Si chiamava Juventina Villa Mojica era una messicana di
circa 50 anni, la scorsa settimana (mercoledi 28 novembre 2012) è stata
trucidata da una banda di narcotrafficanti, erano almeno 30 i criminali, della
resistenza dei 10 poliziotti che scortavano Juventina non è dato sapere, la
cosa certa è che al momento nessuno di loro compare fra i caduti o i feriti.
Con Juventina è morto il figlio di 10 anni, mentre la figliola di sette è
rimasta illesa. Juventina era una militante nella protezione delle foreste disboscate
dalle bande di narcos che vendono il legname e liberano prezioso (per loro)
terreno per coltivare erba da vendere alle nostre mafie, quindi la cosa ci
riguarda molto da vicino, sia il disboscamento che la lotta di Juventina.
Per la stessa lotta erano già caduti suo marito, due figli e
25 membri del suo entourage, i narcos sono spietati. Quando è stata colpita si
stava spostando a sud del Messico per organizzare il trasferimento di 45
famiglie minacciate da bande paramilitari. Nulla sembra essere cambiato nel Sud
America negli ultimi trent’anni, persone muoiono per difendere un pezzo di
bosco e cala il silenzio. Ai golpisti si sono sostituiti i narcotrafficanti che
dilagano in tutto il continente, dalla Colombia alla Bolivia, al Cile e ancora
fino al centro America. Hanno veri e propri eserciti, comprano le polizie
ufficiali e comandano, decidono la vita e la morte delle persone.
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