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lunedì 22 luglio 2013

Quello che non capisco...

Ci sono cose che non riesco a comprendere. Già dall’impatto con la matematica iniziarono i dubbi. A casa mia madre mi diceva che l’acqua è un bene prezioso (e costoso), come l’energia elettrica e il gas. Quindi occorreva utilizzarla con parsimonia perché lo spreco, oltre che eticamente sbagliato, è anche peccato (per i credenti), poi dovevi confessarlo, anche il parroco col vestitone nero aborriva lo spreco. Poi arrivai alle medie e mi trovai un problema che, siccome cozzava con la mia educazione al risparmio, faticavo molto a risolvere. Scienza e teologia iniziavano a cozzare.
“Se in una vasca che contiene Z litri d’acqua ne entrano X litri al minuto e contemporaneamente ne escono da un buco Y litri l’ora, in quanto tempo si riempirà la vasca?” La prima risposta che veniva in mente era “un bel tappo non lo mettiamo?”. E non potevo neppure fare la prova pratica, se avessi provato a riempire la vasca da bagno senza tappo sarebbero state guai seri, alla faccia della sperimentazione. Un cane che si morde la coda insomma. Perché fare una cosa vietata?

Succede, nelle lunghe notti dell’età avanzata, di dormire poco. Così mi alzo, faccio un caffè e magari accendo la TV per sentir parlare qualcuno. A volte la radio per non essere costretto a guardare. La radio è forse meglio, è compagna di viaggio o di letture. Lei se ne sta lì, la ascolti, a volte è solo un sottofondo ai pensieri. Passano programmi simpatici, altri noiosi, però basta cambiare stazione e il gioco è fatto. “Amo la radio perché libera la mente…” cantava Finardi molti anni fa, quando ancora era giovane. Parlava delle radio che chiamavamo “libere”, ovviamente.
La TV invece ti costringe a guardare, oltre che ascoltare, è più fetente, più invasiva e poi, diciamolo, la qualità delle trasmissioni è spesso meno che scandente. Quando funziona bene soprattutto. L’inciso non è casuale, con l’avvento del digitale terrestre di tanto in tanto appare una scritta “segnale non sufficiente”. Alla prossima scadenza del canone mandiamo un messaggio alla RAI: “Quattrini non sufficienti”.
Però quando la notte è ancora lunga a volte accendo anche la TV e faccio un giro fra i canali per vedere l’offerta, ed ogni notte mi chiedo come mai, alle quattro, c’è un tizio che parla da solo (molto spesso noiosissimo) spiegando cose assolutamente incomprensibili per gli umani. Dicono che sono lezioni universitarie. E mi chiedo chi diamine stia ad ascoltare, un giovedi mattina alle 4,30 circa, il prof. Alfonso Iotto  in inglese tiene una lezione su “Master’s course in european law and politics”. Il mio limite è di non conoscere l’inglese, lo ammetto, però non riesco a seguire neppure qualche altro professore che alla stessa ora parla di matematica o altro. Preferisco un caffè e magari la replica della replica di qualche filmetto. Magari rivedere Fantozzi che dice che la corazzata Potiomkin è “una cagata pazzesca”. Almeno quello lo capisco!

Non capisco ma mi chiedo: e se Lombroso avesse sbagliato? A giudicare dagli eventi di questi giorni verrebbe da pensarlo veramente, il problema non è la fisiognomica, il problema è il nome! Le omonimie fanno bruttissimi scherzi. Mi riferisco alle dichiarazioni di Enrico Bondi rispetto alle morti per tumori a Taranto: “il problema non è l’ILVA, sono le sigarette” (sic). Forse a Taranto basta andare nelle scuole materne per vedere bambini di quattro, cinque anni che fumano come turchi. Il parallelo fra questa roba qui e le parole dell’altro Bondi, Sandro, quando dice che il bunga bunga è una montatura dei giornalisti comunisti, viene spontaneo. Non è Berlusconi che si faceva arrivare prostitute nei voli charter in Sardegna, è Ezio Mauro che lavorava per far cadere il governo delle destre, ovviamente in collusione con l’intelligence cubana. I gemelli Bondi.

