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giovedì 13 dicembre 2012

Graziella Campagna 12 dicembre.....


Sapeva leggere e scrivere Graziella. “Purtroppo”, verrebbe da pensare. “Magari non lo avesse saputo fare”. Non   lo penso, in realtà. Saper leggere e scrivere è essenziale, anche per una diciassettenne che fa la lavandaia per aiutare la famiglia. E oltretutto è un diritto sancito dalla Costituzione.

Graziella Campagna

 La data del 12 dicembre sembra riguardare solo Milano per chi aveva diciessette anni  nel ‘69. Ma lei, Graziella, il 12 dicembre 1969 ne  aveva solo uno . Chissà le speranze dei genitori. E chissà i sorrisi mentre giocava senza sapere di dover fare la lavandaia poco dopo la scuola dell’obbligo. Sette in tutto  tra fratelli e sorelle e la maledizione del lavoro che manca.   E che volete  ne sapesse lei di mafia. Quella è roba che interessa altri, gli innominabili, i notabili, la politica. E lei neppure aveva diritto al voto. Maledizione, come si può morire a 17 anni? Con un nome così poi:  Graziella.  Leggero come una nuvola, una farfalla. Centocianquantamilalire al mese. In nero ovviamente, per lavare i panni a Villafranca Tirrena. Per quel lavoro doveva fare anche la pendolare, da Saponara a Villafranca ogni giorno . Ma è normale in certi luoghi spostarsi, lasciare tutto quanto per andare dove c’è uno straccio di lavoro, anche in nero.   Però il suo lavoro lo faceva al meglio. Frugava nelle tasche prima di lavare i panni, così le avevano insegnato.  I clienti erano facoltosi e occorreva trattarli bene, accidenti. La camicia dell’ingegner Cannata aveva un taschino. Che distratto, aveva scordato un documento. Graziella lo aprì per vedere a chi appartenesse, per restituirlo. Sapeva leggere, Graziella. Accidenti, lo sapeva fare.  No, non era quello dell’ingegnere, apparteneva ad uno sconosciuto, tal Gerlando Alberti. Nipote dell’ omonimo, Gerlando Alberti senior, mandato in galera da Alberto Dalla Chiesa. E anche il nipote era un latitante eccellente. Ma Graziella, forse, non lo sapeva. E probabilmente non le poteva interessare poi tanto.

Il 12 dicembre 1985, l’autobus arrivò a Saponara senza Graziella. Era sparita. Come nelle migliori tradizioni qualcuno pensò alla fuitina. Cos’altro poteva succedere ad una ragazzina che sapeva anche leggere e scrivere e che faceva la lavandaia?  Ma il suo ragazzo era stato in casa per tutto il giorno ed era ancora lì. Magari è scappata con qualcun altro, chissà. Non si preoccupò neppure il maresciallo che si prese un bel giorno di vacanza. Sotto Natale, forse doveva dedicarsi allo shopping.

Solo dopo  due giorni la scomparsa di Graziella finì, due lunghi giorni. Il suo corpo venne ritrovato a Forte Campone, vicino a Villafranca, crivellato da cinque colpi di lupara calibro 12. Proprio come si fa tra mafiosi. Per spartirsi bottini e territori che valgono più di centocinquatamilalire al mese.

Crepare a diciessette anni per aver fatto bene la lavandaia. Ma vi sembra verosimile?

 E poi i processi.

1 marzo 1988: Gerlando Alberti junior e il suo guardaspalle, Giovanni Sutera, sono rinviati a giudizio.

28 marzo 1988: il giudice Marcello Mondello decide che il movente del riconoscimento del nome del mafioso è debole.

1996: La trasmissione “Chi L’ha Visto” torna sul caso. Sono indagati per favoreggiamento Franca Federico, titolare della lavanderia, Francesco Romano, suo marito, Agata Cannistrà, la cognata, Giuseppe Federico, il fratello.  

11 dicembre 2004: sono giudicati colpevoli e condannati all'ergastolo sia l'Alberti sia Sutera.  Franca e Agata saranno condannate a due anni di galera, prosciolti gli altri.

4 novembre 2006: Gerlando Alberti esce di prigione  per via del ritardo con cui è stata depositata la sentenza.

18 marzo 2008: Alberti e Sutera sono ricondannati all'ergastolo  dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Messina.

18 marzo 2009: la Cassazione respinge il ricorso formulato dai due imputati e riconferma gli ergastoli.


 

GRAZIELLA CAMPAGNA

Saponara (ME), 3 luglio 1968 - Villafranca Tirrena, 12 dicembre 1985

 


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