Diciamolo a chi è più giovane, noi abbiamo passato la vita
con solide certezze, convinti che nulla e nessuno le avrebbe scalfite. Noi
sapevamo che di mamma ce n’è una sola, che il caffè la mattina deve essere
caldo anche in estate, noi sapevamo che la precedenza che si dà a destra sempre
tranne che nelle rotonde, da quando siamo piccoli sappiamo che il vino fa male
ai bimbi, che chi fuma avvelena anche te diglidismettere, noi sapevamo che le
ciliegie ci sono in primavera come le albicocche, sapevamo che i fichi sono in
estate avanzata e trovavamo la panetteria seguendo il profumo di pane, noi ascoltavamo
il TG e il telecronista sportivo era uno solo e si chiamava Nicolò Carosio. Ce
le hanno distrutte una ad una. Oggi trovi le fragole a Natale, il caffè lo si
prende in ghiaccio anche alle sei e mezza, i telecronisti debbono lavorare su
tre turni come alla FIAT quando ancora c’era, perché le partite sono a ritmo
continuo.
Soprattutto noi avevamo fino al 2011 una certezza granitica,
inossidabile, inespugnabile, fiera, incrollabile come la fede dei credenti,
come la torre di Pisa (che pende che pende e che mai cade giù): in estate c’era
l’unico, inconfondibile anticiclone delle Azzorre. Era lui il portatore di
caldo e di afa, lui che ci accompagnava al mare. Ne parlavano tutti, nei bar,
dal barbiere, al mercato, in piazza uscendo dalla messa della domenica, donne,
uomini, bimbi. I più informati guardavano l’orologio e dicevano “fra sei ore e
12 minuti arriva”, gli altri non sapevano l’ora esatta, ma erano certi della
sua venuta. Qualche nonna minacciava i nipotini che non volevano la minestrina
dicendo “guarda che mando via l’anticiclone delle Azzorre così vai all’asilo”.
Ora non è più così, quest’anno il caldo estivo si chiama: Scipione, Caronte,
Minosse. Si sono dovuti mettere in tre per scalzare il nostro mitico, la rabbia
però è molta.
Basta! Ridateci il nostro amico d’infanzia, il nostro faro
guida delle estati al mare. Rivogliamo l’anticiclone delle Azzorre, l’unico e
solo.
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