E’ stato pubblicato il
rapporto della consulta Nazionale Antiusura 2014 relativo al gioco d’azzardo in
Italia dal titolo “Il gioco d’azzardo e le sue conseguenze sulla società
italiana – Le presenza della criminalità del mercato dell’alea”
Puntuali arrivano le conferme
di quanto da anni chi si occupa di mafie e gioco d’azzardo, legale e non, ha
intuito e documentato: la malavita ha un
giro d’affari sul gioco d’azzardo pari al 20% , derivante dall’usura, dal gioco
d’azzardo illegale, gestione di sale giochi eccetera.
Lo Stato, con la sua
pubblicità, diventa nei fatti il grimaldello delle mafie proprio come promotore
dell’azzardo. Si innesca un meccanismo perversione nel quale lo Stato consuma
più di quanto incassa e, come recita la Direzione Nazionale Antimafia: “forma
un sistema di connivenze con funzionari pubblici e uomini delle forze
dell’ordine”. In sostanza delle operazioni di marketing dello Stato, che
promuove il gioco, beneficiano le mafie che espandono il loro dominio in una
zona grigia dove legale e illegale si mischiano pericolosamente.
All’espansione del gioco
legale (spinto e potenziato dallo Stato) corrisponde speculare espansione di
quello illegale che non entra in concorrenza, ma si potenziano reciprocamente. Le
mafie propongono il nero, lo Stato rilancia mandando in onda nuovi giochi rendendoli più capillarmente diffusi e più
rapidi. Questo giro infame genera nuove povertà, nuova usura, in sostanza, il
legale aumenta la popolazione che entra in contatto con l’offerta criminale.
I 161.252 sportelli per il gioco
d’azzardo e le 7.346 strutture specializzate fanno si che ogni cittadini
italiano entri in contatto con offerte di gioco più volte nell’arco delle 24
ore. Il tutto nella più bieca mancanza di rispetto per il cittadino di ogni
età, sesso, religione che può sottrarsi al telemarketing con il registro delle
opposizioni, ma non ha diritto di sottrarsi al gioco legale e soprattutto
illegale. Per i deboli questo mix è inquietante, aumentano i pensionati e i
minori che giocano quotidianamente, aumentano le file di fronte agli schermi
delle estrazioni “ogni 5 minuit” tanto decantate da falsi messaggi pubblicitari
“vuoi vincere facile?” . Aumentano i display fuori dalel tabaccherie cove si
dice “dall’inizio dell’anno qui si sono vinti X euro” nessun accenno a quanto è
stato giocato, ovviamente.
Secondo quanto riportato dal
rapporto, questa densità elevatissima genera un’area grigia inquietante.
E il contrasto all’illegalità
cozza con il controllo della spesa pubblica che ha ridotto a 400 unità, fra
polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, gli uomini impegnati nella lotta
all’azzardo. Le slot sono invece controllate in tempo reale telematicamente da
SOGEI. Tuttavia correlando la propensione al gioco e le quantità di denaro
effettivamente giocate qualcosa non torna.
Mettendo i relazione Lotto e
Superenalotto (giochi difficilmente clonabili) con le vlt e slot, mentre per i
primi, Lotto e superenalotto, esiste una certa uniformità fra propensione al
gioco e incassi ufficiali, per le seconde i dati sono molto differenti.
Le quantità di denaro che nel
2012 è passato per gli apparecchi in forma ufficiale, differisce del 20% dal dato
lordo registrato. In particolare a fronte di un dato ufficiale di 41,7 miliardi
di euro registrati nel 2012, si stima una spesa reale di 50.3 miliardi. Gli 8,6
miliardi mancanti equivalgono all’intero incasso dell’erario per i giochi.
In questo quadro è stato svelato
anche il mistero di Pavia, una provincia ingiustamente penalizzata per un
presunto record di propensione al gioco delle slot machine.
Già dal 2007 Pavia balzò
nelle prime pagine per un picco incredibile di gioco d’azzardo, ne parlarono
anche blasonati giornali d’oltre oceano. Allora le giocate pro capite
ammontavano a 1417 euro, contro una media nazionale che si aggirava sui 500. Negli
anni successivi si riconfermava l’incongruenza con province dalle
caratteristiche simili, le giocate erano doppie. La realtà che si va definendo
è che in questa provincia i dati sono reali, corrispondono cioè a quanto
effettivamente giocano gli italiani se nelle altre province venisse meno il
nero. Proprio Pavia potrebbe rappresentare la metrica di base per calcolare il
nero che regna incontrastato ovunque.
Il rapporto conclude con una
serie di raccomandazioni: distanza da luoghi sensibili delle sale per gioco
d’azzardo. Stop alla pubblicità. Orari definiti. Controlli capillari e
frequenti contro la diffusissima presenza di minori. Proposte che si fanno da anni ormai, trovando
uno Stato sordo e cieco.
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Punti accesso: tabaccherie e altre - Strutt dedic.: sale gioco |
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rapporto gioco/PIL provinciale |
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spesa pro capite slot machine |
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