Ebook, cosa cambia.
Rinviato al 2014/2015 l’obbligo di adottare i libri digitali nelle scuole
secondarie di primo e secondo grado. Il testo originario del governo prevedeva
che l’obbligo dovesse scattare a partire dal prossimo anno scolastico.
(Fonte: Il Corriere della Sera del 5 dicembre 2012)
Le varie riforme, ultima quella detta “Gelmini”, hanno
previsto l’innovazione della scuola introducendo l’obbligo di libri digitali.
Si tratta di volumi parzialmente cartacei, in parte dotati di CD e di password
per consentire di seguire le lezioni anche on line, la cosa è di sicuro
interesse in quanto amplifica notevolmente le possibilità di dare informazioni
senza limiti di spazio essendo il web un contenitore senza confini.
Le aule dovranno essere munite nella totalità di lavagne
elettroniche per consentire ai docenti di connettersi in tempo reale con i siti
delle case editrici e di svolgere lezioni più approfondite, per canto loro i
ragazzi avranno sempre la possibilità di accedere agli stessi siti per studiare,
informarsi e quant’altro. Essendo la riforma partita dall’anno scolastico in
corso, il primo impatto sulle famiglie è stato “importante”, i ragazzi hanno
dovuto rinnovare completamente il parco libri, se aggiungiamo che è stata nei
fatti cassata la possibilità di acquistare libri usati perché “obsoleti”, la
spesa per le famiglie è stata in alcuni casi veramente devastante. Pensiamo a
famiglie con due o più figli alle superiori, per esempio, o anche a famiglie
con un solo ragazzo, ma monoreddito, in cassa integrazione e via
discorrendo.
Il secondo problema è quello dei docenti che dovrebbero
essere accompagnati nel percorso al cambiamento quanto meno da corsi di
aggiornamento, quand’anche ci fossero “ce li dobbiamo pagare, ed abbiamo
diritto a soli cinque giorni per la formazione, dopo tale periodo il Preside
non è tenuto a darci nessun permesso. Se un corso non è gratuito sono a nostro
carico completo il trasferimento e la quota da pagare.” Mi dice un’insegnante
molto seccata e, tutto sommato, disillusa, arresa a un destino che non si
comprende. “E vogliamo parlare delle lavagne multimediali?” prosegue “sono pochissime le scuole che ne dispongono
in misura sufficiente, una riforma del genere dovrebbe quanto meno preparare le
strutture, poi essere attuata, invece con i tagli che continuano a fare alle
scuole, dove diavolo li prendiamo i quattrini?”
In pratica parliamo di sentieri sconnessi fatti passare per
autostrade. In pratica parliamo di ministri dell’istruzione che non conoscono
(a voler essere benevoli) assolutamente la scuola secondaria italiana.
In conclusione, si mettano il cuore in pace i genitori che
hanno speso un sacco di quattrini per i libri e gli insegnanti che si trovano
nei fatti strumenti di lavoro monchi (la parte cartacea è ridotta e quella
elettronica spesso inutilizzabile per i motivi che abbiamo sentito). “Scusate,
era uno scherzetto, siamo dei simpaticoni” pare abbiano pensato i ministri
(in)competenti rinviando l’obbligo di adozione dei nuovi testi.
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