di litanie, che declamava i nomi degli espulsi cinque
stelle, qualcuno si strappava le vesti nel dire che i 5 stelle fanno cose inenarrabili, anche nel PD lo si diceva. Casaleggio e Beppe Grillo, malissimo vedono chi non pensa come loro.
Chi non sta al gioco è fuori, fanno come Briatore. Citando a memoria l’art. 67
della Costituzione: “Ogni membro del
Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di
mandato”.
I Padri Costituenti hanno voluto sottolineare così la libertà
di pensiero e di azione di ogni eletto che deve rispondere solo ed
esclusivamente ai suoi elettori e alla sua coscienza, non certo ad improbabili diktat
dei loro capi. Un tempo c’era il centralismo democratico, che
imponeva agli iscritti al PCI per esempio, di seguire le direttive decise
pluralmente e collegialmente. Democraticamente, appunto. Nel caso di Casaleggio
e Grillo la cosa pare funzionare in altro modo, loro le pensano la notte, poi
le mettono nei loro blog e gli eletti che non sono d’accordo con loro vengono
espulsi.
E pare che la cosa piaccia
moltissimo, anche in altri partiti.
Esiste un capo che, imitando Napoleone, si incorona da solo imperatore mandando a casa il suo predecessore a
Palazzo Chigi. Lo fa con il placet del suo parterre di fidati chiamati a
dirigere il carrozzone. Poi decide di essere decisionista, chiama un galeotto e concorda
con lui (non con Dudù) le sorti dell’Italia futura più o meno così: la Costituzione diventi carta straccia, via il
Senato, via le Province (non tutte però), meno eletti, la Camera avrà deputati
solo nominati dalle segreterie dei partiti, il Senato sarà composto da non
eletti. In pratica ed in estrema sintesi, si propone una cupola che dirigerà la
nazione, gli elettori avranno la sola ed unica
possibilità di scegliere uno schieramento (che diventeranno poi larghe intese
quasi naturalmente). In pratica si sostituisce
una legge elettorale indecente e fuori legge con un'altra indecente e,
probabilmente, fuori legge.
E decide, l’incoronato, di far
votare tutto ciò ad un Parlamento giudicato non costituzionale dalla suprema
corte. Neppure si pensa alla lontana di passare attraverso l’elezione di una Costituente con padri
nobili veramente. Macchè, sarà la Santanchè assieme a Calderoli e a Brunetta a
decidere il futuro degli italiani tutti.
Tutto questo gioco sporco non
piace a qualcuno, anche all’interno del Partito Democratico. Ci sono discussioni
e prese di posizione, una parte, quella più sinceramente democratica, mette in
discussione l’impianto di queste riforme fatte passando sulla testa degli
elettori e dei partiti tutti (tranne due).
In particolare un esponente del PD in
commissione, Corradino Mineo, non è in sintonia con il conducador, ecco che
viene estromesso dalla Commissione, con il placet anche della senatrice
Finocchiaro, per essere sostituito da chi è zerbino del capo. Ai senatori che hanno a cuore la democrazia la
cosa non piace: Paolo
Corsini, Massimo Mucchetti, Vannino Chiti, Felice
Casson, Nerina Dirindin, Maria Chiara Gadda, Maria Grazia
Gatti, Sergio Lo Giudice, Claudio Micheloni, lo stesso Mineo, Walter
Tocci, Enrico D’Adda, Lucrezia Ricchiuti e Renato Turano si
autosospendono dal partito in attesa di un’assemblea che dovrà chiarire. Mineo, in un'intervista radiofonica si è espresso così: “Apprezzo
il Renzi politico e penso sia una risorsa ma il renzismo-stalinismo è grave.
Non era mai successo che si violasse così l’articolo 67 della Costituzione. Da
parte mia nessun veto, la mia colpa è quella di aver detto che i colonnelli di
Renzi: Boschi, Zanda e Finocchiaro hanno gravemente danneggiato il progetto di
riforma del Senato voluto dallo stesso governo… Il ministro Boschi e i senatori
Zanda e Finocchiaro “hanno danneggiato il progetto” di riforme, aggiunge Mineo,
“lo hanno fatto con un incomprensibile, arbitrario e supponente ritorno
indietro rispetto al dibattito che si è svolto in Commissione. E’ un modo di
procedere poco rispettoso del parlamento. Per aver detto questo sono stato
cacciato”.
E non è assolutamente casuale che la più sperticata lode e plauso
all’espulsione dalla commissione di Corradino Mineo arrivi da Luigi di Maio
(casaleggiano DOC) che dice che il PD ha fatto bene a cacciar via il traditore.
E che diamine, fra loro se la intendono.
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