Sapeva leggere e scrivere Graziella. “Purtroppo”, verrebbe da pensare. “Magari non lo avesse saputo fare”. Non lo penso, in realtà. Saper leggere e scrivere è essenziale, anche per una diciassettenne che fa la lavandaia per aiutare la famiglia. E oltretutto è un diritto sancito dalla Costituzione.
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Graziella Campagna |
La data del 12 dicembre sembra riguardare solo
Milano per chi aveva diciessette anni nel
‘69. Ma lei, Graziella, il 12 dicembre 1969 ne aveva solo uno . Chissà le speranze dei
genitori. E chissà i sorrisi mentre giocava senza sapere di dover fare la
lavandaia poco dopo la scuola dell’obbligo. Sette in tutto tra fratelli e sorelle e la maledizione del
lavoro che manca. E che volete ne sapesse lei di mafia. Quella è roba che
interessa altri, gli innominabili, i notabili, la politica. E lei neppure aveva
diritto al voto. Maledizione, come si può morire a 17 anni? Con un nome così
poi: Graziella. Leggero come una nuvola, una farfalla.
Centocianquantamilalire al mese. In nero ovviamente, per lavare i panni a
Villafranca Tirrena. Per quel lavoro doveva fare anche la pendolare, da
Saponara a Villafranca ogni giorno . Ma è normale in certi luoghi spostarsi,
lasciare tutto quanto per andare dove c’è uno straccio di lavoro, anche in
nero. Però il suo lavoro lo faceva al meglio.
Frugava nelle tasche prima di lavare i panni, così le avevano insegnato. I clienti erano facoltosi e occorreva
trattarli bene, accidenti. La camicia dell’ingegner Cannata aveva un taschino.
Che distratto, aveva scordato un documento. Graziella lo aprì per vedere a chi
appartenesse, per restituirlo. Sapeva leggere, Graziella. Accidenti, lo sapeva
fare. No, non era quello dell’ingegnere,
apparteneva ad uno sconosciuto, tal Gerlando Alberti. Nipote dell’ omonimo,
Gerlando Alberti senior, mandato in galera da Alberto Dalla Chiesa. E anche il
nipote era un latitante eccellente. Ma Graziella, forse, non lo sapeva. E
probabilmente non le poteva interessare poi tanto.
Il 12
dicembre 1985, l’autobus arrivò a Saponara senza Graziella. Era sparita. Come
nelle migliori tradizioni qualcuno pensò alla fuitina. Cos’altro poteva succedere
ad una ragazzina che sapeva anche leggere e scrivere e che faceva la lavandaia?
Ma il suo ragazzo era stato in casa per
tutto il giorno ed era ancora lì. Magari è scappata con qualcun altro, chissà.
Non si preoccupò neppure il maresciallo che si prese un bel giorno di vacanza.
Sotto Natale, forse doveva dedicarsi allo shopping.
Solo dopo due
giorni la scomparsa di Graziella finì, due lunghi giorni. Il suo corpo venne
ritrovato a Forte Campone, vicino a Villafranca, crivellato da cinque colpi di
lupara calibro 12. Proprio come si fa tra mafiosi. Per spartirsi bottini e
territori che valgono più di centocinquatamilalire al mese.
Crepare a diciessette anni per aver fatto bene la
lavandaia. Ma vi sembra verosimile?
E poi i
processi.
1 marzo 1988: Gerlando Alberti junior e il suo
guardaspalle, Giovanni Sutera, sono rinviati a giudizio.
28 marzo 1988: il giudice Marcello Mondello decide
che il movente del riconoscimento del nome del mafioso è debole.
1996: La trasmissione “Chi L’ha Visto” torna sul
caso. Sono indagati per favoreggiamento Franca Federico, titolare della
lavanderia, Francesco Romano, suo marito, Agata Cannistrà, la cognata, Giuseppe
Federico, il fratello.
11 dicembre 2004: sono giudicati
colpevoli e condannati all'ergastolo sia l'Alberti sia Sutera. Franca e Agata saranno condannate a due anni
di galera, prosciolti gli altri.
4 novembre 2006: Gerlando Alberti esce di
prigione per via del ritardo con cui è
stata depositata la sentenza.
18 marzo 2008: Alberti e Sutera sono
ricondannati all'ergastolo dai giudici
della Corte d'Assise d'Appello di Messina.
18 marzo 2009: la Cassazione respinge il
ricorso formulato dai due imputati e riconferma gli ergastoli.
GRAZIELLA
CAMPAGNA
Saponara (ME), 3 luglio 1968 - Villafranca Tirrena, 12 dicembre 1985
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