Negli anni ’70 la
Democrazia Cristiana e il Partito Socialista, al nord, facevano tesserare
immigrati meridionali promettendo lavoro, una tessera un voto (ricordate? "Una
testa un voto" di veltroniana memoria), i congressi si vincevano così, ben lo
sapeva Antonio Gava che arrivò ad “amministrare” il 35% delle tessere
della balena bianca. Queste cose finiscono con la seconda repubblica, si pensò.
Fatale errore di valutazione, basta vedere quel che succede nel PD del
congresso degli eredi della DC e del PCI .
Due militanti romani
all’ospedale per le botte che si sono rifilati, a Torino il
senatore Esposito parla di compravendita di tessere fuori dalle sezioni,
neppure fosse il mercatino rionale, ad Asti i neo tesserati sono in maggioranza
albanesi. Per carità, nulla contro gli albanesi, però che non ci sia uno
straccio di astigiano a comprare la possibilità di votare il segretario? E
ancora a Milano, Roma, Firenze, Rovigo, Napoli e via dicendo, dal profondo nord
a sud. E ricordiamo alle primarie a Lecce, quando decine di Cingalesi arrivavano a votare. Vinse Loredana Capone (le primarie, alle elezioni vere i cingalesi non votavano e i risultati sono visti).
Cosa è successo in
Puglia, in particolare in Salento? Un militante disilluso che non vuole essere
citato mi dice
“Guarda, le tessere arrivate da Roma non dovevano superare del
10% il numero di quelle fatte l’anno precedente. In Puglia, unica regione in
Italia, il conteggio è stato fatto sul tesseramento del 2009 che è stato quello
più imponente nella breve storia del PD”
“Errore materiale,
immagino”
“Ma per favore, chi ci
crede? Si potrebbero anche azzardare nomi e cognomi, preferisco evitare”.
“Scusa, vuoi dire che
qualcuno ha pilotato il tutto?”
“Vedremo i risultati
finali, però è un problema pugliese, non solo salentino. Qui da noi sono
curiosissimo di vedere i numeri di alcune località in particolare”
“Ad esempio?”
“Devo andare, scusa”.
Insomma, qui ci sono
16.000 tessere in libera uscita, in alcuni luoghi, sappiamo di Nardò, i neo
democratici spuntano come fragole in primavera, il dibattito si accende e
arrivano forti le richieste di azzerare tutto, congressi e quant’altro. Arriva
anche il commissario mandato da Roma. Non è un caso se un pezzo grosso del PD,
l’Onorevole Salvatore Capone, invia una lettera a Epifani, Blasi e al
commissario Morassut in cui dice fra l’altro: “Non per ignavia, né per
atteggiamento pilatesco, ma perché ho a cuore l’immagine e la sostanza di
questo partito, del mio partito, ho forse ingenuamente ritenuto che segnalare,
a tutti voi, la gravità e l’eccezionalità, oltre che l’irregolarità e
probabilmente in alcuni casi anche l’illegalità, di comportamenti e atti, in
numerosissimi e defatiganti colloqui anche telefonici, fosse il modo migliore
per non dare in pasto il nostro partito all’opinione pubblica, consentendoci
per tempo quei provvedimenti e quelle scelte coraggiose atte a sanare una
situazione che, a questo punto, appare irrevocabilmente compromessa”.
Insomma, la situazione
è ingarbugliatissima per il partito che dovrebbe rappresentare la pulizia,
l’etica, il progressismo, ma che si sta rivelando peggio della peggiore DC.
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