Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

lunedì 28 ottobre 2013

Renzi, Renzo (Bossi) e il populismo

Mi fa paura il sindaco d’Italia. Le “riforme” che diedero vita a questa figura, votata direttamente dal “poppppolo”, ha nei fatti quasi azzerato i consigli comunali dando il potere decisionale alla giunta. Come le “riforme” fecero passare il presidente di una regione in “governatore”, dando vita alla più sciagurata sanità che vede una siringa triplicare il prezzo a seconda delle convenzioni, bustarelle, coinvolgimenti, tarantinismi. E’ pur vero che prima c’erano altre mazzette, però, anziché rendere trasparenti le trattative, si pensò bene di eliminare un sistema colluso centralizzato, con tanti sistemini collusini decentrati. Non tutti, per carità, però chi vince prende tutto, e questa ha l’aspetto di una sciagura per la democrazia. Resta la filosofia di fondo di queste “riforme”, creare il dominus, il padrone del vapore, che comanda, dirige. La vera essenza del berlusconismo sposato, toh il caso da Renzi, cito un lancio di Ida Dominijanni dopo la Leopolda: “Matteo Renzi ha fatto un discorso pienamente, compiutamente berlusconiano. Nella retorica, positiva e ottimista. Nei contenuti: semplicità-semplificazione, efficienza vs cultura, flessibilità vs lavoro fisso, etc. Con l'unica rilevante differenza che B. attaccava 'i comunisti', Renzi attacca 'i sessantottini'. ''Se la sinistra non cambia vorrà dire che le cambieremo le idee'': di fatto, un discorso scissionista, della sinistra da se stessa”.

 E’ pur vero che mi sento un vecchio rottame del proporzionalismo, così dice qualcuno, chi non pensa in modo bipolare e non vuole il leader unico (ahi il castrismo di ritorno, anche se fra Renzi, Cota e Castro qualche differenza esiste veramente), è definito da rottamare tout court. Proprio come se non fosse possibile altro che prendere atto di questo nuovo che incombe. Forse è un motivo per cui non riesco neppure più ad avvicinarmi al seggio per votare. La politica italica sembra andare in quella sola direzione, emblematico il caso di Casaleggio e della sua marionetta Grillo che stravincono utilizzando il populismo in maniera che fa sembrare il Bossi del ‘92/’94 quasi un democratico. In mezzo a tutto questo baillamme esiste tuttavia qualche spiraglio di novità, ci sono persone che ragionano per cambiare veramente, senza insultare, senza rottamare, senza dire che essere giovani è un valore a prescindere. Gli stessi che hanno voluto un quasi novantenne alla presidenza della Repubblica eliminando Rodotà, per esempio. Anche Renzo Bossi è giovane, anzi, giovanissimo, però ha rubato esattamente come rubò Poggiolini. Mah, sarò vecchio e sarò da rottamare, però se potessi votare per le primarie del PD non esiterei a votare Civati. Mi piace, dice cose che anche noi vecchi rincoglioniti possiamo comprendere, addirittura parla di tentare di riunire le sinistre. Mi piace Civati. Mi fa paura il renzismo, anche perchè, per dirla tutta, ha troppe somiglianze con il Veltroni liquido e della disfatta epocale. Cuperlo invece... vabbè, c’è anche lui con il suo parterre. Buon voto a chi voterà.   

Nessun commento:

Posta un commento