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lunedì 10 dicembre 2012

La crisi taglia i consumi da cellulari


Alla buon'ora stiamo diventando per alcuni aspetti un paese quasi normale. Anche se torna in auge il peggior capo del governo che l'Europa abbia mai conosciuto, la crisi costringe gli italiani a privarsi del cosiddetto "piacere dell'otite", quella strana malattia che mostra decine di persone camminare con una mano sull'orecchio. Altri, decisamente più avanti tecnologicamente, li vedi andare con lo sguardo perso nel nulla parlando da soli come pazzi, ti volti, li guardi pronto ad agire in caso di gesti inconsulti e vedi un microscopico filo penzolare dal loro orecchio e capisci. Poi ci sono i gesticolatori che parlano con ampi movimenti di mani e corpo. Poi quelli che pensano che il cellulare, perchè minuscolo,  abbia difficoltà a trasmettere la voce ed urlano come ossessi frasi sconnesse "devi dirci alla Tita che arriviamo domani alle sette". Ora tutta la via sa del loro arrivo, dove poco importa, vale sapere che accadrà, come per il ritorno di quello di Arcore, non contano i motivi, l'idea folle è sapere che accadrà.
E poi, diciamolo, esiste un motivo fra tutti che rende questo calo un fatto decisamente virtuoso e civile, accade sempre al cinema, a teatro o in luoghi inappropriati che senti musichette demenziali, squilli o altro, qualcuno che non lo spegne esiste sempre!!! Sei al cinema, durante una scena drammatica il tuo vicino inizia a suonare la cucaracha. Se poi è una donna infila trepidante le mani in una borsetta che probabilmente deve contenere una quantità di oggetti incalcolabile se non con un inventario di una settimana, non lo trova prima di aver risvegliato tutta la platea e prima di decidersi di alzare il culo dalla poltrona e andare fuori naturalmente.    
No, non mi spiace questo calo di PIL. Meno squilli per tutti!!!  


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