Non capisco le persone che hanno la capacità di accompagnarsi con i peggiori. Due leggi hanno una particolarità: riescono a riempire (inutilmente) le carceri di poveri cristi. E’ arcinoto quanto le galere italiane stiano esplodendo e come l’Italia sia sotto osservazione anche da parte di Amnesty International per violazione dei diritti umani proprio nelle carceri. Le due leggi sono rispettivamente a firma: Bossi - Fini e Fini - Giovanardi.  Ora, tralasciando facili considerazioni su Bossi e Giovanardi che hanno la capacità di commentarsi da soli, è inquietante l’insistente presenza di Fini in queste nefandezze. Leggendo il suo curriculum vitae però è di tutta evidenza l’incapacità del soggetto di scegliere, se non i migliori, almeno i meno peggio. Fini fu negli anni: Delfino di Almirante, amico intimo di La Russa e Gasparri, vice premier di Berlusconi. Come stupirsi se poi firma leggi con un Giovanardi o un Bossi qualunque? Si è proprio cercato queste frequentazioni.

Strisce fantasma... 
Succede a Lecce, i fantasmi vagano la notte (e il giorno) travestendosi, simulando, imitando. Evanescenti, appaiono per scomparire subito dopo, inquietanti presenze eteree. A guardarli con occhi disincantati verrebbe da ragionare sulle manchevolezze dell’amministrazione, invece no, sono loro, fantasmi… Succede in Viale Japigia, alcuni spiritelli bizzarri si travestono da passaggio pedonale, appaiono e scompaiono… evanescenti…

Quando venne isitituita la pensione come diritto, le soglie da raggiungere erano 55 anni per le donne e 60 per gli uomini. L’INPS  si arricchì presto, l’aspettativa di vita media era infatti di 48 anni. Insomma si moriva prima di ottenere il diritto alla pensione. Da allora (anni’20 del secolo scorso) questa aspettativa è mutata, inoltre le sciagure di troppi governi colpevolmente inetti ha prodotto guai irreversibili. Oggi alcuni “esperti” vorrebbero forse portare la pensione a circa 90 anni di età. Per ogni cinquantenne che muore probabilmente la ragion di stato spinge qualcuno a brindare.

Dove vanno? Da dove vengono? Mai l’ho compreso. Dalle sette di mattina li vedi in giro, sempre rigorosamente in due, solitamente due uomini o due donne, raro vedere una coppia mista. L’abbigliamento li identifica da lontano: le donne sono vestite sobriamente, gli uomini sono in una sorta di divisa d’ordinanza: giacca, camicia, cravatta, pantaloni stirati, capelli corti. In sostanza sono travestiti da venditori di scope porta a porta. I più giovani e sbarazzini in estate osano non portare la giacca, solamente camicia con maniche corte e cravatta che probabilmente è d’obbligo. Tutti, maschi e femmine, hanno una cartellina sotto braccio con i prodotti da smaltire.  Sono i testimoni di Geova, camminano ore ed ore per le strade della città, parlottano fitti fra loro e solo molto raramente fermano un passante che passa per offrire giornalini dal titolo emblematico: “Svegliatevi!”
Preferirei “Segliamoci”, forse loro si credono già molto svegli. In fondo fanno tenerezza, camminano e camminano sotto il sole parlottando, chissà qual è il loro scopo, chissà di cosa si  nutrono. Chissà se sono umani!

Capivo e ancora condivido la richiesta di dimissioni della ministra Idem per la vicenda ICI. Sia pure pensando si trattasse di un peccato veniale, ritengo che un ministro della Repubblica non debba avere ombre. Il PD si comportò egregiamente all’epoca. Ma allora perché su Alfano non si utilizza lo stesso metro? Il PD diventa di colpo indegno negando la sfiducia a un ministro che ha consentito di dare in pasto a un dittatore una bimba e sua madre in nome del petrolio sovrano. Che Alfano non sapesse nulla pare un’evidente menzogna, anche perché l’ANSA pubblicò in tempo reale la notizia con tutti i risvolti. I casi sono due, o l’ANSA è più competente dei servizi italiani, o qualcuno ciurla nel manico, in entrambi i casi il ministro Alfano è responsabile dello scempio. E il PD è evidentemente complice. Non capisco proprio. Anzi, forse capisco (purtroppo).



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