A Brindisi ci sono troppe morti
premature. E la colpa sarebbe della centrale Enel a carbone. L'allarme è stato
lanciato da Greenpeace, che utilizza i dati provenienti dall'Agenzia della Ue
per l'ambiente, secondo la quale le emissioni, nel 2009, hanno determinano una
mortalità prematura stimabile in 119 casi l'anno nella città pugliese.
TROPPE PATOLOGIE. A questo caso, secondo l'organizzazione
ambientalista, andrebbero sommati gli impatti negativi dell'impianto di
Brindisi Nord di Edipower, che ha appena ottenuto una nuova Aia (Autorizzazione
integrata ambientale) per tornare a lavorare a pieno regime.
MEDIA ALLARMANTE. In riferimento alla popolazione di
Brindisi, uno studio del 2011 realizzato dall'Istituto di fisiologia clinica
del Cnr di Lecce e di Pisa segnala un aumento superiore alla media
nazionale delle patologie neonatali riscontrate nel capoluogo pugliese,
superiori di ben il 18% rispetto ai casi europei. Addirittura, secondo lo
stesso istituto, le malattie delle quali soffrono i bambini piccolissimi
sarebbero più diffuse del 68% rispetto alle patologie congenite
cardiovascolari.
Giovedì, 13
Dicembre 2012
Non di sola ILVA si crepa in
Salento. Ci sono tanti modi di ammazzare persone nel mondo. Ci sono guerre,
carestie, povertà. Il tempo di leggere le poche parole sopra e sappiamo che
sono morti almeno tre bambini, uno ogni otto secondi. Muoiono per fame e
morbillo e ogni malattia possibile. Muoiono di povertà. Questo nei paesi del
mondo cosiddetto terzo, quando non si capisce come mai il globo sia uno solo
che gira come un folle attorno al sole, senza confini altri che quelli segnati
da un’economia che mai come oggi si dimostra lontana dall’umanità, quasi fosse
cosa altra, diversa. Parlare di “fratellanza” universale non dovrebbe essere un
ammennicolo lasciato alla sola religione, piuttosto una condizione umana
indispensabile. Esiste una cosa strana che strambi personaggi fecero un tempo,
si chiama “dichiarazione universale dei diritti umani”, per chi volesse
rinfrescarsi la memoria si può trovare e scaricare dal sito: http://www.ohchr.org/en/udhr/pages/language.aspx?langid=itn
Ed è proprio dai fondamentali di
quell’economia malata che il Salento è ferito a morte. Da una parte l’incuria
di troppe persone che lasciano rifiuti di ogni tipo nelle campagne e a bordo
strada. Chi ama le passeggiate fra gli ulivi può fare un censimento degli
abbandoni di amianto non smaltito, lo stesso che sta accanto a piantagioni che
finiranno sulle nostre tavole (anche su quelle dei criminali che li hanno
abbandonati, perché pretendere che siano anche intelligenti sarebbe sforzo
vano, si tratta di criminali e dementi) sotto forma di olio, vino e ortaggi di
ogni tipo.
Dall’altra parte si parla molto di
cave riempite. Di cosa? Da chi? E’ ormai storia nota che la camorra seppellisce
tossico-nocivi ovunque ci sia un buco da riempire. E su quelle ex cave diventati campi si
coltiva.
Infine ci sono i mostri
ecologici. L’ex Italsider, poi diventata ILVA è al centro di un vero e proprio
scontro istituzionale fra i giudici e il governo. I primi badano alla salute
delle persone, il secondo sembra badare a quella dello spread. Si è innescata
una guerra fra poveri, fra chi giustamente vuole lavoro e chi, altrettanto
giustamente, vuole salute per i bimbi e per tutti. Unica certezza, leggendo
fonti ufficiali, pare che l’incidenza del cancro a Taranto sia esageratamente
elevata. Certo, occorre salvaguardare i posti di lavoro, però occorre una
svolta decisa, la famiglia proprietaria di quella fabbrica di morte deve pagare
il risanamento, oppure si preveda un intervento pesante della nazione Italia. La
confisca dei beni sia estesa oltre le mafie propriamente dette, se necessario.
Poi c’è Cerano, di quella si
parla nella prima parte di questo intervento. Anche qui, unica certezza sono le
estese coltivazioni di carciofi proprio lì vicino. Ed esiste il problema da
dibattere sulle energie rinnovabili e il loro impatto ottico. Quelle
coltivazioni di pannelli solari fanno ribrezzo, però debbono essere installate
per evitare altre Cerano. Il governo regionale ha probabilmente agito con
estrema leggerezza riguardo all’impatto ambientale, ha consentito l’indecenza
negli anni passati. Speriamo di essere ad una svolta decisiva. Ci sono Comuni virtuosi
che invitano al comodato d’uso dei tetti delle case per mettere pannelli solari
in cambio di energia pulita e gratuita, per esempio. Perché se ne parla poco?
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