Ci sono cose che non riesco a comprendere. Già dall’impatto
con la matematica iniziarono i dubbi. A casa mia madre mi diceva che l’acqua è
un bene prezioso (e costoso), come l’energia elettrica e il gas. Quindi
occorreva utilizzarla con parsimonia perché lo spreco, oltre che eticamente
sbagliato, è anche peccato (per i credenti), poi dovevi confessarlo, anche il
parroco col vestitone nero aborriva lo spreco. Poi arrivai alle medie e mi
trovai un problema che, siccome cozzava con la mia educazione al risparmio, faticavo
molto a risolvere. Scienza e teologia iniziavano a cozzare.
“Se in una vasca che contiene Z litri d’acqua ne entrano X
litri al minuto e contemporaneamente ne escono da un buco Y litri l’ora, in
quanto tempo si riempirà la vasca?” La prima risposta che veniva in mente era
“un bel tappo non lo mettiamo?”. E non potevo neppure fare la prova pratica, se
avessi provato a riempire la vasca da bagno senza tappo sarebbero state guai
seri, alla faccia della sperimentazione. Un cane che si morde la coda insomma.
Perché fare una cosa vietata?
Succede, nelle lunghe notti dell’età avanzata, di dormire
poco. Così mi alzo, faccio un caffè e magari accendo la TV per sentir parlare
qualcuno. A volte la radio per non essere costretto a guardare. La radio è forse
meglio, è compagna di viaggio o di letture. Lei se ne sta lì, la ascolti, a
volte è solo un sottofondo ai pensieri. Passano programmi simpatici, altri
noiosi, però basta cambiare stazione e il gioco è fatto. “Amo la radio perché
libera la mente…” cantava Finardi molti anni fa, quando ancora era giovane.
Parlava delle radio che chiamavamo “libere”, ovviamente.
La TV invece ti costringe a guardare, oltre che ascoltare, è
più fetente, più invasiva e poi, diciamolo, la qualità delle trasmissioni è
spesso meno che scandente. Quando funziona bene soprattutto. L’inciso non è
casuale, con l’avvento del digitale terrestre di tanto in tanto appare una
scritta “segnale non sufficiente”. Alla prossima scadenza del canone mandiamo
un messaggio alla RAI: “Quattrini non sufficienti”.
Però quando la notte è ancora lunga a volte accendo anche la
TV e faccio un giro fra i canali per vedere l’offerta, ed ogni notte mi chiedo
come mai, alle quattro, c’è un tizio che parla da solo (molto spesso
noiosissimo) spiegando cose assolutamente incomprensibili per gli umani. Dicono
che sono lezioni universitarie. E mi chiedo chi diamine stia ad ascoltare, un
giovedi mattina alle 4,30 circa, il prof. Alfonso Iotto in inglese tiene una lezione su “Master’s
course in european law and politics”. Il mio limite è di non conoscere
l’inglese, lo ammetto, però non riesco a seguire neppure qualche altro
professore che alla stessa ora parla di matematica o altro. Preferisco un caffè
e magari la replica della replica di qualche filmetto. Magari rivedere Fantozzi
che dice che la corazzata Potiomkin è “una cagata pazzesca”. Almeno quello lo
capisco!
Non capisco ma mi chiedo: e se Lombroso avesse sbagliato? A
giudicare dagli eventi di questi giorni verrebbe da pensarlo veramente, il
problema non è la fisiognomica, il problema è il nome! Le omonimie fanno
bruttissimi scherzi. Mi riferisco alle dichiarazioni di Enrico Bondi rispetto
alle morti per tumori a Taranto: “il problema non è l’ILVA, sono le sigarette”
(sic). Forse a Taranto basta andare nelle scuole materne per vedere bambini di
quattro, cinque anni che fumano come turchi. Il parallelo fra questa roba qui e
le parole dell’altro Bondi, Sandro, quando dice che il bunga bunga è una
montatura dei giornalisti comunisti, viene spontaneo. Non è Berlusconi che si
faceva arrivare prostitute nei voli charter in Sardegna, è Ezio Mauro che lavorava
per far cadere il governo delle destre, ovviamente in collusione con
l’intelligence cubana. I gemelli Bondi.
