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martedì 23 luglio 2013

Il Ministro Kyenge a Nardò

Domenica 21 luglio la CGIL ha organizzato e voluto l’intervento del Ministro, l’italiana Cécile Kyenge, a Nardò. Il Ministro ha accettato di camminare nei campi per vedere, ascoltare, rendersi conto. Hanno parlato il Sindaco di Nardò, l’Onorevole Bellanova, responsabili provinciali e regionali di CGIL, abbiamo ascoltato la pacata fermezza del ministro, che ha provato a mediare e ha chiaramente esposto come i sindacati, i datori di lavoro, le istituzioni locali debbano mettersi attorno ad un tavolo e ridare dignità alle persone che lavorano alle angurie e ai pomodori. Ragazzi che vagano per le strade con borse della spesa, che spesso dormono sotto ulivi per la colpevole mancanza della città di Nardò di risolvere un problema che da decenni si presenta sempre uguale. E spesso non comprendono, i lavoratori immigrati, come mai l’Italia sia così assurda. Emblematico l’intervento (l’unico) di uno di loro che dice come, nei lunghi anni in cui ha lavorato regolarmente in fabbrica, ha versato contributi pari a 150.000 euro. Ora che è stato licenziato, cercando lavoro nei campi, si trova a lavorare pochi giorni al mese e a non riuscire a sopravvivere. Ha una richiesta semplice nella sua banalità: “Perché non mi viene concesso un incentivo pari al 20% dei miei versamenti per consentirmi di rimettermi in gioco? Magari di aprire una mia attività?” Semplice, banale, che tuttavia non tiene conto della ragion di stato, dello spread, del bilancio dello Stato, delle camarille parlamentari. Che a loro volta non tengono conto delle delle persone. Sono solo numeri, il rientro del debito e dei parametri dettati dall’Europa sono più importanti di un negro qualunque. Qualcuno dice che nuovi investimenti di privati genererebbero nuovo lavoro, nuove entrate, nuovo giro di denari per l’economia. Non importa a chi governa, non importa a chi preferisce salvare un ministro colpevole di aver consegnato come cadeau a un dittatore una madre con la sua figlioletta. Che volete che importi a loro di un negro?
Questo menefreghismo istituzionale a cascata dai massimi sistemi arriva alle periferie. Un’amministrazione comunale come quella di Nardò che chiude Boncuri e non la riapre perché (forse) è grande la paura che troppi immigrati tutti assieme poi parlano fra loro e magari si organizzano. Il fatto poi che il Sindaco di Nardò abbia rifiutato di costituirsi parte civile al processo che vede suoi concittadini degli ambienti benestanti indagati per un reato che definire infame è poca cosa: riduzione in schiavitù, dicendo, in una pubblica riunione, che la schiavitù non è ricattare dei ragazzi, farli gestire da sgherri spesso armati, far pagare loro l’acqua e via dicendo è emblematico. Va a finire che  qualcuno pensa che forse ci sono sintonie di interessi fra indagati e istituzioni. Parliamo di illazioni ovviamente, nessuna prova in merito, chi lo dice cita Andreotti quando diceva che a pensar male si fa peccato, però a volte si azzecca. E se lo diceva Giulio…
Meglio, per il Sindaco di  Nardò, lasciare le cose come stanno, meglio stipare gli immigrati in un capannone per poi farselo chiudere dalla ASL perché non in reglola con le norme minime di dignità. Meglio organizzare un campo di tende a 10 Km. dalla città, per non far vedere ai turisti quei negri brutti, sporchi e cattivi che servono solo quando stanno nei campi a creare PIL per i nostri governanti, poi loro penseranno a portare le loro vittorie alla Merkel come omaggio allo spread. Tutti contenti: il sindaco perché ha reso più invisibili i ragazzi (che intanto sono neri sporchi e cattivi), il premier Letta che dirà come siamo bravi noi italiani, i rais delle angurie che proseguiranno nella lora mafiogena opera. Poi i ragazzi saranno deportati nel foggiano, poi in Sicilia, in Piemonte, in Emilia. Tutto in regola, intanto loro sono invisibili!
Quel campo di tende organizzato dal sindaco così lontano dalla città rimane desolatamente vuoto, i ragazzi non ci stanno ad essere relegati, preferiscono dormire sotto gli ulivi.  E non si parli di mancanza di aiuti al Comune, l’assessore regionale insiste perché il sindaco faccia uno straccio di proposta di accoglienza ricevibile, verrà finanziata.  Se questa è (dovrebbe essere) un’amministrazione di centro sinistra, non voglio immaginare un’altra parte politica che governa. E’ stata bravissima ed ammirevole il ministro Kyenge a tirare le fila e a promettere attenzione. La stessa che nessuno deve far mancare nel buco nero della tratta dei nuovi schiavi, la stessa che, secondo l’osservatorio Placido Rizzotto, vede deportazioni di immigrati da Albania, Maghreb, Est Europa, verso ogni regione italiana, dalle organizzazioni schiaviste vengono inviati dal Piemonte a Nardò, a Foggia, alla Campania, Sicilia e via dicendo. E le condizioni dell’esistenza nei campi di lavoro sono indicate, dall’osservatrio, con delle stellette: tre stelle – Buone, due stelle – indecenti, una stella - gravemente sfruttati, ebbene, le tre stelle praticamente non esistono nella cartina.
Il Salento che ha mostrato con forza la sua capacità di essere ospitale nel periodo dell’esodo degli albanesi si indigna, la parte peggiore governa questi traffici di esseri umani, la parte peggiore sembra governarli.  


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