Non capisco le persone che hanno la capacità di accompagnarsi
con i peggiori. Due leggi hanno una particolarità: riescono a riempire
(inutilmente) le carceri di poveri cristi. E’ arcinoto quanto le galere
italiane stiano esplodendo e come l’Italia sia sotto osservazione anche da
parte di Amnesty International per violazione dei diritti umani proprio nelle
carceri. Le due leggi sono rispettivamente a firma: Bossi - Fini e Fini -
Giovanardi. Ora, tralasciando facili
considerazioni su Bossi e Giovanardi che hanno la capacità di commentarsi da
soli, è inquietante l’insistente presenza di Fini in queste nefandezze. Leggendo
il suo curriculum vitae però è di tutta evidenza l’incapacità del soggetto di
scegliere, se non i migliori, almeno i meno peggio. Fini fu negli anni: Delfino
di Almirante, amico intimo di La Russa e Gasparri, vice premier di Berlusconi.
Come stupirsi se poi firma leggi con un Giovanardi o un Bossi qualunque? Si è proprio
cercato queste frequentazioni.
Strisce fantasma... |
Succede a Lecce, i fantasmi vagano la notte (e il giorno)
travestendosi, simulando, imitando. Evanescenti, appaiono per scomparire subito
dopo, inquietanti presenze eteree. A guardarli con occhi disincantati verrebbe
da ragionare sulle manchevolezze dell’amministrazione, invece no, sono loro,
fantasmi… Succede in Viale Japigia, alcuni spiritelli bizzarri si travestono da
passaggio pedonale, appaiono e scompaiono… evanescenti…
Quando venne isitituita la pensione come diritto, le soglie
da raggiungere erano 55 anni per le donne e 60 per gli uomini. L’INPS si arricchì presto, l’aspettativa di vita
media era infatti di 48 anni. Insomma si moriva prima di ottenere il diritto
alla pensione. Da allora (anni’20 del secolo scorso) questa aspettativa è
mutata, inoltre le sciagure di troppi governi colpevolmente inetti ha prodotto
guai irreversibili. Oggi alcuni “esperti” vorrebbero forse portare la pensione
a circa 90 anni di età. Per ogni cinquantenne che muore probabilmente la ragion
di stato spinge qualcuno a brindare.
Dove vanno? Da dove vengono? Mai l’ho compreso. Dalle sette
di mattina li vedi in giro, sempre rigorosamente in due, solitamente due uomini
o due donne, raro vedere una coppia mista. L’abbigliamento li identifica da
lontano: le donne sono vestite sobriamente, gli uomini sono in una sorta di
divisa d’ordinanza: giacca, camicia, cravatta, pantaloni stirati, capelli
corti. In sostanza sono travestiti da venditori di scope porta a porta. I più
giovani e sbarazzini in estate osano non portare la giacca, solamente camicia
con maniche corte e cravatta che probabilmente è d’obbligo. Tutti, maschi e
femmine, hanno una cartellina sotto braccio con i prodotti da smaltire. Sono i testimoni di Geova, camminano ore ed
ore per le strade della città, parlottano fitti fra loro e solo molto raramente
fermano un passante che passa per offrire giornalini dal titolo emblematico: “Svegliatevi!”
Preferirei “Segliamoci”, forse loro si credono già molto
svegli. In fondo fanno tenerezza, camminano e camminano sotto il sole
parlottando, chissà qual è il loro scopo, chissà di cosa si nutrono. Chissà se sono umani!
Capivo e ancora condivido la richiesta di dimissioni della ministra
Idem per la vicenda ICI. Sia pure pensando si trattasse di un peccato veniale,
ritengo che un ministro della Repubblica non debba avere ombre. Il PD si
comportò egregiamente all’epoca. Ma allora perché su Alfano non si utilizza lo
stesso metro? Il PD diventa di colpo indegno negando la sfiducia a un ministro
che ha consentito di dare in pasto a un dittatore una bimba e sua madre in nome
del petrolio sovrano. Che Alfano non sapesse nulla pare un’evidente menzogna,
anche perché l’ANSA pubblicò in tempo reale la notizia con tutti i risvolti. I
casi sono due, o l’ANSA è più competente dei servizi italiani, o qualcuno
ciurla nel manico, in entrambi i casi il ministro Alfano è responsabile dello
scempio. E il PD è evidentemente complice. Non capisco proprio. Anzi, forse
capisco (purtroppo).
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